Lettera aperta a Anselmi, Fabiani e Lolini
Suvereto 4 giugno 2014 — Da vecchio elettore chiedo che dedichiate qualche minuto alla lettura di questa nota come modesto contributo al durissimo confronto che si è sviluppato a seguito dell’intervento di Gianni. La prima cosa che viene alla mente è quella di riflettere un attimo e chi è senza peccato scagli la prima pietra. Leggere sulla stampa uno scambio di opinioni così violento tra compagni dello stesso partito fa venire una fitta al cuore, soprattutto per chi, come me, viene da lontano che tutto questo appare inverosimile.
Purtroppo la politica di questi ultimi venti anni è cambiata molto, la definirei irriconoscibile, sicuramente il berlusconismo finito sul piano politico, riesce ancora ad affermarsi nella cultura dell’impegno individuale e le posizioni dei singoli non sono, quasi mai, legate agli interessi generali della collettività ma tende a salvaguardare il proprio personale ruolo, utilizzando naturalmente anche i rapporti di gruppi di potere. Quelli che la massa definisce autodifesa della casta.
Facciamo insieme qualche riflessione:
1 – la politica sovracomunale della Val di Cornia negli anni 2009–2014 si è andata distruggendo chiudendo ogni comune in casa propria, e la responsabilità da molti è stata indicata in più occasioni nella mancanza di volontà di Gianni. La mia domanda ma la nostra Federazione dove era e che cosa faceva? Per me è chiara responsabilità politica e questa è rappresentata dalla federazione non può essere ristretta alla volontà di un sindaco.
2 – certamente in questi anni Gianni Anselmi non è stato valorizzato, non è stata concessa la deroga per farlo partecipare alle primarie per la candidatura alla Camera, con la motivazione che non erano previste, brutta bugia tanto che il sindaco di Vinci partecipò alle primarie con deroga concessa. C’è stato anche chi ha detto che Gianni ha messo spesso del suo per non farsi benvolere; ma davvero il carattere può influire più del valore oggettivo della persona chiamata a svolgere un ruolo istituzionale?
3 – la perdita di Suvereto è la naturale conseguenza della sciagurata proposta della fusione, che la federazione ed i circoli di Suvereto e Campiglia hanno portato offendendo la politica perché hanno eluso il confronto e sono andati dritti alla decisione. E quel che è peggio per capire l’errore e aprirsi al nuovo hanno aspettato fino al primo aprile, sessanta giorni prima del voto. Sono convinto che se fosse avvenuto subito dopo il referendum, ottobre/novembre, avremmo potuto recuperare ben oltre il 40%. Incapacità a fare i conti con i propri errori, non si potrà certo negare, proprio il sottoscritto lo ha chiesto apertamente e le sue missive sono cadute nel vuoto e nella campagna elettorale, gli stessi che durante il referendum dicevano che l’Unione di Comuni era la peggiore cosa che potesse esistere, sono tornati a sostenere che la strada maestra era soltanto l’Unione dei Comuni. Camaleontismo davvero incredibile e magari — quel che è peggio — erano convinti di convincere.
4 – la posizione di Francesco in difesa della Federazione, la ritengo fuori luogo perché danneggia prima di tutto lui e poi porta immagine di essere a sostegno di quella casta che la gente vede. Non so se è stata sollecitata da qualcuno ma certamente è errore grave di gioventù che mi auguro possa andare presto nel dimenticatoio, altrimenti non abbiamo fatto niente di nuovo ma tutto scorre come sempre.
Le mie considerazioni si fermano qui, un semplice invito a contare tutti fino a cento prima di rispondere o prendere posizione, ma dobbiamo avere anche la capacità di leggere le cose per come sono, dando il giusto valore ad ognuno sempre. Ed io vedo chiaramente che Gianni non solo non è stato valorizzato ma nemmeno vi è stato uno sforzo per non perdere questo uomo di tanto valore. Qualcuno ha detto che Gianni ha messo il partito in una brutta situazione, peccato che anche stavolta si pensi solo a senso unico, al solito, totale incapacità di vedere le cose, zero autocritica e anzi si danno sentenze e colpe.
Rivolgo a Gianni un appello, fermati con gli interventi pubblici, il tuo valore di amministratore non può essere annullato da polemiche dannose, aiuta il partito a riconoscere i propri limiti, senza arroganza e con la serietà che deve distinguere un uomo che del bene pubblico ha fatto e fa base della propria vita. A Valerio aggiungo basta con reazioni non ragionate, gli errori commessi da qualcuno hanno sempre una ragione scatenante, in quanto dirigente ti spetta individuarla e rimuoverla, altrimenti diventi attore negativo.
A Francesco posso solo dire che con te ho trascorso sessanta giorni belli, sono contento del tuo attaccamento al partito, ma già ti avevo detto a suo tempo che le affermazioni dei dirigenti non sono oro colato sempre. Dobbiamo avere capacità di scernimento e valutazione oggettiva, prima di abbracciarle. E poi ci sono situazioni come questa che è meglio rimanere dentro al partito e non portare ulteriore pesantezza alle cose già pesanti. Altrimenti non riusciremo a dare a questo partito quella giusta “P” maiuscola che da troppo tempo è stata denigrata e non più utilizzata.
Walter Gasperini