Le torri e le grandi pale nel cielo del Quagliodromo
Aggiornamento e integrazione di un articolo precedente
PIOMBINO 20 dicembre 2018 — I box di cantiere nella zona del quagliodromo sono comparsi da poco tempo ma il cosiddetto parco eolico Foce del Cornia è già un bambinello di terza elementare: otto candeline consumate nel mezzo a un mare di carte, a infinite riunioni, a molteplici atti della più varia natura e a irrilevante partecipazione della cittadinanza che, in grande parte, ha scoperto solo nel 2018 una vicenda che ha visto la prima culla nell’ottobre del 2010. Allora, in data 13, la società Fera (Fabbrica energie, rinnovabili alternative), una srl con sede in Milano, presentò alla Regione toscana, una “istanza di pronuncia di compatibilità ambientale in ordine al progetto di un impianto eolico con una potenza complessiva pari a 18 megawatt”. Una richiesta sulla quale la giunta regionale decise con una delibera del 27 dicembre 2011 esprimendo la propria pronuncia favorevole alla realizzazione dell’impianto subordinandolo al rispetto delle prescrizioni e delle raccomandazioni di cui al verbale della riunione istruttoria (parere favorevole) del 15 dicembre 2011. Oltre a conoscere il coinvolgimento dei vari enti nella valutazione del progetto, dal verbale dell’istruttoria si ricavano le caratteristiche dell’opera.
IL PROGETTO
Si apprende così che:
♦ L’impianto eolico (“si è puntato su un numero contenuto di areoturbine di grande taglia”) è costituito da sei aerogeneratori da 3 Mwatts per una potenza nominale totale di 18 Mw ed una producibilità attesa di circa 38.700 Mw all’anno, pari a 2.150 ore equivalenti (ndr: successivamente la potenza degli aerogeneratori sarà ampliata a 3,3 Mw con il conseguente aumento della potenza nominale totale fino a 19,8 Mw).
♦ L’area interessata dal progetto, scelta su cinque possibili siti, è quella della zona di bonifica per colmata dai sedimenti del fiume Cornia. Una superficie tra la costa e lo stabilimento industriale ex Lucchini, delimitata rispettivamente a est dalla vecchia foce e ad ovest dal diversivo del fiume Cornia. Tale area è stata individuata come Sin, cioè sito di interesse nazionale, dal governo fin dal 1998.
♦ Gli areogeneratori sono allineati parallelamente alla linea di costa ed equidistanti tra di loro, ad una distanza di circa 400 metri dal mare; hanno un’altezza massima al mozzo di 120 metri, un rotore a tre pale con diametro delle pale di 120 metri, per un’altezza totale di 180 metri (ndr: le due ciminiere della vicina centrale Enel sono alte 200 metri) e sono posti ad una distanza tra loro di circa 320 metri, per uno sviluppo lineare totale dell’impianto di circa un chilometro e seicento metri. L’area spazzata dalle pale è di 9.852 metri quadrati e la velocità nominale di rotazione del rotore è di 8,5 giri al minuto.
♦ È prevista la realizzazione di un cavidotto interrato a 20–30 KVolts per una lunghezza di circa sette chilometri e mezzo per il trasporto della corrente prodotta fino alla cabina elettrica di trasformazione denominata “Populonia”, situata in località Montegemoli. Quindi la corrente sarà inserita sulla linea alta tensione della rete di trasmissione nazionale “Cafaggio – Piombino Cotone” a 132 Kv, come previsto nella soluzione tecnica minima generale fornita dalla società Terna.
♦ Il cavidotto presenta una profondità di scavo di circa 1,25 metri ed una larghezza pari a circa 60 centimetri. Il tracciato del cavidotto parte dal primo areogeneratore attraversando in subalveo un fosso di raccolta della zona di colmata, poi percorre il confine dello stabilimento industriale lungo la strada sterrata che costeggia l’argine del fiume Cornia, attraversa in sottopasso la strada della Base geodetica all’altezza del viadotto del fiume e continua a fianco di essa lungo una strada sterrata fino ad incontrare la statale 398 che verrà attraversata in sotterranea, mediante la tecnica dello spingitubo. Successivamente il cavidotto percorre la via dell’Ombrone per circa 250 metri, per poi correre lungo una strada sterrata fino alla sottostazione “Populonia” in località Montegemoli. In quest’ultimo tratto di strada sono presenti due intersezioni con canali d’acqua (il canale allacciante destro al fosso Montegemoli e il canale che adduce alle idrovore dello stesso fosso), superate mediante lo staffaggio del cavidotto sulla spalletta del ponte, a lato valle rispetto al senso del corso d’acqua. È prevista altresì la+ realizzazione di una nuova cabina di trasformazione media/alta tensione di dimensioni in pianta di circa 50 per 70 metri, in adiacenza alla cabina primaria “Populonia” attualmente in fase di ampliamento.
♦ La vita utile dell’impianto è stimata in 20–25 anni; tra le operazioni di manutenzione è prevista la sostituzione ogni cinque anni dei lubrificanti presenti nelle componenti degli aerogeneratori.
♦ Lo studio anemometrico ha evidenziato una velocità media del vento di 5,77 metri al secondo ed un funzionamento previsto dell’impianto per 2.150 ore all’anno, per una produzione annua di energia elettrica di 38.700 MWh. Lo studio ha preso in considerazione i dati raccolti dal 6 al 24 novembre 2009 attraverso un anemometro installato a 40 metri di altezza in posizione baricentrica nell’area scelta per l’impianto eolico. Sono stati altresì presi in considerazione i dati disponibili dal dicembre 1996 al dicembre 2001 dell’anemometro “Torre del Sale” di altezza 100 metri e i dati climatici relativi all’arco temporale 2003–2008 della vicina stazione metereologica Arpat situata a Piombino.
♦ Sono previste sei piazzole di montaggio per gli aerogeneratori di dimensioni pari a 45 per 30 metri, rialzate di 50 centimetri dal piano di campagna e sei plinti di fondazione su pali di forma circolare di diametro 17 metri, situati fino ad una quota di 1,9 metri dal piano di campagna, dotati di 20 pali ciascuno della lunghezza di 30 metri e del diametro di 40 centimetri.
♦ Per quanto riguarda la realizzazione ex-novo della viabilità interna al parco eolico, sono previsti un primo tratto che dai cancelli dello stabilimento industriale arriva al primo areogeneratore attraversando alla quota del piano di campagna l’area est della palude “Ischia di Crociano” e poi brevi tratti di collegamento tra le piazzole degli aerogeneratori. Tutta la viabilità da realizzare ex-novo prevede opere di regimazione idraulica. I trasporti eccezionali dei materiali raggiungeranno i siti finali percorrendo la variante Aurelia, poi la 398 e quindi la strada della Base geodetica, oppure giungeranno al porto e, percorrendo le strade urbane e la provinciale verso Fiorentina, raggiungeranno la strada della Base geodetica.
È stato stimato un volume di traffico, per tutte le principali fasi di costruzione dell’opera, pari a 2.100 viaggi andata e ritorno (circa 12 viaggi al giorno) per lo più relativi a trasporti di materiali di cava e di materiali necessari per le fondazioni degli aerogeneratori.
♦ È prevista la riutilizzazione in sito di 4.918 metri cubi di terre e rocce provenienti dagli scavi (7.022 metri cubi). Il terreno vegetale in esubero (pari a circa 2.104 metri cubi), nel caso non sia possibile un riutilizzo in cantieri limitrofi, verrà conferito in discarica. In aggiunta, sono necessari 7.483,5 metri cubi di materiale di cava per la realizzazione delle piazzole di montaggio degli aerogeneratori, per i nuovi tronchi di strada da realizzare e per le aree di manovra e movimentazione all’interno della sottostazione elettrica.
♦ La durata dei cantieri prevista è di circa nove mesi. Dal cartello che è stato da poco tempo affisso all’ingresso del cantiere, si apprende che la data di inizio dei lavori è il 28 maggio 2016 (ndr: ovvero due anni e mezzo fa) e la presunta data di fine il 29 maggio 2019.
♦ Secondo quel che si legge nel documento della riunione istruttoria, studi e rilevazioni hanno evidenziato come sia compatibile con il rumore di fondo della zona l’apporto dei rotori in movimento chiaramente dipendente dalla velocità del vento e come siano “estremamente bassi” i rischi di impatto sugli uccelli migratori e sulle specie nidificanti di rilevante importanza naturalistica”. Il riferimento è in particolare alla vicina oasi degli Orti Bottagone.
♦ L’importo delle opere previste, indicato dal documento della riunione istruttoria, ammonta a 17.805.775 euro.
È possibile che da dicembre 2011, quando le caratteristiche dell’impianto furono elencate, qualcosa sia cambiato (per esempio, come detto, l’aumento della potenza degli areogeneratori). Nella sostanza comunque restano valide le indicazioni tratte dal verbale allegato alla delibera della giunta regionale numero 1208.
L’AUTORIZZAZIONE UNICA
Nella tarda primavera del 2014 il progetto del parco eolico ha iniziato a percorrere la strada della definitiva approvazione. Già in data 10 luglio 2013 la società Fera aveva inoltrato la richiesta per ottenere l’Autorizzazione unica a costruire e gestire l’impianto eolico alla foce del Cornia. Il Comune di Piombino, con delibera della giunta numero 97 del 16 aprile 2014 aveva preso atto del progetto. Nella delibera la giunta sottolinea la propria volontà di “incentivare e promuovere la diffusione di impianti energetici alimentati da fonti rinnovabili”, considera “contenuto l’impatto visivo e l’interferenza con le aree umide (essendo gli areogeneratori collocati in territorio occupato dallo stabilimento siderurgico) e infine dà per definito il fatto che l’autorizzazione unica concessa dalla Regione “produrrà gli effetti di variante agli strumenti urbanistici comunali” ai sensi di una norma in vigore dal 2003 la quale contestualmente sancirà anche “l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza”.
Non sarà proprio così. Infatti il 23 maggio 2014, due giorni prima delle elezioni amministrative che vedranno l’uscita di Gianni Anselmi e l’ingresso di Massimo Giuliani sul più alto scranno del consiglio comunale, la giunta delibererà una varante normativa al regolamento urbanistico relativamente al parco eolico. Accadrà dopo la seconda seduta della Conferenza dei servizi, che, in previsione del rilascio dell’Autorizzazione unica alla società Fera, si era tenuta a Firenze il giorno prima, cioè il 22 maggio 2014. Quella riunione era stata, a sua volta, preceduta da un primo incontro della Conferenza il 24 aprile durante il quale i lavori erano stati aggiornati appunto al 22 maggio. E il 22 maggio, presente per il Comune il funzionario Cristina Pollegione, Piombino era stato sollecitato “a presentare una proposta di variante urbanistica normativa da presentare nella successiva seduta della Conferenza”. Cosa che avverrà quattro giorno dopo il 26 maggio 2014, quando la stessa Conferenza dei servizi concluderà i propri lavori con appena tre presenti (per il Comune di Piombino l’architetto Camilla Cerrina Feroni) su 38 enti convocati.
In verità molto pochi ma si deve comunque rilevare che molti altri enti tra cui ministeri dell’ambiente e dei beni culturali, l’Arpat, l’Autorità portuale di Piombino, l’Anas, il Genio civile e la provincia di Livorno avevano offerto i propri contributi scritti per la Conferenza dei servizi.
Con tutte le carte a posto finalmente il 29 maggio 2014, dopo 35 giorni dalla prima seduta della Conferenza dei servizi, la Giunta regionale poteva emanare un decreto con cui concedeva “alla società Fera, con sede legale in Milano, piazza Cavour 7, l’Autorizzazione unica a costruire ed esercire l’impianto eolico denominato <Foce del Cornia>, comprese le opere connesse e le infrastrutture indispensabili allo stesso”. L’autorizzazione veniva subordinata al rispetto delle prescrizioni derivanti in gran parte dal lavoro preparatorio della Conferenza dei servizi. Ivi comprese una serie di misure di mitigazione e compensazione a tutela del Comune di Piombino.
Tutto finito e pronti per i lavori?
Non ancora.
IL CAMBIO DELLA AZIENDA RICHIEDENTE
Il 20 giugno 2014 la Regione Toscana, infatti, emanò un nuovo decreto dirigenziale per riconoscere la voltura dell’Autorizzazione unica dalla società Fera alla srl “Società elettrica ligure toscana” anch’essa con sede a Milano in piazza Cavour 7. Il passaggio, come si legge, nel testo del decreto, è conseguente al trasferimento del ramo d’azienda “Foce del Cornia” dalla vecchia alla nuova società del parco eolico.
Per la Regione “la voltura non modificava i contenuti progettuali e autorizzativi dell’Autorizzazione unica” per cui non restava che prendere atto. Quindi dal giugno 2014 la titolarità del progetto è passata alla Società elettrica ligure toscana”.
Il 14 luglio 2015 la Regione ritornò comunque sulla materia emanando il decreto dirigenziale numero 3259 con il quale “riconosceva alla Società elettrica ligure toscana, una proroga del termine della data di inizio lavori di realizzazione del parco eolico fino al 29 maggio 2016 (ndr: nel cartello sistemato poco tempo fa all’ingresso del cantiere, si indica la data del 28 maggio 2016 quale quella di inizio lavori. Ovvero un giorno prima del termine ultimo indicato dal decreto regionale).
Infine il 26 novembre 2015 un decreto dirigenziale della Regione (numero 5640) autorizzò la variante progettuale con il cambiamento del modello di aerogeneratore da un tipo da 3 Mw a uno da 3,3 Mw con il conseguente incremento della potenza nominale dell’impianto da 18 a 19,8 Mw.
In particolare la società chiese di inserire nell’elenco degli aerogeneratori da utilizzare i modelli Vestas V136 e Sension M3.4 e contemporaneamente di spostare di 200 metri la sottostazione elettrica di servizio.
La Regione dovette, quindi, avviare un nuovo procedimento per la modifica dei modelli di aerogeneratori.
Dato atto della esclusione della modifica dalla verifica di assoggettibilità ambientale , il 7 settembre 2016 venne convocata una nuova Conferenza dei Servizi. Nel frattempo erano già trascorsi 101 giorni dal termine ultimo per l’inizio dei lavori fissato dalla Regione e evidentemente poco o nulla era accaduto dalle parti del Quagliodromo se, durante i lavori della stessa conferenza, il rappresentante del Comune di Piombino, l’architetto Camilla Cerrina Feroni, volle “ribadire la necessità delle opportune verifiche sulla validità della comunicazione di inizio lavori e degli adempimenti connessi”. Da Piombino, infatti, “la necessità di opportune verifiche” era già stata sollecitata alla Regione con una nota del 19 agosto 2016. Nella sua risposta il rappresentante della Regione confermò che “erano in corso i necessari accertamenti anche con riscontri alla società”. È cosa facilmente verificabile da chiunque quale sia oggi lo stato di avanzamento dei lavori nella zona in cui il progetto prevede l’installazione dei sei aerogeneratori.
Infine è da rilevare che, nella scheda della società ligure toscana alla Camera di commercio di Bolzano dove la srl è attualmente registrata, viene indicata nel primo ottobre 2016 la data di inizio di attività. Ovvero quattro mesi dopo l’apertura del cantiere al Quagliodromo secondo quel che si rileva dal più volte citato cartello all’ingresso del cantiere o, se si vuole, dal termine ultimo per cominciare i lavori fissato dalla Regione toscana.
Preso atto del lavoro della Conferenza dei servizi, la giunta regionale, con proprio decreto del 26 settembre 2016, riferendosi all’Autorizzazione unica alla “Società elettrica toscana ligure”, accettò l’inserimento nell’elenco degli aerogeneratori Vestas V136 e Senvion M3.4 e accolse la richiesta dello spostamento della sottostazione elettrica.
Per la cronaca i aerogeneratori Vestas V136 sono prodotti da una ditta danese di Aarhus, una delle maggiori al mondo nel campo delle energie sostenibili e rinnovabili. La Vestas ha installato impianti in 79 paesi. Nel sito la società riferisce che nessuno ha fatto di più al mondo. Vestas ha una tradizione nel campo dell’energia che precede l’era delle rinnovabili. Attualmente dà lavoro a 23.900 dipendenti. Il modello Vestas V136 ha una potenza nominale di 3,450 Mw. Il funzionamento delle pale si ha con un velocità del vento compresa tra 3 e 22,5 metri al secondo. Il rotore ha un diametro di 136 metri, le pale una lunghezza di 66,7 metri. Secondo q1uel che indica il cartello all’ingresso del cantiere del parco eolico sarebbe proprio il modello di Vestas quello scelto per la installazione.
Gli aerogeneratori Senvion M34.4 sono invece fabbricati da una ditta di Amburgo che opera da 26 anni e indica nel suo sito di aver installato 7.900 impianti in 35 siti in cui si parlano 23 lingue diverse.
Il modello ha una potenza nominale di 3,4 Mw. Il funzionamento delle pale si ha con un velocità del vento compresa tra 3,5 e 25metri al secondo (ottimale 13,5 m/s). Il rotore ha un diametro di 104 metri, le pale una lunghezza di 50,8 metri
L’ATTO UNILATERALE D’OBBLIGO
Da parte propria, nell’imminenza della scadenza del termine ultimo fissato dalla Regione per l’inizio dei lavori, la Società elettrica ligure toscana sottoscrisse un “atto unilaterale d’obbligo” nei confronti del Comune di Piombino per la realizzazione, la gestione e la manutenzione di una centrale eolica da insediare nel territorio del Comune di Piombino ed il Comune lo accettò, nonostante che nella deliberazione del 23 maggio 2014 numero 165 (variante al regolamento urbanistico per la nascita del parco eolico) fosse prevista la sottoscrizione di una convenzione. L’atto venne firmato dall’ingegner Luigi Pennisi, allora amministratore unico della società elettrica, il 27 maggio 2016, ovvero un giorno prima della data di inizio dei lavori indicata dal cartello posto davanti al cantiere del parco eolico.
Nell’atto unilaterale d’obbligo sono contenute molte delle opere per mitigazione e compensazione a vantaggio del Comune, già riferite nel verbale della Conferenza di servizi allegato al decreto con cui la Regione concedeva l’Autorizzazione unica per la realizzazione del parco eolico.
Colpisce comunque la notizia, riportata in premessa dell’atto d’obbligo, secondo la quale la concessione demaniale rilasciata originariamente alla ditta Fera e di cui oggi gode la Società elettrica ligure toscana, abbia una durata di 19 anni, dal primo gennaio 2014 al 31 dicembre 2033. Un elemento che di certo non si allinea perfettamente con l’indicazione relativa alla vita utile dell’impianto, stimata in 20–25 anni. Quindi, anche considerando ottimisticamente la fine dei lavori alla data indicata del 29 maggio 2019, si può calcolare che gli aerogeneratori possano continuare a funzionare fino al 2039–2044, quindi ben oltre il 31 dicembre 2033. Evidentemente occorrerà una futura richiesta di proroga al demanio.
Nell’atto unilaterale, valido fino al completamento delle opere di ripristino a conclusione dell’attività del parco eolico, sono contenuti impegni economici e realizzazioni di opere di interesse pubblico a vantaggio del Comune.
La società in particolare riconoscerà all’ente locale il 2 per cento dell’importo totale derivante dalla produzione di energia. Gli importi saranno usati dal Comune “per interventi di miglioramento ambientale correlati alla mitigazione degli impatti riconducibili all’impianto, all’efficienza energetica, alla diffusione di installazioni di impianti a fonti rinnovabili e alla sensibilizzazione della cittadinanza sui predetti temi nonché per interventi a favore del territorio rurale, di bonifica idrogeologica, di manutenzione del reticolo superficiale e della viabilità rurale di interesse pubblico”.
Tra le opere che la società ligure toscana si è impegnata a realizzare, comunque fino all’importo massimo di 170 mila euro, si citano il ripristino alle condizioni originarie di tutte le strade interessate dai lavori, la sistemazione della strada pubblica del Quagliodromo, la costruzione di una colonna di ricarica per autoveicoli, cicli e motocicli a motore elettrico su un’area che sarà individuata di comune accordo, la realizzare interventi di ripristino e ripiantumazione del sistema dunale e retrodunale lungo la fascia costiera orientale, per un importo complessivo massimo relativo a questo solo intervento, di 30 mila euro.