L’ultima riunione nuovo atto del teatro dell’assurdo
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PIOMBINO 20 settembre 2017 — L’incontro di stamani al MISE ha confermato ciò che noi andiamo dicendo da tempo:
- che l’accordo di programma, firmato e osannato come il progetto salvifico cui affidare le chiavi per la rinascita e lo sviluppo del territorio, era fin dall’inizio non credibile non solo nella sua parte siderurgica , ma anche per la parte agroindustriale ( che guarda caso oggi il presidente Rossi ha riconosciuto essere “poco convincente”);
- che si sono persi più di due anni nella testarda difesa di quell’accordo irrealizzabile;
- che si continua a percorrere la strada dell’attesa di un piano che ancora non esiste.
Si continua a far finta che il mancato rispetto dell’addendum per quanto riguarda la ripresa della laminazione non sia di una gravità inaccettabile. Insomma si continua a prendere tempo, ad aspettare, a passare da un incontro all’altro, come prima si passava da un tavolo all’altro.
Vedere confermati i nostri pronostici (da brave e sbeffeggiate Cassandre accusate di scommettere sulle sconfitte) ci riempie solo di tanta amarezza. Dall’accordo di programma siamo passati all’addendum: tutti impegni puntualmente disattesi. Sono state anche adottate pianificazioni urbanistiche ad hoc, alle quali ci siamo fermamente opposti, argomentando che non si poteva pianificare il futuro di un territorio sulla base di interessi privati, oltretutto di un privato inadempiente e privo di progetti credibili. Ebbene, dopo l’incontro di stamani al MISE il presidente Rossi afferma candidamente che il progetto di Rebrab per l’agroindustriale “non è convincente” e che potrebbe essere rivista anche l’assegnazione delle aree portuali: glielo ha comunicato alla giunta piombinese, dato che questa sta approvando la variante Aferpi ? Il sindaco Giuliani, da parte sua, auspica che vengano rispettati tutti i tempi dell’addendum, come se le inadempienze clamorose registrate fino ad oggi non contassero. Chiede poi che si riprendano i lavori per il porto, si faccia la 398 e si dia il via alle bonifiche, questioni che “l’attuale accordo di programma non affronta in modo preciso”. Se ne accorgono ora! Noi lo andiamo dicendo, inascoltati e offesi, da più di due anni. Stiamo assistendo al teatro dell’assurdo!
Di fronte a un fallimento così clamoroso, occorrerebbe una onesta assunzione di responsabilità sia sindacale che politica. Occorrerebbe l’umiltà, non solo di riconoscere gli errori anziché cercare di cambiare binario per restare sempre in piedi, ma di tentare strade nuove, cercando nelle potenzialità del territorio le risposte di lungo periodo che non possono venire da un nuovo, improbabile, salvatore della patria.
Un’Altra Piombino