Luci ed ombre di un’agricoltura non marginale
CAMPIGLIA 8 gennaio 2014 — Luci e ombre nel bilancio di fine anno del settore agricolo della provincia di Livorno tracciato dalla presidente CIA Livorno, Cinzia Pagni, dal vicepresidente Pierpaolo Pasquini e dal rappresentante di zona Marino Geri.
Inizialmente la presidente Pagni ha evidenziato che anche quest’anno il settore ha sofferto di forti difficoltà dovute all’aumento dei costi di produzione (soprattutto energetici) e alla prolungata crisi economico-finanziaria, elementi che hanno rappresentato per le imprese seri problemi nel recuperare reddito ed efficienza e nel produrre nuovi investimenti.
A questi dati si aggiungono le avversità atmosferiche e le loro conseguenze principalmente nei settori cerealicoli, ortofrutticoli e del pomodoro da industria.
Il vicepreside e il direttore Stefano Poleschi hanno poi denunciato i gravi danni provocati dagli ungulati e, da quest’anno, anche da altre specie come i corvidi, determinando un danno non solo alle colture ma anche all’ambiente a causa del sovrappopolazione di 10 volte superiore a quanto previsto dalla normativa (2,5 capi ogni 100 ettari superficie agro-forestale); la soluzione, affermano gli agricoltori, non sono i risarcimenti, ma una corretta gestione degli abbattimenti e delle nascite.
La presidente Pagni ha poi sottolineato l’importante risultato raggiunto nel riconoscimento che i fabbricati strumentali siano già ricompresi nel valore dei terreni agricoli e conseguentemente esclusi dalla tassazione IMU.
Ci sono altre note positive, particolarmente per quanto riguarda l’occupazione che cresce rispetto al 2009 del 14% (gli operai a tempo determinato sono stati 3101 e quelli a tempo indeterminato 756, rispettivamente 496 e 24 in più del 2009): le richieste in questo ambito sono quelle di una sburocratizzazione del quadro normativo per aiutare l’imprenditore ad investire per creare lavoro e nuova occupazione.
Altri dati positivi vengono dal settore vitivinicolo con un aumento della produzione e delle esportazioni ( soprattutto area Bolgheri DOC), dal settore agrituristico, con una ripresa delle presenze, e da quello biologico che è un mercato in ascesa.
Infine richiesta unanime dell’agricoltura è quella di considerare il comparto agricolo non come marginale, ma come un valido modello di sviluppo e di uscita dalla crisi, particolarmente in un territorio come quello della Val di Cornia che costituisce quello più esteso e produttivo della provincia dei Livorno.