L’Unione dei Comuni sguscia come un’anguilla
SUVERETO 12 maggio 2017 — Da tanto tempo si parla continuamente di necessità di risparmio sulla spesa pubblica e troppo spesso vengono indirizzate responsabilità non rispondenti alla realtà dei fatti; purtroppo il tentativo di essere ben accolti dai cittadini elettori sposta il confronto sereno dalle cose reali, per parlare invece alla pancia facendo populismo becero e inconcludente. Non mancano però tentativi più o meno dignitosi di mettere al centro proposte solutive che nel governo della cosa pubblica dovrebbe portare risparmio. Quello che manca però è una reale capacità di verifica sulle cose fatte e quelle eluse, chiedendo conto a chi nel proprio operare non si cura di avere coerenza e ritiene gli annunci più che sufficienti.
Sul piano locale lo scandalo più grande è la totale incapacità dei nostri Comuni di mettere insieme la gestione dei servizi pubblici, pur presentandola sempre come la panacea della spesa per ottenere risparmi giusti costruendo appunto un sistema che sta in piedi con la propria economia di scala. Certamente non possiamo dimenticare che proprio nella nostra Val di Cornia, la parte politica che governa ha posto nei propri programmi la costruzione della Unione dei Comuni come strada unica per risparmiare e dare quindi maggiore efficienza e servizi alle nostre collettività. Questo è successo per le elezioni amministrative del 2009 e dopo cinque anni di governo dei Comuni da parte del PD, trascurando che niente era stato fatto e senza nemmeno cercare di enunciare le motivazioni che hanno reso impossibile l’attuarsi di questo impegno, nella campagna elettorale del 2014 si è riproposta la stessa cantilena del possibile risparmio ed efficienza nell’unire la gestione dei servizi dei Comuni.
Oggi sono trascorsi tre anni dalle ultime elezioni e dell’Unione dei Comuni della Val di Cornia nemmeno l’ombra, anzi ‚per essere certi che nessuno scopra le carte, nemmeno se ne parla, dimostrando chiaramente che la dirigenza politica di questo territorio ha fallito in pieno la propria missione, non riuscendo a portare coerenza e impegno sulle cose, come se bastassero gli annunci per vedere tutto risolto. Poi magari ci domandiamo perché i cittadini hanno perso attenzione verso la politica e sempre di meno esprimono le proprie opinioni sia nelle primarie di un partito che nelle elezioni ufficiali. Credo non sia più tempo di cambiali in bianco alla politica, dobbiamo imparare a chiedere conto delle promesse, rivendicando una necessaria coerenza dell’azione politica tra le cose dette e quelle fatte, senza bisogno di rincorrere posizioni contro per scelta di posizione, perché deve essere chiaro che la politica quella vera, quella che si riconosce perché le possiamo mettere la “P” maiuscola fa del rispetto dei cittadini, della ricerca della partecipazione e della coerenza delle proprie azioni il fulcro centrale del proprio lavoro quotidiano.
Chi non lo ha fatto è giusto che ne prenda atto e tragga le conseguenze del caso, prima che siano i cittadini a portare in evidenza loro negligenze, togliendo fiducia a quella “Politica” che invece deve governare il nostro futuro.