Ma cosa è cambiato da quando Lucchini rimetteva?
PIOMBINO 19 marzo 2015 — Non ho ben capito quali saranno le concrete prospettive per la siderurgia piombinese, credo che di fatto le idee siano ancora seriamente molto confuse. Mi preoccupa che vi siano autorevoli personaggi politici che al contrario sembrano convinti dell’ipotetico piano industriale, sommariamente presentato al MISE, ed a quanto emerge legato al mantenimento dell’aria a caldo ed alla riaccensione dell’altoforno. Normalmente i giudizi troppo affrettati positivi o negativi che siano nascondono sempre qualche brutta sorpresa. Personalmente, pur avendo un’opinione, credo che vi siano pochi elementi per esprimere un parere e preferisco aspettare per capire. La cosa che senza dubbio posso affermare, è che se si profilasse un’ipotesi di riapertura dell’altoforno, si ripristinerebbero le stesse condizioni che hanno portato al fallimento del gruppo Lucchini ed in particolare dello stabilimento di Piombino. Ricordo che in un incontro con i massimi dirigenti aziendali, costoro ci spiegarono in modo chiaro che oramai il mantenimento dell’AFO era insostenibile sotto il profilo economico con perdite di svariati milioni ogni mese. Mi chiedo cosa sia cambiato oggi, ma soprattutto se abbiano esposto ai potenziali nuovi acquirenti in modo chiaro la realtà delle cose o se abbiano cambiato incredibilmente versione. Chiaramente dovremo aspettare per capire concretamente, come stanno realmente le cose. Intanto di tempo ne è passato già fin troppo.
Luigi Coppola