Tra logica e paradossi per la soluzione altri rifiuti
PIOMBINO 10 aprile 2018 — Dalle dichiarazioni del presidente di RiMateria Valerio Caramassi, si evince che si stava sanando la discarica ex Asiu, ma da quanto invece ci è dato di sapere tali lavori di risanamento procedevano a rilento visto che coperture, regimazione delle acque e collegamento dei pozzi per la captazione dei biogas sono stati eseguiti solo in piccolissima misura, pur avendone avuto il tempo e inviti da parte delle autorità regionali. Il presidente aggiunge che vi sono altre fonti di grave inquinamento come la Li53 di cui non si parla e di cui nessuno si occupa, quindi ci pare di capire che nelle intenzioni di RiMateria ci sia la missione di mettere a norma la parte di propria competenza e di non occuparsi, almeno al momento, di altro. Questo cosa vuol dire? Creare una “OASI” in un DESERTO dato da tutte le altri fonti inquinanti? Ci sfugge il significato di tutto questo. Parliamo di paradossi: accorato è l’ appello di riprendere i conferimenti, perché con quelli realizziamo utili: insomma per creare questa oasi occorre accettare una nuova montagna di rifiuti sulla cui natura i proprietari di RiMateria hanno deciso in totale autonomia. Riguardo ai famosi 3 milioni (che non servono solo per togliere i cattivi odori), apprendiamo che saranno prestati dai Comuni, ma dovranno essere restituiti con gli interessi. Cioè, alla montagna di rifiuti prevista, si assocerebbe un altra montagna al fine di pagare gli interessi: insomma un business che si autoalimenta. Finalmente si viene a sapere quale è il debito effettivo da ripianare: inizialmente stimato in poco più di dieci milioni, poi lievitato a ventitré e oggi giunto a cinquanta milioni di euro. Non ci stupirebbe un’ulteriore crescita dell’entità di questo debito in modo da mettere in preventivo sempre maggiori conferimenti da accettare per molti anni ancora, secondo il paradosso che per una parziale bonifica necessita l’apporto di ulteriori milioni di tonnellate di rifiuti. Ma sempre a proposito di paradossi, quello che balza all’attenzione è che di questi guasti compiuti nel passato nessuno sia stato chiamato a rispondere fino ad oggi e che la soluzione sia accettare quello che gli altri Comuni non vogliono e che qui viene visto come un toccasana per sanare le decisioni scellerate la cui paternità rimane sconosciuta.
Riteniamo quindi che in questa discarica lo scempio sia già stato consumato da tempo e che sia giunto il momento di bonificarla realmente, portando i nuovi conferimenti in una nuova discarica, lontano da abitazioni già esistenti, da terreni paludosi o da quell’alto rischio idro-geologico che sembra esistere solo per gli abitanti di questa zona. La superficialità o il cinismo con cui in passato la cosa è stata gestita non dà garanzie per il futuro e richiede invece un cambio totale di mezzi e fini, non potendo pretendere che la sola Magistratura possa risolvere i problemi. È giunto il momento che i proprietari di RiMateria non guardino solo al profitto ma siano consci del loro compito e che stiano a fianco dei cittadini e dei lavoratori, fino ad oggi ignorati o usati come strumento di pressione sulla opinione pubblica
Cittadini di Colmata
(Foto di Pino Bertelli)