Legambiente al Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa

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pervenuta in redazione

PIOMBINO 16 mag­gio 2018 — Abbi­amo parte­ci­pa­to, con inter­esse, al con­veg­no svolto il 4 mag­gio a Ven­tu­ri­na e ringrazi­amo per il cortese invi­to.
Siamo sta­ti da sem­pre sosten­i­tori del prog­et­to REWAT ed esprim­i­amo grande sod­dis­fazione per i pro­gres­si in cor­so. In questo quadro di pos­i­ti­vo apprez­za­men­to e con l’intento di dare un modesto con­trib­u­to vi poni­amo alcu­ni prob­le­mi sui quali sarem­mo ben lieti di dare un più com­ple­to con­trib­u­to e comunque rice­vere rispos­ta.

1)    Escav­azioni di ghi­aie
Gius­ta­mente le linee-gui­da che avete pro­pos­to indi­vid­u­ano l’escavazione di ghi­aie in alveo come un grave ele­men­to di squilib­rio nel­la ges­tione del Cor­nia (pag. 32).
A ciò si deve aggiun­gere che la fran­tu­mazione ed il lavag­gio delle ghi­aie nell’impianto pos­to in alveo del Cor­nia, con rilas­cio di sed­i­men­ti argillosi nel fiume è sta­to uno dei più ril­e­van­ti motivi di occlu­sione del sis­tema nat­u­rale di ricar­i­ca delle falde pro­fonde.
Come Legam­bi­ente abbi­amo lavo­ra­to, lo scor­so anno, su questo prob­le­ma ma i risul­tati sono sta­ti delu­den­ti.

  1. Il Comune di Mon­tero­ton­do, con let­tera del pro­prio diri­gente tec­ni­co, dis­conosce qual­si­asi prob­le­ma derivante dalle con­ces­sioni per le escav­azioni in alveo e dichiara che le due ulte­ri­ori autor­iz­zazioni già rilas­ci­ate potran­no tran­quil­la­mente essere ese­gui­te.
  2. L’ARPAT di Gros­se­to, in una sua relazione, nega che esista un prob­le­ma di sed­i­men­ti fini lun­go il cor­so del Cor­nia da met­tere in relazione con il rilas­cio delle acque di lavag­gio dell’impianto di fran­tu­mazione.

Come vedete quin­di ci sono temi urgen­ti ed impor­tan­ti da val­utare nel quadro dell’accordo di baci­no fir­ma­to durante i lavori del Con­veg­no. Altri­men­ti si rischia di oper­are sug­li effet­ti e las­cia­re attive le cause del dan­no ambi­en­tale.
Ram­men­ti­amo infat­ti che la soci­età che effet­tua la fran­tu­mazione è già sta­ta denun­ci­a­ta e sanzion­a­ta in pas­sato e che lavori di ripristi­no del let­to del Cor­nia furono già effet­tuati. Dopo di che il rilas­cio di sed­i­men­ti argillosi è con­tin­u­a­to.
Si nota, per­al­tro, che le 4 autor­iz­zazioni alla escav­azione di ghi­aie, rilas­ci­ate dal Comune di Mon­tero­ton­do sono, cias­cu­na, per volu­mi infe­ri­ori a quel­li che avreb­bero fat­to scattare l’obbligo di VIA ma sono con­cesse con­tes­tual­mente allo stes­so richiedente e sono local­iz­zate una di segui­to all’altra. Si trat­ta, ovvi­a­mente, di un uni­co prog­et­to di escav­azione, strut­tura­to però in modo sostanzial­mente dis­cutibile anche sul piano del­la cor­ret­tez­za ammin­is­tra­ti­va.
Di fronte a queste osser­vazioni il Diri­gente di set­tore del­la Regione Toscana, da noi inter­pel­la­to, si è dichiara­to non com­pe­tente rin­vian­do ogni respon­s­abil­ità al Comune e dichiaran­dosi indisponi­bile ad assumere inizia­tive in mer­i­to.
Pos­si­amo fornire, ove la rite­ni­ate utile, la doc­u­men­tazione sopra ram­men­ta­ta.

2)    Ricar­i­ca del­la fal­da
Siamo del tut­to sosten­i­tori di impianti di ricar­i­ca del­la fal­da, sia ese­gui­ti nel con­testo del­la sis­temazione dell’alveo (come state facen­do) sia in aree esterne all’alveo ma egual­mente drenan­ti.
La ricar­i­ca del­la fal­da pro­fon­da non facili­ta sola­mente una nat­u­ral­iz­zazione del­la Val di Cor­nia, ma è essen­ziale per­ché le falde pro­fonde sono il ser­ba­toio nat­u­rale e quin­di il volano tra disponi­bil­ità e richi­es­ta e la con­dizione essen­ziale per lo svilup­po eco­nom­i­co.
Ci sfugge però la razio che si viene ad evi­den­ziare in relazione al reper­i­men­to di acque per usi pota­bili.
Infat­ti con l’impianto di ravve­na­men­to si prel­e­vano acque di otti­ma qual­ità, leg­gere e pota­bili (è scrit­to sulle linee-gui­da e con­fer­mi­amo questo dato) e si immet­tono nel sot­to­suo­lo dove si car­i­cano di met­al­li che le ren­dono più pesan­ti e non più pota­bili.
Poi, a pochi chilometri di dis­tan­za, queste stesse acque ven­gono emu­nte e trat­tate per ridurre la pre­sen­za di alcu­ni met­al­li (boro, arseni­co) e ren­der­le di nuo­vo pota­bili, dopo aver con­suma­to energie ed aver spre­ca­to, sot­to for­ma di salam­oia, una parte non lieve del­la stes­sa risor­sa.
Sarebbe molto più razionale uti­liz­zare acque super­fi­ciali diret­ta­mente (pre­via pota­bi­liz­zazione bat­ter­i­ca, poco cos­tosa) per l’alimentazione degli acque­dot­ti pota­bili riducen­do quin­di di pari vol­ume l’emungimento.
Anche la riduzione dell’emungimento è, infat­ti, stru­men­to principe per agevolare la ricar­i­ca delle falde ed in più si risparmierebbe ener­gia e salam­oia ed avrem­mo negli acque­dot­ti acque più leg­gere.
Si può obbi­ettare, gius­ta­mente, che l’andamento tor­ren­tizio del Cor­nia potrebbe con­sen­tire ques­ta oper­azione solo per pochi mesi l’anno, ma si può repli­care che già i volu­mi da voi ipo­tiz­za­ti per l’impianto di ricar­i­ca delle falde sono molto inter­es­san­ti.
Ma la soluzione migliore, che noi cal­da­mente rac­co­man­di­amo, è quel­la di man­tenere l’impianto di ricar­i­ca da voi costru­ito e però AGGIUNGERE un impianto di pre­lie­vo diret­to di acque per uso pota­bile dall’acquifero cir­costante il laghet­to “Sales” in loc. Forni. La qual­ità di tali acque di sub­alveo del Cor­nia è eguale a quel­la di scor­ri­men­to.
I van­tag­gi sareb­bero, a nos­tro avvi­so, i seguen­ti:

  1. Sul piano autor­iz­za­ti­vo si avrebbe una sem­pli­fi­cazione poiché non si trat­terebbe di pre­lie­vo di acque cor­ren­ti ma di pozzi freati­ci.
  2. Il mat­eras­so delle ghi­aie garan­tisce un acquif­ero di notev­ole vol­ume, facil­mente ricar­i­ca­bile anche in pre­sen­za di piogge occa­sion­ali in sta­gione sec­ca.
  3. Le opere di pota­bi­liz­zazione e di dis­tribuzione all’utenza sono sem­pli­cis­sime per quan­to riguar­da Suvere­to men­tre per il resto del­la rete l’opera prin­ci­pale sarebbe quel­la di una con­dot­ta di col­lega­men­to di questi pozzi freati­ci ai campi-poz­zo di Caset­ta di Cor­nia (meno di 4.000 ml in lin­ea d’aria).
  4. I volu­mi reper­i­ti da ques­ta fonte sareb­bero, ovvi­a­mente, in detrazione dall’emungimento, dal con­sumo ener­geti­co, dal cos­to di eser­cizio degli impianti di depu­razione e dal­lo spre­co delle salam­oie. Un busi­ness-plan potrebbe con­fort­are ques­ta scelta anche sul piano eco­nom­i­co.

Adri­ano Bruschi

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