Le “zone grigie” nelle istituzioni
Un tempo vi erano ruoli e funzioni nell’ambito delle società municipalizzate che erano di competenza dei consigli comunali ed i consiglieri erano a conoscenza di tutte le questioni.
Oramai con tutte le riforme degli enti locali che si sono susseguite negli anni siamo arrivati al punto che talvolta gli eletti, anche quelli più solerti e più attenti, apprendono le informazioni dalla stampa ancor prima che dai canali istituzionali.
Non è un problema di autorevolezza, che oramai purtroppo in politica non è più una prerogativa importante, bensì di correttezza e rispetto dei rapporti nell’ambito istituzionale, anche se non vi è mai stato molto riguardo in tal senso da parte di chi governa il territorio, se non in rare ed utili occasioni.
Riteniamo che sia assolutamente censurabile che i rappresentanti dei cittadini ed i cittadini stessi siano venuti a conoscenza di nuovi assetti nella gestione di una società partecipata direttamente dagli organi di informazione, soprattutto se si tratta di una delle aziende più grosse di cui il comune di Piombino è socio di maggioranza.
Tutto ciò è accaduto in ASIU, ove non è stata applicata una norma indicata da un decreto del governo precedente, che pone vincoli rigidi rispetto alla presenza di ex politici nei rinnovi dei CDA delle società partecipate per evitare i fantomatici “poltronifici”, bensì si è tentata una strada diversa con la nomina di un amministratore unico plenipotenziario (di un’azienda di rifiuti senza un ATO definitivo di appartenenza), rendendo il tutto pubblico solo a cose fatte e con motivazioni che sono ovviamente opinabili.
Il problema non riguarda le persone e le loro indubbie e riconosciute capacità, ma è il metodo che non va bene, oltretutto in un momento particolare per la vita pubblica di questo paese ed a fronte di fenomeni di autoreferenzialità che non sono accettabili.
Un tempo quando i CDA decadevano si ottemperava ai rinnovi a norma di legge e si ripartiva, poiché questo è il senso per cui vi è un termine definito di scadenza, altrimenti le norme avrebbero sancito cariche a vita.
Fra l’altro questo nuovo assetto all’interno dell’ASIU dovrebbe durare, come dichiarato, fino alle prossime amministrative e non 3 anni come previsto per la figura dell’amministratore unico, in funzione dei rinnovi dei consigli comunali e forse anche delle strategie preelettorali e postelettorali.
Ricordiamo che a breve decadranno cariche di altri enti importantissimi per questo territorio, che qualora fossero prorogati di 6 mesi, come potrebbe presumibilmente accadere, rimetterebbero in gioco una serie di questioni aperte che riguarderebbero i cambi di poltrone per possibili predestinati.
Se così fosse il dibattito avviato proprio un anno fa nell’ambito del PD sulle cosiddette “zone grigie” e delle scelte congegnate fuori dalle sedi preposte ritornerebbe attuale ed allora sarebbe opportuno che i partiti o quel che resta intervengano in modo serio e deciso, prima che la palla passi ad altri e che si scateni il finimondo.
Luigi Coppola UDC Piombino