Lettera aperta ad Anna Marson

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pervenuta in redazione

SUVERETO 1 aprile 2015 — Sen­to il bisog­no di fare con te una paca­ta rif­les­sione pub­bli­ca sulle cose che han­no prodot­to gli ulti­mi even­ti e per i quali hai subito tan­ti attac­chi trop­po spes­so per­son­ali (non politi­ci) e soprat­tut­to inca­paci di leg­gere den­tro alle cose, ma solo pre­sun­tu­osi nel pen­sare la ver­ità come loro esclu­si­va poten­zial­ità. La polit­i­ca è cam­bi­a­ta e con essa è cam­bi­a­to anche il modo di approc­cia­r­si alle cose e ai dis­eg­ni di una indis­pens­abile pro­gram­mazione nel gov­er­no del­la cosa pub­bli­ca, la mia rif­les­sione vuol par­tire pro­prio da questo, speran­do di evitare una inutile retor­i­ca e anal­iz­zan­do, con la seren­ità che deve dis­tinguere la polit­i­ca e gli even­ti per inserir­li nel nuo­vo che abbi­amo anche se non ci piace.
La sto­ria polit­i­ca che le ammin­is­trazioni del cen­tro sin­is­tra dell’Italia in gen­erale e del­la Toscana in par­ti­co­lare pos­sono scri­vere nei loro annali una lista impor­tante degli impeg­ni assun­ti e prat­i­cati per una mas­si­ma atten­zione alle politiche di gov­er­no locale (purtrop­po non sem­pre ma spes­so), che dove­vano pren­dere atto del rag­giun­to liv­el­lo di sfrut­ta­men­to delle risorse nat­u­rali, il famoso con­cet­to di lim­ite, per intro­durre una visione nuo­va del­lo svilup­po che dove­va sig­nifi­care non aumen­to delle occu­pazioni di suo­lo e soprat­tut­to totale riconosci­men­to delle risorse pre­sen­ti, dai cen­tri stori­ci con il loro val­ore architet­ton­i­co, sociale e stori­co, alla agri­coltura con­cepi­ta come vera cen­tral­ità nel­la indi­cazione di nuovi sce­nari di svilup­po che deb­bano usare con cervel­lo le risorse e dare respiro all’offerta com­p­lessi­va che ogni ter­ri­to­rio pote­va e dove­va porre sul tap­peto del­la pro­pos­ta.
La crisi dei par­ti­ti e soprat­tut­to del­la polit­i­ca, ha prodot­to guasti enor­mi nel­lo sce­nario cul­tur­ale, sociale e politi­co nelle pro­gram­mazioni di sperati svilup­pi che non han­no qua­si mai le giuste atten­zioni ai val­ori espres­si negli anni prece­den­ti e con l’aggravante del­la crisi, dura e per­du­rante da tan­ti, trop­pi anni, ha cre­ato mag­giori con­fu­sioni e false sper­anze. Troppe sono state le situ­azioni dove non si è saputo cogliere l’occasione del­la crisi per incar­dinare bene un nuo­vo mod­el­lo del­lo svilup­po che avesse vera sosteni­bil­ità ambi­en­tale, superan­do quelle respon­s­abil­ità che era­no insite nel vec­chio mod­el­lo e invece in nome di un fal­so lavoro per l’immediato si è cer­ca­to di intro­durre soluzioni che anda­vano nel­la direzione oppos­ta, sen­za curar­si del­la inco­eren­za ogget­ti­va per­vade­va le scelte.
La nos­tra forza come Toscana, anzi come “toscane”, dove­va saper­si man­tenere sul­la scia delle capac­ità che sape­vano anche dire di no e che nel­la tutela ambi­en­tale dove­vano trovare la vera forza per costru­ire le strade del domani, non pote­va e non dove­va bastare un lavoro pur che fos­se, ma cosa, come, per cosa e soprat­tut­to era essen­ziale saper tute­lare quei beni nat­u­rali e ambi­en­tali che fan­no essere le nos­tre “toscane” tan­to apprez­zate e ricer­cate nel mon­do intero. Non cer­to sot­tosvilup­po, come qualche scioc­co che non possiede altri argo­men­ti cer­ca di sostenere accu­san­do ques­ta cul­tura di gov­er­no, non cer­to una agri­coltura del medio evo che potrebbe sosten­er­la soltan­to chi dell’agricoltura non conosce nem­meno la sua local­iz­zazione. Così come appare davvero provenire dal­la luna il mer­av­igliar­si del divi­eto di costru­ire negli alvei dei fiu­mi anche dei depu­ra­tori.
È come non accorg­er­si che le mod­i­fi­cazioni neg­a­tive al nos­tro ambi­ente, oggi riven­di­cate come lavoro essen­ziale, sono fal­so svilup­po, per il domani rap­p­re­sen­tano un dan­no irre­versibile, per­ché intro­ducono quei peg­gio­ra­men­ti che van­no a cam­biare il volto che le nos­tre toscane offriran­no e avran­no un aspet­to e un val­ore meno accat­ti­vante.
Ecco questo è non accorg­er­si del rag­giun­to e super­a­to con­cet­to di lim­ite, questo è non riconoscere quali aspet­ti dan­no val­ore al ter­ri­to­rio e alle sue risorse, ques­ta è miopia di chi pen­sa che il domani si con­tribuisce a fon­dare poten­do trascu­rare quel­lo che oggi è uni­ver­salmente riconosci­u­to come val­ore asso­lu­to. In sin­te­si pos­si­amo affer­mare che il lavoro che oggi serve con urgen­za avrebbe la gius­ta rispos­ta dalle politiche e scelte che anche tu sostieni, men­tre i tuoi detrat­tori non si ren­dono con­to che le loro scelte e indi­cazioni han­no fia­to cor­to e alla lun­ga pro­dur­reb­bero un dan­no irre­versibile, che invece la medi­azione del­la polit­i­ca ha con­sen­ti­to una notev­ole atten­u­azione del dan­no .
In questo quadro il tuo ruo­lo come asses­sore alla Regione Toscana è sta­to impor­tante ed ha por­ta­to inno­vazione, così come impor­tante è sta­to il ruo­lo del Pres­i­dente Rossi che ha saputo intro­durre quel­la medi­azione essen­ziale cer­can­do di ottenere il mas­si­mo pos­si­bile dal­la attuale cul­tura polit­i­ca che vede solo il bisog­no di lavoro sen­za por­si il prob­le­ma di quale lavoro e soprat­tut­to non riconosce al ter­ri­to­rio, oppure sot­to­va­l­u­ta colpevol­mente, un ruo­lo deter­mi­nante di qual­si­asi svilup­po vogliamo costru­ire.
In questo quadro la tua azione sarà sicu­ra­mente ricor­da­ta negli anni futuri per il con­trib­u­to por­ta­to ad una cul­tura del­la sosteni­bil­ità che parte dal riconoscere al ter­ri­to­rio un ruo­lo che mi sono sem­pre per­me­s­so di definire “vero par­co” entro al quale si orga­niz­za ogni aspet­to del­la vita. Ma sarà la sua bellez­za e la sua capac­ità di auto-rigener­ar­si a garan­tire il futuro che guar­da ai gio­vani e al domani. Quel­lo che ti è man­ca­to è com­pren­dere che la polit­i­ca è l’arte del pos­si­bile e che come ha sem­pre sostenu­to il grande Pietro INGRAO: “la polit­i­ca deve saper cam­biare l’indignazione in appli­cazione del pos­si­bile, riconoscen­do ad esso un pas­so in avan­ti pos­i­ti­vo”.
Mi per­me­t­to di invi­tar­ti a val­utare ser­e­na­mente queste con­sid­er­azioni e dare alla polit­i­ca il gius­to ruo­lo che non annul­la il poten­ziale che deve esprimere e che ogni peri­o­do riesce a costru­ire, cer­to non sot­to­va­l­u­tan­do nes­suno e dan­do ad ognuno il gius­to peso, se la polit­i­ca è l’arte del pos­si­bile, appare chiaro che in una medi­azione vi sono posizioni molto diverse fino ad essere estreme, ma una capac­ità di con­fron­to deve pro­durre quei pas­si avan­ti pos­i­tivi che man­ten­gono alto il val­ore del ter­ri­to­rio e del­la for­tis­si­ma neces­sità, sem­pre più impel­lente, di avere basi pro­gram­matiche per un nuo­vo svilup­po che del­la sosteni­bil­ità ambi­en­tale fac­cia esclu­si­vo cen­tro.
Mi sono per­me­s­so di pro­por­ti ques­ta rif­les­sione in virtù del­la sti­ma e dell’affetto frater­no che assi­curo con­fer­mati nei tuoi con­fron­ti, con­sapev­ole che dal­la tua conoscen­za ho sicu­ra­mente trat­to molti inseg­na­men­ti e come me, ne sono cer­to, potran­no trarre gio­va­men­to anche quel­li che oggi sem­bra­no tuoi “catoni-cen­sori”.

Wal­ter Gasperi­ni

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