Le seconde case nemiche delle strutture ricettive

· Inserito in Teoria e pratica
Luigi Coppola

PIOMBINO 16 giug­no 2016 — Riman­go alli­bito rispet­to a molte affer­mazioni iner­en­ti Pog­gio All’Ag­nel­lo. Qual­cuno sostiene che per difend­ere le strut­ture ricettive in crisi si deb­ba inter­venire con stru­men­ti fra i quali l’opzione di vendere parte del pat­ri­mo­nio immo­bil­iare a pri­vati come civili abitazioni. Le sec­onde case sono il pri­mo nemi­co delle strut­ture ricettive:  in alcune realtà sono una vera e pro­pria minac­cia, entran­do nel mer­ca­to come stru­men­to desta­bi­liz­zante. I pro­pri­etari ne fruis­cono solo in parte e spes­so ven­gono affit­tate a terzi. Tut­to legit­ti­mo, ma non sono fun­zion­ali al sis­tema tur­is­mo inte­so come offer­ta di sog­giorno e servizi, cosa che è pre­rog­a­ti­va delle attiv­ità ricettive. A parte le tasse sug­li immo­bili, per il resto non pro­ducono red­di­to diret­to e posti di lavoro. Per­al­tro, se sono pro­pri­età di forestieri, come spes­so accade, non las­ciano neanche risorse sul ter­ri­to­rio. Piom­bi­no è una cit­tà a vocazione indus­tri­ale ed il tur­is­mo non è nel­la tes­ta del­la mag­gio­ran­za dei cit­ta­di­ni ed in par­ti­co­lare di col­oro li gov­er­nano che soprav­vivono anco­ra con gli sche­mi del pas­sato. In effet­ti l’area urbana, a parte poche centi­na­ia di metri fra cen­tro stori­co e Salivoli, pre­sen­ta un’ur­ban­is­ti­ca brut­ta e degra­da­ta. L’area extrau­r­bana ha prodot­to un’e­cono­mia tur­is­ti­ca gra­zie allo sfor­zo di pri­vati, mai sostenu­ti dal­l’am­bito ammin­is­tra­ti­vo, il quale tal­vol­ta, se si è mosso, lo ha fat­to con logiche stru­men­tali e forte­mente dis­cutibili. La sen­ten­za del TAR ha mes­so a nudo la debolez­za di un sis­tema, ma soprat­tut­to l’in­com­pe­ten­za in uno dei set­tori più impor­tan­ti del Paese carat­ter­iz­zan­done il per­cor­so con scelte tut­t’al­tro che lungimi­ran­ti.

Una risposta a “Le seconde case nemiche delle strutture ricettive”

  1. Sergio Tognarelli says:

    CONCORDO PIENAMENTE, d’al­tronde “la fac­cen­da Pog­gio all’Ag­nel­lo” era già sta­ta sta­bili­ta a suo tem­po (da chi, è ris­a­puto), nei ter­mi­ni in cui si è riv­e­la­ta oggi: si ristrut­tura facen­do fin­ta di far­ci solo un alber­go e si aspet­ta, ad acque calme, con qualche bel­la scusa “eco­nom­i­ca”, di vender­lo in buona parte come appar­ta­men­ti. Tan­to ai piom­bi­ne­si si fa credere tut­to quel­lo che cer­ti sig­nori vogliono. Gra­zie al “pen­siero uni­co” e a cer­ti organi di infor­mazione che lo gestis­cono.

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