L’imbottigliamento sia fatto in Val di Cornia
PIOMBINO 29 giugno 2016 — Bella notizia leggiamo oggi sulla stampa. Il Consorzio del Chianti ha approvato una modifica al disciplinare di produzione, inserendo il divieto di imbottigliamento del Chianti fuori dalla regione Toscana. Finalmente una scelta che è nettamente dalla parte dei produttori; immettere nella rete commerciale il vino in bottiglia deve rappresentare un valore aggiunto della produzione e quindi deve rimanere nelle tasche del produttore. Quindi ad ognuno il suo e nessuna invadenza o appropriazione indebita di plusvalore da parte di chi non ha niente a che vedere con le fatiche della campagna. Ora dobbiamo augurarci che il Ministero non ponga obiezioni e l’ Unione Europea faccia in fretta ed esprima il proprio parere favorevole dalla parte del lavoro agricolo. Un plauso a tutti i produttori del Chianti che hanno saputo unire le proprie forze intorno a questo tema che per troppo tempo è stato bistrattato; tutti i disciplinari in vigore negano il vincolo dell’imbottigliamento nella zona di produzione, ovviamente perché non hanno mai considerato prevalente l’interesse dell’azienda agricola produttrice.
Anche nella nostra Val di Cornia, al momento della nascita della DOC, venne chiesto di inserire l’obbligo di imbottigliamento nella zona di produzione; il Comitato nazionale vini e il Ministero negarono questa possibilità. Come nelle altre zone l’imbottigliamento non era solo del produttore e poteva essere fatto ovunque. Ora le cose sembra che stiano cambiando quindi mi permetto di fare appello al Consorzio di tutela della DOC Val di Cornia ed a tutti i produttori affinché si costruisca una rete di alleanze tra pubblico e privato con tutte le istituzioni per riproporre questo tema importante anche per questa zona. Colgo l’occasione per portare una riflessione in più ai produttori e alle nostre istituzioni locali, ricordando che in questo territorio, dalla vendemmia del 2011, abbiamo riconosciuto due marchi DOCG (Suvereto e Val di Cornia) per i quali ancora non abbiamo avuto il piacere di vedere nascere un giusto Consorzio che magari sapesse unire, tenendo in disparte tutte le cose che dividono, per unire sforzi non secondari per dare forza e adeguato valore alle alte qualità delle nostre produzioni. Magari anche scoprendo che con due marchi abbiamo fatto un errore e quindi potrebbe rimanerne solo uno, scelto con adeguata analisi di maggiore presa nel mercato e quindi maggiore successo.
Siamo immersi in modernità e innovazione, non possiamo farci travolgere o annullare da inutili campanilismi che fanno male a tutti e negano un giusto e meritato sviluppo.