L’Unione dei Comuni sguscia come un’anguilla

· Inserito in Teoria e pratica
Walter Gasperini

SUVERETO 12 mag­gio 2017 — Da tan­to tem­po si par­la con­tin­u­a­mente di neces­sità di risparmio sul­la spe­sa pub­bli­ca e trop­po spes­so ven­gono ind­i­riz­zate respon­s­abil­ità non rispon­den­ti alla realtà dei fat­ti; purtrop­po il ten­ta­ti­vo di essere ben accolti dai cit­ta­di­ni elet­tori spos­ta il con­fron­to sereno dalle cose reali, per par­lare invece alla pan­cia facen­do pop­ulis­mo becero e incon­clu­dente. Non man­cano però ten­ta­tivi più o meno dig­ni­tosi di met­tere al cen­tro pro­poste solu­tive che nel gov­er­no del­la cosa pub­bli­ca dovrebbe portare risparmio. Quel­lo che man­ca però è una reale capac­ità di ver­i­fi­ca sulle cose fat­te e quelle eluse, chieden­do con­to a chi nel pro­prio oper­are non si cura di avere coeren­za e ritiene gli annun­ci più che suf­fi­ci­en­ti.
Sul piano locale lo scan­da­lo più grande è la totale inca­pac­ità dei nos­tri Comu­ni di met­tere insieme la ges­tione dei servizi pub­bli­ci, pur pre­sen­tan­dola sem­pre come la panacea del­la spe­sa per ottenere rispar­mi giusti costru­en­do appun­to un sis­tema che sta in pie­di con la pro­pria econo­mia di scala. Cer­ta­mente non pos­si­amo dimen­ti­care che pro­prio nel­la nos­tra Val di Cor­nia, la parte polit­i­ca che gov­er­na ha pos­to nei pro­pri pro­gram­mi la costruzione del­la Unione dei Comu­ni come stra­da uni­ca per risparmi­are e dare quin­di mag­giore effi­cien­za e servizi alle nos­tre col­let­tiv­ità. Questo è suc­ces­so per le elezioni ammin­is­tra­tive del 2009 e dopo cinque anni di gov­er­no dei Comu­ni da parte del PD, trascu­ran­do che niente era sta­to fat­to e sen­za nem­meno cer­care di enun­cia­re le moti­vazioni che han­no reso impos­si­bile l’attuarsi di questo impeg­no, nel­la cam­pagna elet­torale del 2014 si è ripro­pos­ta la stes­sa can­tile­na del pos­si­bile risparmio ed effi­cien­za nell’unire la ges­tione dei servizi dei Comu­ni.
Oggi sono trascor­si tre anni dalle ultime elezioni e dell’Unione dei Comu­ni del­la Val di Cor­nia nem­meno l’ombra, anzi ‚per essere cer­ti che nes­suno sco­pra le carte, nem­meno se ne par­la, dimostran­do chiara­mente che la diri­gen­za polit­i­ca di questo ter­ri­to­rio ha fal­li­to in pieno la pro­pria mis­sione, non rius­cen­do a portare coeren­za e impeg­no sulle cose, come se bas­tassero gli annun­ci per vedere tut­to risolto. Poi mag­a­ri ci doman­di­amo per­ché i cit­ta­di­ni han­no per­so atten­zione ver­so la polit­i­ca e sem­pre di meno esp­ri­mono le pro­prie opin­ioni sia nelle pri­marie di un par­ti­to che nelle elezioni uffi­ciali. Cre­do non sia più tem­po di cam­biali in bian­co alla polit­i­ca, dob­bi­amo impara­re a chiedere con­to delle promesse, riven­di­can­do una nec­es­saria coeren­za dell’azione polit­i­ca tra le cose dette e quelle fat­te, sen­za bisog­no di rin­cor­rere posizioni con­tro per scelta di posizione, per­ché deve essere chiaro che la polit­i­ca quel­la vera, quel­la che si riconosce per­ché le pos­si­amo met­tere la “P” maius­co­la fa del rispet­to dei cit­ta­di­ni, del­la ricer­ca del­la parte­ci­pazione e del­la coeren­za delle pro­prie azioni il ful­cro cen­trale del pro­prio lavoro quo­tid­i­ano.
Chi non lo ha fat­to è gius­to che ne pren­da atto e trag­ga le con­seguen­ze del caso, pri­ma che siano i cit­ta­di­ni a portare in evi­den­za loro neg­li­gen­ze, toglien­do fidu­cia a quel­la “Polit­i­ca” che invece deve gov­ernare il nos­tro futuro.

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