Liste civiche: “Il Pd riscopre la Val di Cornia”
PIOMBINO 24 luglio 2018 — Apprendiamo dalla stampa che i comuni di Campiglia, San Vincenzo, Sassetta e Piombino, starebbero lavorando per un atto di governo del territorio condiviso che ridisegni il destino della Val di Cornia.
Facile parlare di prospettive di rilancio economico ma le contraddizioni sono evidenti e insormontabili. I comuni che oggi vogliono pianificare insieme il territorio non solo stanno da anni agendo ciascuno fieramente per proprio conto, ma hanno persino perso ogni nozione di pianificazione territoriale. Ciò che ha caratterizzato la politica urbanistica è stata la “variante”. Quella che dovrebbe essere l’eccezione, il caso particolare, la deroga è diventata la prassi, l’unica ed indiscutibile modalità di intervento in campo urbanistico.
Piani strutturali e Regolamenti urbanistici pagati centinaia di migliaia di euro e costantemente variati, riscritti, stravolti nei principi e nelle norme. L’assenza di una visione strategica del territorio ha prodotto un caos mai visto in campo urbanistico e nelle mille varianti le contraddizioni si accumulano rendendo sempre più palese l’inesistenza di un pur vago progetto di interesse pubblico per i nostri comuni.
Il modello da seguire è forse quello della Variante di Rimigliano? Un atto che concede ancor più seconde case in una tenuta agricola che perderà per sempre le caratteristiche paesaggistiche e territoriali che ha miracolosamente conservato. Un emblema del deterioramento delle politiche d’area e della pianificazione urbanistica. Un progetto di Parco Naturale e Agricolo nato negli anni ’70 dalla lungimiranza di una ben diversa classe politica che oggi viene consegnato alla speculazione.
Il modello da seguire è forse la variante Aferpi? L’annientamento del ruolo del pubblico che rinuncia alle proprie competenze appaltando al primo venuto la pianificazione urbanistica di 900 ettari di territorio in barba ad ogni possibilità di riconversione delle aree nell’ottica della diversificazione economica.
Forse la strategia è nel distretto estrattivo regionale. Un territorio che non vede destino migliore per le proprie colline se non quello di essere esaurite il prima possibile vanificando ogni sforzo di riconversione economica e di creazione di nuove opportunità in settori che dimostrano d’avere un più promettente futuro.
Si crede che il futuro sia quello di urbanizzare la Costa Est snaturando i caratteri attrattivi dell’area? In altre epoche si è pensato che evitare le massicce urbanizzazioni della costa rappresentasse il miglior modo per tutelare il futuro del nostro territorio e delle nostre comunità. Se oggi esiste il parco della Sterpaia lo dobbiamo ad una scelta di un’altra classe dirigente che ha capito quale fosse la reale potenzialità dell’area e l’ha sottratta all’abusivismo. Se oggi il promontorio di Populonia non accoglie un milione e ottocentomila metri cubi di cemento, lo dobbiamo a una scelta politica di oltre quarant’anni fa che ci ha consegnato un patrimonio di inestimabile valore che sarebbe andato viceversa perduto per sempre con un netto impoverimento collettivo.
Non sappiamo neppure se abbia senso parlare di tutto ciò di fronte ad un processo amministrativo che, anche nel metodo, nasce sotto i peggiori auspici. I Consigli Comunali, titolari delle scelte in ambito di pianificazione urbanistica, non hanno dato nessun indirizzo in tale direzione e neppure sono mai stati interpellati sui contenuti di un nuovo piano strutturale d’area. Ancor più eclatante si vorrebbe inaugurare una nuova fase di politiche sovracomunali dimenticandosi dell’esistenza del comune di Suvereto. La Val di Cornia dimezzata dalla necessità di non far partecipare chi ha un’amministrazione non allineata. Non fosse un quadro drammatico, sarebbe ridicolo.
Liste Civiche Unite Val di Cornia
Comune dei Cittadini
Assemblea Sanvincenzina
Un’altra Piombino
Assemblea Popolare Suvereto