Lettera aperta alle rappresentanze sindacali

PIOMBINO 15 gen­naio 2016 — Cari com­pag­ni e ami­ci, appren­di­amo del­la pro­pos­ta di una man­i­fes­tazione da ten­er­si il 20 gen­naio. Siamo con­vin­ti del­la neces­sità di imme­di­ate mobil­i­tazioni a sot­to­lin­eare le for­ti pre­oc­cu­pazioni dei lavo­ra­tori per le prospet­tive occu­pazion­ali, viste le inadem­pien­ze di Cevi­tal-Afer­pi e dopo la allar­mante (e com­i­ca) inter­vista rilas­ci­a­ta ulti­ma­mente da Rebrab a Pari­gi. Vi chiedi­amo quin­di un incon­tro per dis­cutere insieme e con­tribuire, nel rispet­to dei rispet­tivi ruoli e autonomie, a mobil­itare inci­si­va­mente non solo i lavo­ra­tori del­la siderur­gia e dell’ indot­to, ma anche le col­let­tiv­ità del­la Val di Cor­nia e oltre, onde rius­cire final­mente a fare del “caso Piom­bi­no” una emer­gen­za di riso­nan­za nazionale. Sot­to­poni­amo al vaglio del­la dis­cus­sione obi­et­tivi (che qui di segui­to sin­te­tizzi­amo) da noi indi­vid­uati nel cor­so del nos­tro impeg­no sul fronte comune del­la dife­sa del lavoro, del­la sua dig­nità e sicurez­za:

  • Pren­dere atto defin­i­ti­va­mente del­la inaf­fid­abil­ità del grup­po Cevi­tal, che usa come spec­chi­et­to per le allodole la siderur­gia, pron­to a dis­met­ter­la quan­do avrà acquisi­to defin­i­ti­va­mente la posizione di sostanziale monop­o­lio sul por­to e sulle aree retro­por­tu­ali. A quel pun­to potrà usare tali aree in piena lib­ertà, instau­ran­dovi attiv­ità che daran­no molti meno posti di lavoro di quel­li dismes­si e ripro­por­ran­no impor­tan­ti prob­le­mi di impat­to ambi­en­tale.
  • Restare anco­ra appe­si alla sper­an­za del Sal­va­tore del­la Patria vuol dire con­dannare defin­i­ti­va­mente la siderur­gia piom­bi­nese e pas­sare da una mono­cul­tura pro­dut­ti­va ad una pro­pri­età monop­o­lis­ti­ca delle più impor­tati risorse del ter­ri­to­rio, osta­co­lo per qual­si­asi diver­si­fi­cazione eco­nom­i­co-pro­dut­ti­va.
  • Riven­di­care l’ inter­ven­to imme­di­a­to del Gov­er­no ( mas­si­mo garante degli accor­di stip­u­lati ) che assi­curi innanzi tut­to la con­ti­nu­ità pro­dut­ti­va dei treni di lam­i­nazione e i con­trat­ti di sol­i­da­ri­età. Il Gov­er­no operi inoltre, in pro­prio e incen­ti­van­do il con­cor­so di pri­vati, per assi­cu­rare l’in­ves­ti­men­to per il nuo­vo treno a rotaie, per avviare tem­pes­ti­va­mente le attiv­ità di bonifi­ca, pre­sup­pos­to di ogni svilup­po dif­feren­zi­a­to del ter­ri­to­rio, per rilan­cia­re la pro­duzione d’ acciaio a Piom­bi­no, per adeguare la dura­ta degli ammor­tiz­za­tori sociali al rilan­cio pro­dut­ti­vo del set­tore. È in ogni caso irri­n­un­cia­bile l’ elim­i­nazione del­la “tagli­o­la occu­pazionale” del 1° luglio 2017. Ove in quel­la data dovesse per­manere l’ attuale pro­pri­età Afer­pi, cosa da noi ritenu­ta peri­colosa, non vi dovrà essere, per l’ azien­da, facoltà di ridurre i liv­el­li occu­pazion­ali attuali. Bisogna “fer­mare l’orolo­gio” , facen­do subito un accor­do sin­da­cale (di miglior favore rispet­to alla legge Marzano) per portare da due ad almeno cinque anni l’ obbli­go di man­ten­i­men­to dei liv­el­li occu­pazion­ali e delle attiv­ità pro­dut­tive. Se non sarà fat­to questo accor­do , dal prossi­mo 30 giug­no per i lavo­ra­tori potrebbe iniziare un’ odis­sea con migli­a­ia di esuberi e ricor­so alla CIGS ver­so il licen­zi­a­men­to.
  • Pro­muo­vere con­tat­ti con forze sin­da­cali e lavo­ra­tori dei prin­ci­pali siti siderur­gi­ci ital­iani, per costru­ire una verten­za nazionale con obi­et­tivi di tenu­ta, ammod­er­na­men­to e svilup­po di sin­ergie nel set­tore, sul­la base delle esi­gen­ze dell’ econo­mia nazionale, tenu­to con­to del­la situ­azione eco­nom­i­ca e polit­i­ca a liv­el­lo inter­nazionale, coni­u­gan­do coer­ente­mente dirit­to al lavoro e dirit­to alla salute medi­ante l’al­lean­za fra popo­lazioni e lavo­ra­tori.
  • Incalzare il Gov­er­no affinché final­mente espri­ma una polit­i­ca indus­tri­ale del set­tore, che non sia il solo sven­dere cias­cun ter­ri­to­rio e impianto alla multi­nazionale di turno, sen­za vin­coli né garanzie.
  • Incalzare Gov­er­no e Regione per le nec­es­sarie con­sis­ten­ti incen­ti­vazioni fis­cali, tar­if­farie e nor­ma­ti­vo-pro­ce­du­rali, adeguate alle par­ti­co­lari ed eccezion­ali situ­azioni zon­ali di sta­to con­tem­po­ra­neo come area di crisi com­p­lessa e sito di inter­esse nazionale .
  • Incalzare le ammin­is­trazioni, comu­nali e regionale, affinché final­mente ela­bori­no una visione com­p­lessi­va e soprat­tut­to coer­ente del­la diver­si­fi­cazione eco­nom­i­ca pos­si­bile del­la Val di Cor­nia, val­oriz­zan­do le vocazioni pre­sen­ti e i pun­ti di forza del ter­ri­to­rio, nel rispet­to del­l’am­bi­ente e del­la salute dei cit­ta­di­ni.
  • Rite­ni­amo infine che sia indis­pens­abile avviare subito le mobil­i­tazioni e dare con­ti­nu­ità alle inizia­tive, sino a forme di presidio/assemblea per­ma­nente con modal­ità ecla­tan­ti, finché non si ottengano risposte con­crete.

In atte­sa di cortese, sol­lecita rispos­ta.

Coor­di­na­men­to Art 1 – Camp­ing CIG Piom­bi­no

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