Le opinioni del Pd sulla variante Aferpi
PIOMBINO 12 ottobre 2016 — Le Direzioni della Federazione Val di Cornia/Elba e dell’Unione Comunale di Piombino del Partito Democratico, riunitesi congiuntamente nei giorni lunedì 3 e lunedì 10 ottobre, intendono esprimere alcune considerazioni in merito al procedimento di variante al Piano Strutturale d’Area e al Regolamento Urbanistico per il piano industriale Aferpi, avviato nei mesi scorsi dal Comune di Piombino.
Il documento è stato approvato all’unanimità (La riunione si è svolta in due giorni in quanto il primo è stato dedicato principalmente all’approfondimento e all’illustrazione e il secondo alle conclusioni della discussione e alla votazione).
REINDUSTRIALIZZAZIONE ECOSOSTENIBILE, UNO DEI PILASTRI DEL NUOVO MODELLO DI SVILUPPO
Per il Pd non è semplicemente un intervento di modifica degli strumenti urbanistici, non può e non deve essere letto soltanto come un procedimento tecnico/amministrativo, ma come la straordinaria occasione per il territorio della Val di Cornia di dotarsi di un nuovo modello di sviluppo, uscendo dalla monocultura siderurgica senza rinunciare alla produzione dell’acciaio in un’ottica più sostenibile e di destinare aree produttive, dismesse agli usi industriali, a nuove attività in connessione con il porto. Ambiente e sviluppo sono le due facce della stessa medaglia, produzioni più moderne sono al tempo stesso più competitive e più ambientalmente sostenibili, lo stesso risanamento ambientale è occasione di lavoro e sviluppo. Anche per questo pensiamo che all’interno di quelle aree, che sono il cuore produttivo del comprensorio, si giochi un pezzo rilevante del futuro del territorio e della nostra capacità di contribuire concretamente al rilancio della Toscana costiera che ha più sofferto la crisi.
Anche nel caso della variante, le istituzioni dimostreranno di sapere fare presto e bene. Fin troppo tempo si è perso e non certo per responsabilità della politica o del sindacato, il cui lavoro è sotto gli occhi di tutti: dalle infrastrutture come il porto e finalmente la 398, alle bonifiche fino agli accordi a tutela dei lavoratori. Oggi tocca alla proprietà in primo luogo sciogliere il nodo delle risorse mettendo in sicurezza continuità produttiva e investimenti.
Il territorio si gioca molto, tutto il territorio, anche per questo motivo, riteniamo molto importante che, subito dopo l’avvio della variante, ci sia stato un passaggio di confronto all’interno dell’Ufficio di Piano fra i Comuni di Piombino, Campiglia Marittima, San Vincenzo e Sassetta, per condividerne gli obiettivi strategici per il futuro sviluppo economico della Val di Cornia, rafforzando in noi la convinzione della necessità di una visione territoriale d’area comprensoriale ed integrata.
Le scelte che siamo chiamati a compiere devono essere necessariamente collocate nella corretta cornice degli accordi interistituzionali conseguenti al riconoscimento di area di crisi industriale complessa di Piombino e della Val di Cornia, in riferimento in particolare all’accordo di programma del 30 giugno 2015 sottoscritto ai sensi dell’articolo 252bis del Codice dell’Ambiente, che richiama la valenza di interesse pubblico del progetto di reindustrializzazione dell’area definito dal piano industriale.
Il nuovo assetto funzionale che prevede tre distinti segmenti produttivi (siderurgico, logistico e agroindustriale), è largamente coerente con il nuovo modello di sviluppo che vogliamo costruire e che intercetta ambizioni e esigenze di un territorio che vuole diversificare il proprio tessuto economico e renderlo compatibile con l’ambiente nel rispetto della salute e della sicurezza di chi vive e lavora qui.
Alcuni aspetti del nuovo assetto ci sembrano particolarmente in linea con questo obiettivo: una produzione siderurgica più moderna e sostenibile e che si allontana dalla città; l’ampliamento delle aree a servizio della logistica e delle attività del nuovo porto; la liberazione dagli usi industriali dell’area contigua a Città Futura che sarà destinata ad usi commerciali e artigianali, permettendo finalmente una rilettura complessiva del rapporto città/fabbrica, che consentirà di ripianificare la porta di accesso a Piombino e di attuare interventi di rigenerazione urbana delle aree attualmente periferiche (quartiere Cotone-Poggetto e zona Colmata-Gagno).
In una fase così importante e tanto delicata, il Partito Democratico intende dare un contributo propositivo all’attività di pianificazione dell’amministrazione comunale, provando ad interpretare alcune esigenze della comunità, e intercettando e facendo nostre anche le legittime preoccupazioni emerse attorno ad alcune trasformazioni del nostro territorio.
IL QUAGLIODROMO E L’EQUILIBRIO POSSIBILE FRA AMBIENTE, TURISMO, INDUSTRIA E ATTIVITA’ VENATORIA
La richiesta di occupazione dell’area del Quagliodromo solo ed esclusivamente per la collocazione di infrastrutture ferroviarie e viarie a servizio dello stabilimento siderurgico, va interpretata nell’ottica di ottimizzazione e competitività della produzione siderurgica.
Tuttavia tale scelta dovrà essere compiuta prima di tutto nell’assoluto rispetto dell’ambiente nell’area interessata dall’intervento salvaguardando la vocazione turistico-ricettiva di quelle zone, peraltro adiacenti a Tor del Sale che sarà interessata da progetti di dismissione della centrale e bonifica e riconversione da un lato e al nuovo porto turistico della “Chiusa” con cantieristica dall’altro, potenziandone l’accessibilità viaria e mitigando gli effetti paesaggistici dell’intervento con inserimento di aree a verde. Non dovrà venir meno il principio di riduzione dell’occupazione di territorio da parte della fabbrica e se c’è una nuova area che viene occupata (seppure con infrastrutture e non con nuovi impianti e volumetrie) un’altra si deve liberare a partire da quelle più prossime alla città, con un ampliamento consistente di Città Futura.
Piombino non può rinunciare all’attività sportiva che si svolge nell’attuale area del Quagliodromo così cara al mondo venatorio locale, per questo sosteniamo la scelta dell’amministrazione di ricollocarla nell’area verde costiera, anche come ulteriore fascia di protezione fra spiaggia e impianti industriali.
AGROINDUSTRIALE E LOTTO 2 DELLA 398, LE NOSTRE CONDIZIONI
Per quanto riguarda la zona che sarà dedicata alla produzione agroindustriale e quella dismessa dagli usi industriali, l’amministrazione comunale ha giustamente dichiarato che verrà richiesta all’azienda una pianificazione più di dettaglio con un masterplan generale che comprenda queste aree insieme a quelle di Città Futura e del quartiere Cotone, seguito da piani attuativi.
Stante l’attuale piano industriale presentato, riteniamo l’assetto del corridoio infrastrutturale della SS398 compatibile nel tracciare un confine tra il tessuto urbano e l’area industriale.
Tuttavia fino a quando l’azienda non avrà presentato un masterplan dettagliato dell’area in cui è previsto l’insediamento del comparto agroindustriale, l’amministrazione non potrà compiere scelte da ritenere definitive. Si tratta di una porzione pregiata e strategica del territorio su cui non è possibile compiere scelte “al buio”.
Per questo pensiamo che la discussione dovrà essere riaperta a seguito di una necessaria maggiore chiarezza da parte dell’azienda, che ci consenta di fare una valutazione seria. Se non vi fossero i presupposti per una compatibilità di quella presenza industriale in quell’area, siamo pronti a prendere in considerazione una loro delocalizzazione e conseguentemente a rivedere il tracciato del secondo lotto della 398, utilizzando tutti gli strumenti disponibili, fino alla predisposizione di una specifica variante successiva. In ogni caso si ritiene che il secondo lotto della 398 debba essere sottoposto a procedura di VIA.
COTONE-POGGETTO E COLMATA-GAGNO DA PERIFERIA A CENTRO URBANO. UNA CITTA’ FUTURA 2.0
La restituzione di nuove aree alla città attualmente ingombrate da impianti industriali sarà l’occasione sia per riqualificarle e riconvertirle ad altri usi sia per ricollegare gli abitati di Cotone-Poggetto al centro urbano, facendoli uscire dalla perifericità e per mettere in campo un progetto di rigenerazione urbana di tutta l’area. Se supera il ‘900 l’industria anche l’ex quartiere operaio novecentesco di Piombino deve approdare al secolo nuovo attraverso una sua complessiva modernizzazione. Più infrastrutture, più servizi, più verde. Noi vogliamo un progetto frutto della partecipazione dei cittadini e del lavoro di competenze qualificate che dovranno essere chiamate a raccolta dall’amministrazione. Un progetto che per noi deve partire dall’attuali aree di città futura, comprendere il nuovo territorio che sarà restituito e attraversare Cotone e Poggetto e allungarsi fino a Gagno e Colmata. Ammodernamento della viabilità con la riapertura della vecchia strada provinciale che dal Cotone porta al centro. Un grande parco urbano caratterizzato dalla presenza di verde, servizi, parcheggi, aree commerciali, nuova viabilità con funzioni di collegamento e al tempo stesso filtro. Un poderoso investimento prima di tutto in termini di idee e progetti ma anche di natura finanziaria che l’azienda dovrà concorrere a sostenere.
Direzioni della Federazione Val di Cornia/Elba e dell’Unione Comunale di Piombino del Partito Democratico
Articoli correlati
Masterplan: esaltazione, entusiasmo, limiti e timori