Lettera a Babbo Natale: Piombino sta morendo
PIOMBINO 7 dicembre 2017 — Caro Babbo Natale, caro signor ministro Calenda, care Fim, Fiom e Uilm, sappiate che sarà un pessimo Natale quello che passeranno i lavoratori occupati alla ex Lucchini ma sarà ancora peggio per tutti i lavoratori dell’indotto che non hanno lo stipendio e che stanno per finire gli ammortizzatori sociali, per non parlare delle lavoratrici e mamme delle pulizie e mense che rischiano di avere un bel regalo sotto l’albero, la lettera di licenziamento, che decreterà la fine del loro rapporto di lavoro dopo un lungo periodo di incertezza, sofferenze economiche e famigliari, iniziato nell’ ormai lontano 2008.
È iniziata in quel periodo la crisi industriale che ha colpito le fabbriche piombinesi, ma soprattutto le acciaierie di piombino, che per oltre un secolo hanno diviso la nostra comunità fra chi percepiva la fabbrica come un mostro nel cuore della Val di Cornia e chi, al contrario, la viveva come una risorsa importante, non solo per le duemila e passa persone che ci lavoravano, ma, anche e soprattutto, per l’ enorme indotto lavorativo che ha alimentato una fabbrica di quella portata.
“Ora le cose sono molto diverse: la profonda crisi industriale che attraversa il nostro Paese mette alla porta migliaia di lavoratori.
USB approfitta del passaggio di Babbo Natale e scrive la sua letterina ricordando a tutti che Piombino sta morendo grazie al governo che poi alla fine è l’unico responsabile della vicenda Aferpi e grazie a Fim, Fiom e Uilm che hanno fatto di tutto per scagionarlo, visto le posizioni prese da giugno ad oggi. Qualcuno pensa veramente che un nuovo commissario sia la soluzione? Di che? Oppure, come dice il ministro, pensa di dare in mano la fabbrica a chi si intende di acciaio? Ma esiste questo soggetto? Noi sappiamo che adesso siamo alla fine e che se passa ancora il tempo sarà la fine di un territorio e il governo ne passerà vincitore, comunque vada a finire la vicenda ‚visto che anche ieri ha ripetuto più volte che le decisione prese dal ministro sono state sempre in accordo con Fim, Fiom e Uilm. Aferpi ha fatto solo il suo mestiere e le conseguenze sono la realtà di oggi.
Lucchini, Severstal, le banche, Aferpi e dopo?
Cambiano i padroni ma a pagare le conseguenze di questa crisi sono sempre le categorie più deboli. Il risultato di tutto questo non garantisce la salvaguardia della fabbrica come il nostro passato ci ha insegnato, ma sicuramente avrà un impatto sociale drammatico: la crisi colpisce tutti i settori e rende praticamente impossibile potersi reinserire nel mondo del lavoro se sei un padre o una madre di famiglia con magari più di 50 anni.
Questo mondo nella maggior parte dei casi ti riserva precarietà a qualsiasi condizione, facendo perdere alle persone non solo potere d’acquisto e fiducia nel futuro,…. ma anche la dignità.
USB Piombino
(Foto di Pino Bertelli)