L’ostinazione dell’assessore/sindaco Bandini
PIOMBINO 16 luglio 2017 — Lo stabilimento balneare in via del Tirreno deve essere demolito. Dopo anni di vicende giudiziarie, le ragioni che il Comune di San Vincenzo aveva posto a sostegno della propria condotta amministrativa si sono rivelate infondate.
Aver permesso la costruzione di una struttura in cemento pesantissima e anacronistica sulla spiaggia avrebbe comunque rappresentato un danno per la comunità ma la vicenda del Bayahibe va ben oltre e oggi non basta attuare la sentenza, occorre fare chiarezza sulla condotta di amministratori e tecnici in tutti questi anni.
L’ostinazione con la quale Bandini, prima nella Giunta Biagi come assessore poi come sindaco con la sua Giunta, ha sostenuto la scelta e la correttezza dell’iter amministrativo è sconcertante e ha prodotto danni incalcolabili. Danni per la proprietà privata che aveva investito, danni per la collettività che ha per anni ospitato sulla spiaggia un manufatto privo di titoli abilitativi, danni per l’ente la cui autorevolezza è messa seriamente in discussione da una condotta così incongruente e abborracciata e danni per la spiaggia stessa, oltraggiata da piloni che mai avrebbero dovuto esser lì piantati.
Si evidenzia inoltre un fatto grave, ovvero che la concessione in questione era prevista dalla scheda del piano spiaggia. La scheda è decaduta e con lei le varianti successive, quindi non ci è chiaro di come l’amministrazione intenderà affrontare anche questa ulteriore questione visto che:
- per qualsiasi altro progetto edilizio ci vorrà prima un nuovo piano spiaggia con una nuova previsione edificatoria,
- la concessione demaniale deve essere revocata.
Oggi, oltre alle pesantissime conseguenze per tutti, rimane una domanda di fondamentale importanza: di chi sono le responsabilità?
La comunità sanvincenzina, che sempre meno ha la percezione che le regole siano uguali per tutti, dopo una vicenda simile ha bisogno di alcune garanzie.
Le responsabilità devono essere individuate con estrema chiarezza. Il primo soggetto a voler perseguire questo obiettivo dovrebbe essere l’ente stesso, non solo per amor della verità ma anche in funzione di autotutela. I troppi casi di vertenze giudiziarie in cui il Comune è uscito sconfitto non hanno mai dato luogo ad accertamenti puntuali sulle responsabilità di politici e tecnici che, di volta in volta, hanno esposto a gravi danni la comunità.
Danni che, almeno questa volta, non possono ricadere sui cittadini. Troppe volte le negligenze, le omissioni o peggio ancora da parte di alcuni ricadono automaticamente su tutti.
L’ultima garanzia che deve esser data ai cittadini sembra una provocazione: si proceda alla remissione in pristino dei luoghi. Non si tratta di una provocazione, il Comune di San Vincenzo è il Comune che ha intimato la remissione in pristino dei luoghi per il cosiddetto ecomostro dei Lecci salvo poi non dare corso all’ordinanza e far trascorrere il tempo con l’obiettivo di sanare tutto. Oggi infatti il cosiddetto ecomostro è ancora là, con 516 euro si è sanato un immobile di cui si era ordinata la demolizione e si è anche proceduto nei lavori di completamento del manufatto.
Chiediamo allora una condotta amministrativa seria e trasparente, sull’ennesima vicenda che priva di ogni credibilità le istituzioni e palesa i rischi per tutti derivanti da approssimazione e libera interpretazione delle regole.
Gruppo consiliare Assemblea Sanvincenzina