Legambiente: sei osservazioni sul progetto Aferpi
PIOMBINO 12 agosto 2016 — Legambiente, Circolo Val di Cornia, nell’ambito del procedimento di verifica di assoggettabilità a VIA, ha presentato alla Regione Toscana alcune osservazioni sul “Progetto di Riconversione Industriale e Sviluppo Economico delle aree del complesso industriale ex-Lucchini di Piombino. Nuovo Assetto dello Stabilimento Siderurgico AFERPI S.p.A.”:
Osservazione 1) accettazione confronto con assetto di ciclo integrale dismesso
L’impatto ambientale della nuova acciaieria comprendente le colate continue, il parco rottami e tutte le infrastrutture e servizi collegati sono di forte impatto e non può essere accettato un confronto con l’impatto di quando funzionava il ciclo integrale comprendente altoforno, cokeria ecc. in quanto questo riguarda il passato, prima che lo stabilimento fosse ceduto a Cevital che poi ha costituito la società Aferpi. Quindi il progetto in esame non consiste nella riconversione di una attività esistente, si tratta di nuovi impianti che non sostituiscono impianti funzionanti e per questo serve una VIA.
Osservazione 2) valutazione dei nuovi impatti
L’impatto ambientale è comunque importante, diverso da impatti della storia siderurgica Piombinese, e va esaminato, calcolato nei suoi vari aspetti che per alcuni parametri può essere anche maggiore, ad esempio il rumore o le polveri fini o l’inquinamento provocato da un parco rottami notevolmente maggiore.
Osservazione 3) Legislazione sulla VIA
La legislazione vigente nazionale e regionale prevede che la costruzione di un impianto complesso come quello di una nuova acciaieria prevede una Valutazione di Impatto Ambientale.
Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Codice Ambientale) descrive che:
” L’autorizzazione integrata ambientale è necessaria per:
2. Produzione e trasformazione dei metalli
2.2. Produzione di ghisa o acciaio (fusione primaria o secondaria), compresa la relativa colata continua di capacità superiore a 2,5 Mg all’ora
2.3. Trasformazione di metalli ferrosi mediante:
a) attività di laminazione a caldo con una capacità superiore a 20 Mg di acciaio grezzo all’ora;”
… ” verifica di assoggettabilità di un piano o programma: la verifica attivata allo scopo di valutare, ove previsto, se piani, programmi ovvero le loro modifiche, possano aver effetti significativi sull’ambiente e devono essere sottoposti alla fase di valutazione secondo le disposizioni del presente decreto considerato il diverso livello di sensibilità ambientale delle aree interessate”.
“Effetti significativi sull’ambiente” possono riguardare ad esempio i microinquinanti (PCB e Diossine) che possono rappresentare il problema emergente, fin qui non valutato nelle precedenti autorizzazioni ambientali.
Osservazione 4) Implicazioni e impatti su aree a forte valenza ambientale
Il nuovo assetto industriale di AFERPI interessa inoltre, se pure limitatamente alle infrastrutture lineari (viabilità e binari ferroviari) a servizio del nuovo stabilimento siderurgico, il sistema del territorio aperto del P.S., andando ad intercettare il subsistema della pianura costiera orientale disciplinato dall’art 43 delle NTA caratterizzato dalla presenza delle seguenti invarianti strutturali (identificate come beni territoriali del territorio aperto):
— “aree aperte a vegetazione palustre” disciplinate dall’art. 56 delle NTA
— “aree di pertinenza fluviale” disciplinate dall’art. 57 delle NTA.
Il Piano Strutturale di area stabilisce per le aree aperte a vegetazione palustre una disciplina volta alla conservazione del suolo, del sottosuolo, delle acque, della flora e della fauna prevedendo interventi e attività finalizzati alla conservazione e al ripristino delle componenti naturali ammettendo esclusivamente infrastrutture e attrezzature finalizzate alla vigilanza e alla fruizione collettiva delle suddette componenti naturali proprie dell’ambito; per le aree di pertinenza fluviale una disciplina volta alla manutenzione, l’adeguamento e la realizzazione delle infrastrutture necessarie alla conservazione e gestione della zona.
Quindi si tratta di valutare con la VIA, un aggravio degli impatti sull’ambiente non presenti nello scenario di fabbrica fino ad ora presente. Anche in questo caso si “possano aver effetti significativi sull’ambiente e devono essere sottoposti alla fase di valutazione” come recita il Decreto legislativo n. 152 3 aprile 2006. in Particolare:
ALLEGATO V Criteri per la Verifica di assoggettabilità di cui all’art. 20.
2. Localizzazione dei progetti
Deve essere considerata la sensibilità ambientale delle aree geografiche che possono risentire dell’impatto dei progetti, tenendo conto, in particolare:
dell’utilizzazione attuale del territorio; della ricchezza relativa, della qualità e della capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona; della capacità di carico dell’ambiente naturale, con particolare attenzione alle seguenti zone:
a)zone umide;
b)zone costiere;
Inoltre, per questo aspetto, tale progetto si pone in contrasto alla disciplina paesaggistica regionale.
Osservazione 5) Impatto su infrastrutture strategiche
Il progetto industriale di Aferpi implica variazioni del Piano Strutturale d’area anche sulle infrastrutture strategiche del Comune di Piombino, soprattutto sull’asse di penetrazione al porto di Piombino, disegnando un altro percorso della strada statale 398, non più interna alle aree industriali, accanto alla linea ferroviaria ma detta strada passerebbe vicinissimo alle abitazioni dei quartieri Poggetto e Cotone, impattando e peggiorando la qualità della vita degli abitanti. Non può non essere valutato questo aspetto con una procedura di Via.
Osservazione 6) Conclusioni mancanza di un progetto
Il progetto industriale di Aferpi non può non dover essere valutato nel proprio complessivo impatto ambientale, per le complesse implicazioni di emissioni, impatti paesaggistici, oltre a impatti di servizi e infrastrutture che al momento non sono valutabili, mancando un progetto vero e proprio, non solo definitivo o esecutivo ma neanche preliminare di massima ma solo un Masterplan che è impossibile da valutare compiutamente.
Condivido il massimo rigore con il quale si debbono valutare tutti gli aspetti legati all’ambiente nel suo complesso di un progetto cosi vasto e diversificato, tuttavia voglio precisare i seguenti aspetti:
a) è verissimo che il parco rottame sarebbe molto più grande e rumoroso del precedente, pur tuttavia vanno considerati due aspetti significativi, primo la lontananza dalle abitazioni per effetto della quale la rumorosità diventerebbe ininfluente e comunque sarebbe sempre possibile prevedere una parete fono assorbente sul lato più vicino alle abitazioni;
b) essendo la qualità dell’acciaio finale, sopratutto rotaie e barre,legata alla qualità del rottame utilizzato„questo deve essere di assoluta qualità, spezzoni di rotaie,lamierini, profilati puliti ma assolutamente non carcasse di auto che contengono plastiche e rottami inquinati di vario genere (ne risentirebbe la qualità finale). C’è da prestare attenzione alle opere civili del parco rottame, poiché devono funzionare oltre che da sostegno ai carichi e sollecitazioni, anche da isolante rispetto al terreno sottostante;
c) un’altra fonte certa di rumore, oltre agli impianti di affinamento denominati LF (ladle fournace) presenti anche nel precedente ciclo, è dovuta alla presenza delle torri di raffreddamento dei fumi in uscita dal forno elettrico e qui occorre pretendere il meglio in quanto alle opere di insonorizzazione degli estrattori dei fumi stessi;
d) il forno elettrico raggiunge 130 dba per questo è totalmente inserito in una cappa fono assorbente che garantisce 80 dba all’esterno di questa e 50 dba a 100 metri;
e) in quanto a polveri val la pena ricordare che i migliori filtri installati sui Convertitori Lurgi Thyssen garantivano 20mg/ mc, con i forni elettrici si scende a 10 ed anche meno con facilità, grazie ad un processo molto più controllato. Nei forni elettrici non esistono aumenti di pressione in cappa che invece erano frequenti con i Convertitori e generavano aumenti improvvisi di polveri difficili da captare;
f) un ultimo aspetto significativo, la produzione di CO2 generata da un processo come quello che avevamo è notevolmente superiore a quella generata da un ciclo da forno elettrico, si parla di 4 a 1 (dati di memoria da letteratura tecnica).
Un ultima osservazione legata al percorso della ipotetica 39: non capisco perchè in assenza di impianti in produzione debba passare vicino alle abitazioni e non tagliare all’interno, ma qualora cosi fosse ed aggiungo magari, credo che le problematiche per le abitazioni vicine non sarebbero confrontabili con quelle sofferte fino a poco tempo fa con la vicina Cokeria. In ultimo, spero veramente che su tutte le questioni di cui sopra possa esserci un confronto e ci sia da battagliare, vorrebbe dire che il mondo è ripartito.