Liliana Segre merita ben più di una cittadinanza
PIOMBINO 11 novembre 2019 — La lotta contro l’odio, il razzismo e l’antisemitismo è un tema che mi sta a cuore come persona e come cittadino prima ancora che come sindaco: per questo il mio è un no alla strumentalizzazione della sua vita e del suo percorso per meri fini politici e non alla proposta di conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre.
Premettendo che sarà il consiglio comunale a decidere e che i consiglieri di maggioranza hanno tutto il diritto di esprimersi liberamente sul tema, credo che la senatrice Segre, alla luce di quello che ha subìto e del coraggio e la forza dimostrati in questi anni passati a testimoniare l’orrore dell’Olocausto, meriti molto di più di una cittadinanza onoraria.
Proprio per il profondo rispetto che tutta l’amministrazione ha nei confronti della senatrice, l’abbiamo invitata a celebrare la Giornata della memoria, che ricorre il 27 gennaio, a Piombino per portare la sua testimonianza e contribuire alla nostra lotta contro ogni forma d’odio.
Credo molto più utile un momento d’incontro e di dialogo sia con la senatrice, se vorrà, che con i rappresentanti della comunità ebraica. Continuare a ricordare ciò che è accaduto, testimoniare l’orrore che queste persone hanno vissuto, spiegare i motivi che portano all’odio e quanto ogni piccolo gesto sia un tassello importante per impedire che episodi del genere si ripetano: questo sì che avrà significato e lascerà un segno.
Rimango stupito, in ogni caso, davanti alla reazione di un parlamentare che mai è intervenuto finora riguardo i problemi di Piombino, vedi la questione ambientale o quella occupazionale, e improvvisamente s’interessa a tale vicenda. Evidentemente, è più semplice intervenire quando non ci sono soluzioni da trovare ma solamente posizioni politiche da assumere.
A proposito di gesti che portano all’odio, è fantastica l’IPOCRISIA di chi milita, SENZA ALCUN PROBLEMA, nello stesso partito dell’esponente emiliano Galeazzo Bignami (ex Forza Italia, ora come il Sindaco in Fratelli d’Italia) che pubblica i cognomi di famiglie di origine straniera, regolari assegnatari di case popolari a Bologna per dimostrare una discriminazione a danno degli “Italiani”, in pratica un censimento nazisteggiante delle razze che rubano le case agli “ariani”.
D’altra parte sempre nessun problema ad essere in un partito pieno di esponenti che onorano la Repubblica Sociale Italiana che col suo Manifesto di Verona qualificava gli appartenenti alla “razza ebraica” come stranieri e come nemici.
Tanto basta qualche estorta dichiarazione di stima nei confronti della Senatrice Segre e tutto torna a posto….