Luci e ombre nelle valutazioni del Sant’Anna
Da anni le Asl della Toscana, e conseguentemente i loro direttori generali, sono impegnati in una gara di tiro al bersaglio che, come tutte le competizioni, ha i suoi vincitori e i suoi sconfitti. All’ultimo classificato addirittura i giornali si divertono ad attribuire la maglia nera, novello Malabrocca o redivivo Bevilacqua della sanità pubblica.
Gli organizzatori e anche gli esecutori materiali del certamen, che costa qualche centinaia di migliaia di euro, non vogliono sentir parlare di competizione ma di fatto di un match, per quanto atipico, si tratta. Non fosse altro perché, a maggiori centri ottenuti sul bersaglio, corrispondono maggiori retribuzioni ai manager.
Tecnicamente si chiama report e, nella sostanza, è una robusta ricerca, all’interno delle aziende, su ciò che funziona e su ciò che invece non va. Da otto anni l’opera, considerata di alto valore scientifico, viene affidata dalla Regione Toscana alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che, allo scopo, ha creato un gruppo di lavoro: il “Laboratorio management e sanità” che ogni 365 giorni partorisce le oltre 300 pagine del “Sistema di valutazione della performance della sanità toscana”.
Il punto di partenza è rappresentato da sei grandi capitoli (sono identificati con le lettere dell’alfabeto) all’interno dei quali viene compiuta la ricerca:
A — “La valutazione dei livelli di salute della popolazione” che restituisce una sorta di foto della situazione sanitaria territorio per territorio;
B — “La valutazione delle capacità di perseguimento delle strategie regionali” che rende ragione del fatto che, mentre la Regione detta indicazioni, riferimenti e standard, le aziende, più o meno bene, seguono e collaborano nell’esecuzione di programmi e attività;
C — “La valutazione socio sanitaria” che dà conto dei servizi, più o meno appropriati ed efficaci, che ospedali, enti territoriali e organismi di prevenzione riescono a offrire;
D — “La valutazione esterna” ovvero il giudizio dell’utenza sui servizi che vengono erogati;
E — “La valutazione interna” che riguarda il livello di soddisfazione del personale delle Asl;
F — “La valutazione dell’efficienza operativa e della performance economico-finanziaria” che attiene al giudizio sulle spese e su ciò che, attraverso una più o meno adeguata programmazione e ottimizzazione delle risorse, si riesce a conseguire.
Per capire il livello raggiunto dalle diverse Asl, per ciascuno di questi grandi capitoli, viene usata una cinquantina di indicatori che, a loro volta, costituiscono la sintesi di molti altri sottoindicatori. Così, ad esempio, per testare “La valutazione esterna” delle Asl si è scelto, tra gli altri indicatori, quello relativo al giudizio sul personale infermieristico verso cui si chiede agli intervistati di pronunciarsi su tre “sottoindicatori”: chiarezza delle informazioni, cortesia e fiducia.
In totale, tra indicatori e sottoindicatori, il Sant’Anna ha utilizzato, nel suo report, 512 parametri. Non tutti hanno il medesimo peso, nel senso che alcuni, nel computo della valutazione totale, contano di più di altri. Non sono stati attribuiti punteggi alle Asl per quanto riguarda la “Valutazione dei livelli di salute della popolazioni”, ovvero la fotografia iniziale che è servita di base per tutta la ricerca.
Gli indicatori che, come detto, rappresentano la sintesi di più sottoindicatori, vengono poi usati come fossero freccette lanciate a colpire l’ipotetico bersaglio di cui parlavamo all’inizio. Più la valutazione, per l’indicatore, è buona, più la relativa freccetta si avvicina al centro del bersaglio.
Si comprende quindi come questo strumento sia la sintesi totale di un’enorme ricerca e sia anche la rappresentazione fisica immediata sulla qualità del lavoro di un’azienda durante l’anno di riferimento. Perché si abbia un’immediata sensazione della valutazione nel 2011 e per offrire altresì un termine di confronto, riportiamo qui di seguito i bersagli delle Asl livornese e grossetana.
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“L’Ausl 6 di Livorno – dice il Sant’Anna in un suo sintetico giudizio – evidenzia nell’anno 2011 una performance in forte miglioramento rispetto al 2010 sebbene il bersaglio mostri ancora alcuni punti di debolezza”. Per la verità a migliorare non ci voleva moltissimo dal momento che l’Asl di Livorno indossò, senza attenuanti, la maglia nera dell’ultimo in classifica per l’attività svolta nel 2010.
Capacità di perseguimento degli obbiettivi regionali
Per quanto riguarda i parametri relativi alla capacità di perseguire le strategie regionali, l’Asl 6 mostra limiti evidenti nell’aderire ad indicatori sui “Progressi nelle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia”, il cosiddetto “PASSI”. La classifica è da ultimi della classe per la presenza di obesi e fumatori. Bene invece nella estensione degli screening (mammografie, colon-rettale, cervice uterina), nelle donazioni (organi ma anche sangue), nelle coperture vaccinali e nella indicazione della gestione dei dati verso la Regione. In recupero l’indicatore relativo alla comunicazione ed alla partecipazione dei cittadini (quinto posto oggi, dopo una performance abbondantemente sotto le media regionale nel 2010). Disastrosi invece i risultati per “le visite specialistiche prenotate entro 15 giorni”: l’Asl 6 è all’ultimo posto con situazioni pesanti per quando riguarda la cardiologia e l’ortopedia. Discorso analogo (ancora ultimi) per la percentuale delle visite diagnostiche (Tac, Rmn, ecografie) prenotate entro 30 giorni.
Valutazione socio sanitaria
Discreta in questo settore è la “capacità di governo della domanda”, ovvero il saper offrire servizi di qualità nel rispetto di un appropriato consumo delle risorse (si parla soprattutto dei numeri dei ricoveri per i diversi tipi di pazienti). Risulta basso il tasso di ospedalizzazione per le patologie croniche come lo scompenso, il diabete e la broncopneumopatia ostruttiva mentre è considerato elevato quello relativo alla gastroenterite nei bambini. Senza infamia e senza lode sono invece le performance relativa alla “Appropriatezza chirurgica” e alla “Appropriatezza medica”, ovvero le prestazioni erogate in modo da risolvere le necessità del paziente “in modi e tempi giusti”. Non ci siamo invece (quartultimi e abbondantemente sotto le media regionale) per la “Qualità dell’esito” cioè il parametro, internazionalmente riconosciuto, che misura l’efficacia nell’intervento, l’accesso ai servizi, misurato attraverso i tassi di ospedalizzazione, e la sicurezza, ovvero la frequenza con cui si verificano alcuni eventi avversi. Terzultimi anche per quanto riguarda la valutazione nel settore “Materno infantile” dove tra l’altro si esamina il numero dei parti cesarei e dei parti indotti oltre alle “fughe” dall’Asl delle neo mamme (ben oltre la media regionale). Dati altalenanti invece per quel che riguarda l’”Appropriatezza prescrittiva farmaceutica”. Eccessivo, per esempio risulta il consumo degli antibiotici, ma non nei reparti ospedalieri, e accettabile è la performance per il consumo degli antidepressivi (quarti nella classifica). Non altrettanto buoni sono i rilievi nel capitolo del “Pronto soccorso”. L’Asl 6 risulta quartultima sia per i codici gialli visitati entro 30 minuti e sia per i codici verdi trattati entro l’ora.
Valutazione esterna
I ricercatori del Sant’Anna hanno raccolto le percezioni e le esperienze degli utenti e dei cittadini sottolineando il gap che esiste, per un giudizio compiuto, tra le conoscenze scientifiche dei medici e quelle dei pazienti. Con questa premessa sono stati considerati la valutazione del Pronto soccorso (l’Asl 6 è risultata terzultima in classifica), la percentuale di abbandoni al Pronto soccorso (ultima), la percentuale di dimissioni ospedaliere volontarie (in fondo alla graduatoria, decisamente negativa) e la valutazione degli utenti nei ricoveri ospedalieri ordinari (ultima).
Valutazione interna
I dati che attengono alla soddisfazione del personale dipendente sono stati ricavati da una serie di indicatori, quali la percentuale delle assenze (L’Asl 6 è quintultima) e il tasso di infortuni sul lavoro (penultima), e da un questione distribuito nelle strutture e riguardante il 2010 (i risultati ottenuti dall’azienda livornese risultarono sostanzialmente in linea con la media regionale). Questa indagine non è stata ripetuta per il 2011.
Valutazione dell’efficienza e della performance economico-finanziaria
In questa parte la ricerca punta a valutare come vengono utilizzate le risorse sia a livello complessivo attraverso l’analisi di bilancio, sia a livello specifico, come, ad esempio, nella spesa per il consumo di farmaci. Da questo capitolo della ricerca l’Asl di Livorno non esce complessivamente male anche se, come rilevano i ricercatori del Sant’Anna, “l’area della farmaceutica mostra ancora margini di miglioramento in particolare sull’efficienza prescrittiva e sulla spesa territoriale”.