L’Unione dei Comuni non è un obbiettivo vicino

· Inserito in Teoria e pratica
Alberta Ticciati

CAMPIGLIA MARITTIMA 13 otto­bre 2019 — Nell’ultimo con­siglio comu­nale Campiglia Comune ha approva­to un ordine del giorno che rib­adisce l’obiettivo e l’indirizzo di inve­stire nelle politiche sovra­co­mu­nali per pot­er rispon­dere con effi­cien­za ed effi­ca­cia ai nuovi bisog­ni dei nos­tri ter­ri­tori. La nuo­va ammin­is­trazione, in coeren­za con le posizioni assunte dalle prece­den­ti ammin­is­trazioni e in lin­ea con quan­to affer­ma­to nel pro­gram­ma elet­torale, ha ritenu­to di dover rib­adire l’obiettivo ulti­mo di arrivare ad uno stru­men­to isti­tuzionale in gra­do di strut­turare le politiche strate­giche di area, come l’Unione dei Comu­ni. Ovvi­a­mente, ci teni­amo a sot­to­lin­eare, aven­do man­ca­to di met­ter­lo in chiaro nel doc­u­men­to approva­to dal con­siglio, che ad oggi non ci sem­bra di vedere quei con­tenu­ti e quelle con­dizioni che pos­sano far­ci con­sid­er­are l’obiettivo vici­no o sem­plice da rag­giun­gere, per­ché non è suf­fi­ciente dire di vol­er cos­ti­tuire un’U­nione di Comu­ni per far magi­ca­mente com­par­ire le strate­gie uni­tarie che oggi non si vedono. Il proces­so è esat­ta­mente il con­trario; pri­ma si creino i con­tenu­ti, le politiche di area, si indi­viduino obi­et­tivi con­di­visi e poi si costru­is­ca lo stru­men­to. A questo si aggiun­ga che, come noto, il col­ore politi­co delle ammin­is­trazioni non è omo­ge­neo e le stesse forze che sosten­gono la mag­gio­ran­za piom­bi­nese sono rap­p­re­sen­tate da ammin­is­tra­tori che nel manda­to prece­dente han­no osteggia­to la con­di­vi­sione degli obi­et­tivi e dei per­cor­si comu­ni e han­no nega­to qual­si­asi tipo di col­lab­o­razione costrut­ti­va. Sebbene con quel doc­u­men­to approva­to in con­siglio si sia volu­ta rib­adire l’importanza delle politiche sovra­co­mu­nali e ricon­fer­mare l’attenzione, in questo sen­so, da sem­pre dimostra­ta dal comune di Campiglia Marit­ti­ma, rite­ni­amo anche che non si pos­sa igno­rare che ci sono impor­tan­ti par­tite aperte sul nos­tro ter­ri­to­rio ad oggi non solo non risolte, ma neanche affrontate. Si ricor­da il Piano inter­co­mu­nale Piom­bi­no-Campiglia pron­to per essere adot­ta­to, per il quale sti­amo rischi­an­do di perdere il finanzi­a­men­to regionale a causa dell’inerzia del Comune di Piom­bi­no, il rin­no­vo ed il rilan­cio delle attiv­ità di Parchi e RIMa­te­ria sulle quali è evi­dente si nav­ighi a vista sen­za un’idea di prospet­ti­va. Ci teni­amo a rib­adir­lo per confutare qual­si­asi dub­bio: pro­porre un’U­nione di Comu­ni non può essere moti­vo per rin­viare o adom­brare le ques­tioni da affrontare. Invece di teoriz­zare, si par­ta dal bas­so, dan­do risposte con­crete ai nos­tri cit­ta­di­ni, si dica chiara­mente se si vuole pros­eguire sul lavoro già fat­to, sen­za dis­perdere altro tem­po e risorse.  Soltan­to dopo, sci­olti questi ed altri nodi, potremo met­ter­ci a dis­cutere sul­lo stru­men­to che può facil­itare il rag­giung­i­men­to di obi­et­tivi comu­ni e con­di­visi. Ma si par­ta da obi­et­tivi ed ind­i­rizzi altri­men­ti l’Unione dei Comu­ni nel­la migliore delle ipote­si con­tin­uerà ad essere una scat­o­la vuo­ta, una pos­si­bil­ità sul­la car­ta alla quale non rius­cire­mo a dare vita, con un con­seguente dan­no per tut­to il nos­tro ter­ri­to­rio.

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