Le seconde case nemiche delle strutture ricettive
PIOMBINO 16 giugno 2016 — Rimango allibito rispetto a molte affermazioni inerenti Poggio All’Agnello. Qualcuno sostiene che per difendere le strutture ricettive in crisi si debba intervenire con strumenti fra i quali l’opzione di vendere parte del patrimonio immobiliare a privati come civili abitazioni. Le seconde case sono il primo nemico delle strutture ricettive: in alcune realtà sono una vera e propria minaccia, entrando nel mercato come strumento destabilizzante. I proprietari ne fruiscono solo in parte e spesso vengono affittate a terzi. Tutto legittimo, ma non sono funzionali al sistema turismo inteso come offerta di soggiorno e servizi, cosa che è prerogativa delle attività ricettive. A parte le tasse sugli immobili, per il resto non producono reddito diretto e posti di lavoro. Peraltro, se sono proprietà di forestieri, come spesso accade, non lasciano neanche risorse sul territorio. Piombino è una città a vocazione industriale ed il turismo non è nella testa della maggioranza dei cittadini ed in particolare di coloro li governano che sopravvivono ancora con gli schemi del passato. In effetti l’area urbana, a parte poche centinaia di metri fra centro storico e Salivoli, presenta un’urbanistica brutta e degradata. L’area extraurbana ha prodotto un’economia turistica grazie allo sforzo di privati, mai sostenuti dall’ambito amministrativo, il quale talvolta, se si è mosso, lo ha fatto con logiche strumentali e fortemente discutibili. La sentenza del TAR ha messo a nudo la debolezza di un sistema, ma soprattutto l’incompetenza in uno dei settori più importanti del Paese caratterizzandone il percorso con scelte tutt’altro che lungimiranti.
CONCORDO PIENAMENTE, d’altronde “la faccenda Poggio all’Agnello” era già stata stabilita a suo tempo (da chi, è risaputo), nei termini in cui si è rivelata oggi: si ristruttura facendo finta di farci solo un albergo e si aspetta, ad acque calme, con qualche bella scusa “economica”, di venderlo in buona parte come appartamenti. Tanto ai piombinesi si fa credere tutto quello che certi signori vogliono. Grazie al “pensiero unico” e a certi organi di informazione che lo gestiscono.