Lunga storia non finita della bonifica di Città futura
PIOMBINO 13 febbraio 2018 — È stato pubblicato dal Ministero dell’ambiente lo “Stato delle procedure per la bonifica 31 dicembre 2017” riguardante tutti i siti di interesse nazionale da bonificare (Sin) presenti in Italia. Per quel che riguarda Piombino niente di nuovo rispetto alla edizione del maggio 2017 di cui Stile libero aveva già parlato (https://www.stileliberonews.org/quelle-bonifiche-pubbliche-cosi-poco-amate/).
Il dato che emergeva su tutti gli altri era il fatto che i terreni non contaminati che risultavano nel 2016 (ma i dati erano del novembre 2015) pari a 34 ettari, cioè il 4% dei 931 ettari perimetrati e compresi nel Sin, nel 2017 erano diventati 415 ettari, cioè il 45%. Un salto notevole non giustificato dall’aumento dei progetti di bonifica approvati perché essi erano passati nello stesso periodo dai 57 ettari del 2016 ai 122 del 2017 e non è nemmeno detto che fossero stati eseguiti.
A questo punto si può sostenere che il Ministero ha fatto propria l’analisi di rischio sanitario ed ambientale effettuata dalle società Studio Sanitas e HydrogeaVision per conto di Aferpi (ha in proprietà o in concessione demaniale la quasi totalità delle aree) e che essa ha rivelato valori di concentrazione degli inquinanti inferiori alla soglia di contaminazione (CSC) oppure, se superiore, comunque inferiori ai valori di concentrazione soglia di rischio (CSR) e dunque tali da non far scattare la necessità della bonifica essendo aree “non contaminate”.
Naturalmente rimanendo nell’ambito di una destinazione industriale del territorio.
Ma un altro dato è degno di essere sottolineato: l’area di Città futura, quella sotto la strada di accesso a Piombino sulla sinistra entrando a Piombino è considerata come “con progetto di bonifica approvato”. Ed è vero perché il primo progetto di bonifica approvato dal Ministero risale al 2009 ma non si creda o che sia stato realizzato o che si sia pronti a iniziare la bonifica.
Le ultime decisioni comunali, l’area è di proprietà comunale, risalgono al periodo compreso tra il giugno e l’agosto 2016.
La prima del 13 giugno 2016 con la quale è stato deciso di affidare a HydrogeaVision, per l’importo totale di 46.057 euro, l’incarico per il progetto di fattibilità tecnica ed economica per l’esecuzione delle attività ed una serie di prove sperimentali su “scala industriale” mediante prove di soil washing, processo di lavaggio attraverso il quale la frazione colloidale di un terreno contaminato viene separata dalla frazione inerte.
La seconda sempre del 13 giugno 2016 con la quale è stato deciso di affidare l’incarico per analisi chimiche e relazione interpretativa dei rifiuti posti nell’ area Città Futura alla società HydroGeaVision per l’importo totale di 46.057 euro.
La terza del 20 luglio 2016 quando la Giunta comunale deliberò di revocare all’ Asiu l’incarico di progettare e realizzare la “Bonifica area denominata Città Futura” in quanto la società non era più da ritenersi in house per i Comuni della Val di Cornia Sul fatto che erano trascorsi quattro anni senza che Asiu avesse fatto niente nemmeno una parola.
La quarta del 17 agosto 2016 quando il Comune decise di affidare allo Studio Sanitas l’incarico di redigere la progettazione ambientale di città Futura, per l’importo complessivo di 46.970 euro. Vale la pena di riportare interamente la motivazione: «Lo studio Sanitas pur avendo iniziato molto tempo dopo il Comune una progettazione simile e probabilmente più complessa a causa della maggiore estensione dell’area e del collegamento del progetto con lo sviluppo industriale dello stabilimento è molto più avanti nell’iter procedimentale avendo consegnato in data 1/8/2016 al Ministero dell’Ambiente il “Progetto integrato di messa in sicurezza, riconversione industriale e sviluppo economico nell’area dei complessi aziendali di Piombino ceduti dalla Lucchini in A.S.” e quindi si presume di avere la garanzia di sveltire i tempi di realizzazione dell’opera; l’area da bonificare è praticamente la stessa e quindi appare opportuno che la progettazione sia ricondotta all’unitarietà in modo da avere una uniformità di opere ed uno stesso metodo di approccio alla rimozione degli inquinanti; in ultimo ma non per importanza, il curriculum prodotto garantisce la serietà e la competenza della società in un campo molto specifico quale quello delle bonifiche di aree siderurgiche dismesse che hanno problematiche del tutto particolari, si pensi a quella delle scorie di altoforno poste in opera nel terreno come elemento di consolidamento dello stesso o della necessità della rimozione di hot spot di metalli pesanti».
Da allora nient’altro.
Ricapitoliamo brevemente la storia passata.
Un decreto del Ministro dell’ambiente del 22 settembre 1995 concernente l’assegnazione e ripartizione delle risorse per le aree critiche ad elevata concentrazione di attività industriale, assegnò alla Regione Toscana, per le aree industriali portuali di Livorno e Piombino, la somma di 20 miliardi di lire.
Il 6 giugno 1997 fu sottoscritta dal Ministero dell’Ambiente e dalla Regione Toscana l’Intesa di programma per l’area critica ad elevata concentrazione di attività industriali di Livorno e di Piombino”.
Nel 2000 l’area di Città futura, occupata dalle lavorazioni dell’ex cantiere Siderco, con un’estensione di 156.000 metri quadrati venne acquistata dal Comune di Piombino, previa erogazione da parte della Regione di un finanziamento di 10.200.000.000 di lire.
Nel 2005 lo stesso Ministero approvò il progetto preliminare di bonifica presentato dal Comune e dettò delle condizioni.
Bisognò arrivare al 2008 perché venisse approvato il progetto definitivo che però dovette essere rivisto sulla base delle prescrizioni e così si arrivò al 2009 per l’approvazione ultima del Ministero.
Nel frattempo, nel 2007, era stato stipulato l’accordo di programma quadro “per gli interventi di bonifica negli ambiti marino-costieri presenti all’interno dei siti di bonifica di interesse nazionale di Piombino e Napoli Bagnoli-Coroglio”, quello dei fanghi di Bagnoli. Tra i finanziamenti previsti c’erano anche 13.500.000 euro per la bonifica dell’ area Città futura e della discarica di Poggio ai Venti. Si diceva nello stesso accordo che erano state caratterizzate le aree pubbliche denominate Città futura, per la quale era stato approvato con prescrizioni il progetto definitivo di bonifica dei suoli e della falda.
Nel 2009 i soldi entrarono nel bilancio del Comune di Piombino.
Sembrava tutto a posto ed invece nel 2010 la Giunta comunale prendeva atto di una variante del progetto di bonifica perché doveva essere adeguato alle nuove previsioni urbanistiche: nella zona doveva essere realizzato il Piano Integrato Urbano di Sviluppo Sostenibile (quello che prevedeva museo del ferro, centro per la danza e così via).
Lo ricordiamo per inciso: quel piano non è mai stato realizzato ed il Comune ha restituito il finanziamento ottenuto alla Regione.
Anche questa variante andò naturalmente all’approvazione ministeriale avvenuta nel 2011 con prescrizioni.
Si arrivava al 4 gennaio 2011 quando il Comune pubblicava sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea l’ avviso di prenotazione per l’ appalto integrato per la Progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di bonifica area denominata “Città Futura”, consistenti sinteticamente in: demolizione strutture fuori terra; rimozione dei materiali terrigeni contaminati; trattamento in sito delle scorie di altoforno e rimessa in pristino secondo profili di progetto.
La gara non fu mai espletata ed il 28 marzo 2012 il Comune affidò la realizzazione della bonifica all’ Asiu, azienda per l’igiene urbana dei Comuni della Val di Cornia. i dettero per utilizzabili impianti che non lo erano e presenti esperienze mai fatte, ma tant’è. Asiu dichiarò nel febbraio 2012 che i ricavi da bonifiche di Città futura sarebbero ammontati a 1 milione 650mila euro e che la durata dei lavori, prevista per un importo di 13 milioni 500mila euro, sarebbe stata di tre anni, cioè che i lavori sarebbero finiti entro il febbraio 2015. In realtà nel dicembre 2014 sempre Asiu, in un documento ufficiale firmato dall’amministratore unico Fulvio Murzi, affermava: “…Ad oggi risulta completata l’attività di demolizione degli edifici e delle linee ferroviarie presenti nonché l’attività di allontanamento di tutti i materiali derivati dalle demolizioni effettuate. Il Comune di Piombino ha trasferito ad Asiu 1 milione di euro che risulta impegnato per oltre 600mila euro. Nella fase attuale sono in corso di esecuzione attività integrative in situ…”.
Nel 2016 sono state assunte le decisioni che abbiamo riportato all’inizio dell’articolo: sostanzialmente si è ricominciato tutto da capo. La stessa dizione del Ministero dell’ambiente secondo la quale la zona di Città futura è ricompresa tra quelle con progetto di bonifica approvato è formalmente corretta, perché nel passato un progetto di bonifica è stato approvato, ma non tiene conto del fatto che il Comune ha deciso di far redigere un nuovo progetto che ovviamente dovrà essere approvato di nuovo dal Ministero. Per non ricordare che anche la delimitazione dell’area è cambiata con la variante urbanistica Aferpi approvata dallo stesso Comune.
Sono passati 22 anni. Il Ministero dell’ambiente dei soldi pubblici fermi e non spesi sembra non preoccuparsi e così pure delle scadenze date. Il Comune in realtà non ha proprio le idee chiare.
La bonifica di Città futura è lì da venire.
(Foto di Pino Bertelli)
Interessante riepilogo storico di una vicenda che, a suo tempo, fece sognare una città diversa, futura appunto. Un flop incredibile che, di tanto in tanto, torna alla ribalta ma non accade nulla che possa cambiarlo. Grazie.