Legambiente versus Comitato Salute Pubblica
PIOMBINO 8 febbraio 2020 — L’intervento del Comitato Salute Pubblica di Piombino non è un attacco alla legittimità dell’operato del nostro Circolo, bensì di tutta Legambiente. Una vera e propria invettiva, inviata a tutti i media, sebbene indirizzata alle presidenze, nazionali e regionali, dell’associazione. Un testo in cui viene insinuato il dubbio che la nostra compagine sociale non tuteli l’ambiente e la salute.
Vogliamo solo suggerire agli estensori della lettera, nel caso in cui non abbiano condiviso le nostre osservazioni alla Variante al RUC, protocollate in data 31 gennaio 2020, di attenersi strettamente al merito delle questioni da esse sollevate. A nostro modesto avviso, infatti, l’ambientalismo del NO e quello altrettanto pernicioso del FARE, sono due facce della stessa medaglia. Quella che rifugge lo studio approfondito dei documenti e la strada impervia della complessità. Nel caso di specie, questa Variante Urbanistica non ci convince, per com’è fatta tecnicamente e per come tenta d’ingenerare facili consensi alla scala locale.
Quanto all’accusa, più o meno velata, che saremmo collaterali a un certo schieramento politico, vorremmo qui ricordare due semplici cose.
La prima è che Legambiente non solo non rinnega ma rivendica di far Politica. Quella con la P maiuscola. Che per noi vuol dire: attenzione costante, tenace, lucida, a perseguire il bene comune. Il bene della Polis, appunto.
La seconda è che Legambiente, radicalmente e orgogliosamente autonoma dal circuito dei Partiti (di tutti i Partiti), non ha mai fatto sconti a nessuno. Dal punto di vista giornalistico, questa insinuazione assume peraltro involontariamente la cifra del grottesco, perché in verità basterebbe cercare su un qualsiasi motore di ricerca per imbattersi nelle tante e sferzanti critiche che l’associazione ha rivolto a tutte le sindacature piombinesi che hanno preceduto l’attuale.
O i componenti del Comitato non hanno memoria delle tante battaglie condotte a difesa del litorale di Baratti, o contro le tante Varianti ambientalmente dannose per questo territorio? Non ricordano o fanno finta di non ricordare chi era in prima linea contro l’inquinamento dell’area industriale, quando abbiamo combattuto strenuamente contro la venuta dei cosiddetti “fanghi di Bagnoli”?
Insomma, invitiamo tutti a discutere e a dialogare sul merito delle questioni. Il conflitto, quando civile, aiuta e non deprime certo la democrazia, a Piombino come nel resto del Paese.
Stefano Ciafani, Presidente Nazionale di Legambiente
Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana
Adriano Bruschi, Presidente di Legambiente Val di Cornia
I precedenti
PIOMBINO 7 febbraio 2020 — L’associazione “Circolo Legambiente Val di Cornia” ha presentato nove osservazioni ed opposizione alla Variante con la quale il Comune di Piombino ha deciso di cambiare la destinazione d’uso dell’area di Ischia di Crociano da zona per smaltimento rifiuti a parco pubblico urbano. Una variante adottata che per essere approvata dovrà passare di nuovo dal Consiglio Comunale che discuterà le osservazioni che nel frattempo sono state presentate. Tra queste, appunto, le osservazioni di Legambiente. Nel frattempo su tali osservazioni ha preso una posizione molto critica il Comitato Salute Pubblica Piombino — Val di Cornia con una lettera inviata al Presidente di Legambiente Italia, Stefano Ciafani, e al Presidente di Legambiente Toscana, Fausto Ferruzza.
Pubblichiamo il comunicato stampa di Legambiente della Val di Cornia e la lettera del Comitato Salute Pubblica Piombino — Val di Cornia.
Circolo Legambiente Val di Cornia
Sono nove le osservazioni che avanziamo nei confronti della variante della zona di Ischia di Crociano. Questa variante cambia la destinazione d’uso da area di trattamento, riciclo e smaltimento rifiuti (F6) in area di parco pubblico urbano (Fg).
Tra le principali osservazioni rileviamo che il cambio di destinazione d’uso causerebbe l’insostenibilità economica degli interventi di bonifica già progettati, sia per quanto concerne le discariche già esaurite, sia dell’area Li53 che dell’intera area Sin in quanto si necessitano concentrazioni inferiori dei parametri chimici del suolo. In aggiunta, l’impossibilità di gestione dei rifiuti provenienti dalla rimozione dei cumuli abbancati abusivamente, dalla messa in sicurezza dell’area, dalle demolizioni, dalla rimozione dei cosiddetti hot spot e la bonifica dei terreni provenienti da Città Futura.
La demolizione dell’impianto TAP sarebbe un enorme danno erariale, dato il costo di circa 10 milioni di finanziamenti pubblici e consistenti contributi comunitari, con la prospettiva che l’Unione Europea richieda il rimborso delle somme versate come cofinanziamento. Inoltre, si priverebbe il territorio di asset strategici indispensabili al risanamento ambientale ed alla competitività del sistema territoriale.
Si rileva il contrasto con le finalità industriali dell’area, previste nel piano strutturale e la mancata dimostrazione della compatibilità, in termini di salute pubblica, dei potenziali fruitori di tale area a parco in relazione con gli ambiti industriali circostanti che rimarrebbero ancora in essere.
Esiste già un progetto di rinaturalizzazione delle discariche già approvato con VIA e con parere positivo della Soprintendenza, di cui si avrebbe la certezza di essere realizzato, al contrario della Variante. Questo è previsto dal piano industriale di RIMateria, dopo la chiusura delle discariche. La variante interferisce con questo progetto preesistente senza assicurarne la realizzazione.
Si osserva il contrasto con il PTC della Provincia di Livorno che prevede un Sistema funzionale delle attività economiche e individua obiettivi prestazionali per il consolidamento della presenza industriale, tra i quali: un Sistema funzionale dei rifiuti, che deve poter soddisfare lo smaltimento dei rifiuti prodotti sul territorio.
Si omettono pareri ambientali come quello del Nucleo regionale di Valutazione di Impatto Ambientale e successiva delibera della Giunta Regionale rilasciati nell’ambito del procedimento di VIA.
“- Sotto il profilo ambientale, nel senso di tutela dell’ambiente, l’opzione zero (mancata realizzazione del progetto RiMateria) non è quindi preferibile, sia rispetto al tema della necessità di provvedere alle operazioni di bonifica, che rispetto alle problematiche di emissione degli odori, che potrebbero invece essere gestite attraverso specifiche prescrizioni e modalità di coltivazione.”
Quello che non è accettabile è che il documento preliminare, di assoggettabilità ad una valutazione strategica (VAS), da sottoporre alla commissione regionale, sia così lacunoso e scarso di analisi. In pratica manca del tutto una valutazione strategica, da parte dell’amministrazione comunale, una sua proposta di strategia di bonifica, di gestione del territorio industriale e dei rifiuti speciali-industriali, da portare in discussione. Non fa una seria analisi, di quelli che potranno essere gli impatti secondari ed indiretti che potranno determinarsi con una variante di questo tipo, dando per scontato che il termine “parco o area verde” significhi salute e pertanto, una tale destinazione non determini impatti derivati di alcun tipo. Si richiede pertanto che si presenti un vero e qualificato studio di VAS come prescritto dalla normativa vigente. Si dica, almeno a grandi linee, dove devono finire i rifiuti presenti e futuri dell’area industriale, come devono essere trattati e con quali convenienze economiche.
In conclusione crediamo che questa variante sia un atto che concretamente impedisce gli interventi di risanamento ambientale di quell’area, al contrario di ciò che l’amministrazione vuole far credere.
Comitato Salute Pubblica Piombino — Val di Cornia
Spett.le Legambiente Italia
Presidente Stefano Ciafani
Spett.le Legambiente Toscana
Presidente Fausto Ferruzza
Siamo il Comitato Salute Pubblica Piombino Val di Cornia, un Comitato formato da circa quattrocento persone che da oltre due anni combatte contro l’ampliamento della discarica di Ischia di Crociano nel Comune di Piombino, una discarica che attualmente è circa 1,850 milioni di metri cubi pervenuti da nove regioni italiane, non un grammo dal nostro SIN, e che ha recentemente ottenuto la VIA per altri 2,850 milioni di metri cubi di rifiuti speciali. Alcuni di noi vivono vicinissimi alla discarica, a circa 200 metri, subendo enormi disagi da questa azienda, RIMateria. La società che gestisce la discarica è oggetto di continue diffide da parte della Regione Toscana inerenti la gestione della produzione del percolato e del biogas poiché mancano le coperture sia provvisorie che definitive. Insomma una società che negli anni ha pensato a fare profitti e a investire ben poco per la messa a norma. In pratica attualmente i cittadini di Piombino si trovano a dover convivere con i disagi di una discarica di rifiuti speciali che avrebbe dovuto smaltire i rifiuti del SIN di Piombino ma che neanche un grammo di quei rifiuti ha smaltito in tutti questi anni.
Al fine di tutelare la nostra salute ed il rispetto dell’ambiente il Comune di Piombino, contrario all’ampliamento della discarica, ha adottato una variante urbanistica che prevede una zona di “parco urbano” vicino alla discarica. Siamo rimasti perplessi quindi , ed in alcuni casi increduli, davanti alle nove osservazioni che Adriano Bruschi, in rappresentanza del Circolo Legambiente della Val di Cornia, ha appena presentato in Comune sulla variante urbanistica stessa.
Queste nove osservazioni a noi sembrano più un’arringa a sostegno dell’ampliamento di un impianto di rifiuti, una posizione per niente rispettosa dell’ambiente ma molto vicina a una certa parte politica.
Contrariamente a quanto sostenuto dal vostro delegato Adriano Bruschi, il Comitato ritiene estremamente pericoloso considerare la discarica di Ischia di Crociano a servizio delle bonifiche in quanto ad oggi non è partito nessun progetto di bonifica, non si parla di demolizioni d’impianti e nelle aree che un tempo erano destinate a zone cuscinetto a verde per la città, insistono ed insisteranno impianti industriali siderurgici. A Piombino sono arrivati solo rifiuti da fuori, nonostante la discarica sia presente dal 1997.
Quindi per noi ben venga la variante a “parco urbano”, forse sarebbe un primo ma importante passo in avanti per ridisegnare un territorio. Questa variante a nostro modo di vedere ci tutela molto di più perché allontanerebbe il perimetro della discarica dalle nostre case, permetterebbe un maggiore filtro con essa, sarebbe finalmente chiaro a tutti che da una parte ci sono i rifiuti che devono essere messi in sicurezza e dall’altra la città.
Inoltre, il sistema funzionale dei rifiuti, come lo definisce il vostro delegato Adriano Bruschi, che dovrebbe poter soddisfare lo smaltimento dei rifiuti prodotti sul territorio, non tiene conto che nella nostra zona le imprese sono sempre meno, tanto che sono solo i rifiuti speciali “da fuori” ad essere gestiti da RIMateria e, di certo, non potranno essere i rifiuti delle bonifiche per il cui smaltimento l’azienda non è autorizzata. Se invece il Sig. Bruschi si riferisce allo smaltimento degli scarti della ripresa della siderurgia basti sapere che le nuove acciaierie con forni elettrici non produrrebbero più la stessa quantità di rifiuti delle acciaierie con altoforno, anzi i forni elettrici moderni riescono a riciclare gran parte delle scorie di produzione. Purtroppo sul nostro territorio insiste già un’azienda che tratta rifiuti pericolosi, la Wecologistic, e a questo proposito chiediamo che posizione abbia Legambiente Val di Cornia: è favorevole anche a questa azienda che incrementa un notevole spostamento di merci pericolose via terra ‚via ferrovia e via mare? Ma aldilà di tutto, fare di una città di mare, una “città dei rifiuti” renderebbe qualsiasi posto poco invitante per viverci e per sviluppare economie alternative, meno impattanti di una discarica.
Soprattutto rimaniamo meravigliati di quanto contiamo assai poco come cittadini e residenti per un’associazione che ha scelto come sua missione la difesa dell’ambiente! Per questo ribadiamo che la posizione assunta da Legambiente Val di Cornia sia una posizione politica e che di fatto non rientra nelle sue competenze. Dopo mesi di una lotta senza interruzioni, siamo stanchi e delusi da chi dovrebbe tutelarci ed invece pensa alla sostenibilità di una discarica.
Ma cosa ne pensano Legambiente Nazionale e Regionale?