Le sospensioni dei lavori per il porto di San Vincenzo

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pervenuta in redazione

SAN VINCENZO 6 gen­naio 2016 — Pas­so dopo pas­so l’am­min­is­trazione del sin­da­co Ban­di­ni non fa che con­fer­mare quel­lo che ci aspet­tava­mo da un uomo che da trop­po tem­po è in polit­i­ca e che si relaziona con trop­pa sci­oltez­za con tut­ti: sem­pre vici­no ai poteri for­ti su cui non riesce ad impor­si, sem­pre più lon­tano dai cit­ta­di­ni che dovrebbe rap­p­re­sentare e difend­ere. Le cui azioni o meglio le “non azioni” van­no sem­pre più a dis­capi­to del­l’in­ter­esse pub­bli­co, favoren­do al con­trario quel­lo par­ti­co­lare.
L’en­tra­ta per il Comune, derivante dalle penali per la costruzione del por­to, avrebbe potu­ta essere mil­ionar­ia, se il ritar­do di sei anni nel­la con­seg­na dei lavori fos­se sta­to effet­ti­va­mente accer­ta­to. Un’en­tra­ta stra­or­di­nar­ia che avrebbe potu­to cam­biare, diret­ta­mente e indi­ret­ta­mente, le sor­ti del nos­tro paese su molti fron­ti: la ges­tione del ter­ri­to­rio, la manuten­zione delle scuole, delle strade, la cul­tura, il sociale, gli per even­ti per il tur­is­mo e molto altro.
Da una pri­ma let­tura del col­lau­do del por­to non si può che restare alli­biti: 80 sono i mesi di pro­ro­ga con­ces­si dai col­lauda­tori con gius­ti­fi­cazioni che paiono incom­pren­si­bili. Con ques­ta pro­ro­ga, alla fine dei lavori, non solo risul­ta che la soci­età con­ces­sion­ar­ia ha con­seg­na­to il por­to in tem­po, invece che in ritar­do di 6 anni e mez­zo rispet­to al 2009, data in cui per con­trat­to dove­va essere con­seg­na­to il por­to, ma addirit­tura con 10 giorni di anticipo. Sec­on­do questo col­lau­do il lavoro del con­ces­sion­ario è dura­to 9,6 anni, dei quali ha potu­to lavo­rare solo 3 anni e ha riposato per ben 6,6 anni a causa di sospen­sioni dei lavori, sospen­sioni che non sap­pi­amo bene da chi siano state con­cesse e per quali moti­vazioni. Sospen­sioni dei lavori che cor­rispon­dono a 2403 giorni, i quali pareg­giano, guar­da caso, i 2393 giorni di ritar­do del­la fine dei lavori sul ter­mine con­trat­tuale. E avan­zano addirit­tura 10 giorni. Sulle sospen­sioni i pun­ti oscuri e poco chiari sono molti: non si capisce quali siano le gravi e indero­ga­bili moti­vazioni per cui sono state con­cesse; non si com­prende, sal­vo in una, da chi siano state con­cesse; non si sa o non si dice sul­la base di quali ver­bali di sospen­sione fir­mati da chi e in che data; non si dice se durante questi nove lunghissi­mi peri­o­di di sospen­sione, durati sei anni e mez­zo, i lavori siano sta­ti effet­ti­va­mente e total­mente sospe­si o soltan­to ral­len­tati o parzial­iz­za­ti.
Noi ci chiedi­amo, per­p­lessi e pre­oc­cu­pati, come sia pos­si­bile tut­to questo, men­tre ten­ti­amo di capire per­chè per alcu­ni lunghissi­mi peri­o­di (ad esem­pio metà del­l’an­no 2011, l’intero 2012, qua­si tut­to il 2013, l’intero 2014, metà del 2015) ci siano state delle sospen­sioni sen­za moti­vazioni sod­dis­facen­ti. Il con­sue­to e assor­dante silen­zio del­l’am­min­is­trazione ci fa pen­sare che da parte di chi ammin­is­tra l’in­ter­esse pub­bli­co ci sia la volon­tà di non infas­tidire trop­po i grossi impren­di­tori, com­por­ta­men­to che non può che com­piacere questi sogget­ti e che gra­zie a questo col­lau­do han­no rag­giun­to una buona tran­quil­lità. Chiedi­amo all’am­min­is­trazione di assumere una posizione fer­ma e chiara nel­l’in­ter­esse del bene pub­bli­co che sono sta­ti chia­mati ad ammin­is­trare: ci devono dire se accettano o meno le cifre del col­lau­do e se invece anche a loro, come a noi, non tor­nano, che si fac­cia chiarez­za subito, che con cor­ag­gio ci si schieri dal­la parte dei cit­ta­di­ni invece di accettare una situ­azione opaca e poten­zial­mente dan­nosa, con­tin­uan­do con il tipi­co silen­zio di chi si ver­gogna. Questo capi­to­lo si aggiunge alla ormai lun­ga lista dei capi­toli ver­gog­nosi nel­l’indice del triste libro del manda­to Bandini,che ogni giorno purtrop­po si arric­chisce sem­pre più di momen­ti da dimen­ti­care. I dan­ni prodot­ti da ques­ta inef­fi­cien­za ammin­is­tra­ti­va supera ad oggi di gran lun­ga le, poche, cose buone prodotte.

Grup­po Con­sil­iare Assem­blea San­vin­cen­z­i­na

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