Ma dove sono i risultati che vede Enrico Rossi?

· Inserito in Lettere
pervenuta in redazione

PIOMBINO 24 mag­gio 2015 — Ma come fa Enri­co Rossi a dire, sul caso Luc­chi­ni, che si stan­no veden­do i risul­tati? Quel­lo che vedi­amo è invece un piano indus­tri­ale fumoso, che non dà quelle garanzie che il ter­ri­to­rio, i dipen­den­ti e la stes­sa Regione devono pre­tendere, che noi pre­tendi­amo.
Nel doc­u­men­to si par­la di un impiego di lavo­ra­tori “pro­gres­si­vo” sec­on­do le neces­sità tec­ni­co-orga­niz­za­tive e pro­dut­tive, con­seguen­ti alle fasi di attuazione del prog­et­to.
L’am­min­is­tra­tore del­e­ga­to di Afer­pi ricor­do che ha espres­so la volon­tà del­l’azien­da di occu­pare da subito cir­ca 1.200 lavo­ra­tori, ma non si sa se usufruiran­no dei con­trat­ti di sol­i­da­ri­età o del­la cas­sa inte­grazione.
Quale sarà il des­ti­no degli altri mille operai rimane, ad oggi, un mis­tero. Ipo­tiz­z­abile che rimar­ran­no a cari­co del­la Luc­chi­ni e che saran­no mes­si in cas­sa inte­grazione. Fino a quan­do? Fino al 2016, fino a quan­do la Luc­chi­ni, in ammin­is­trazione stra­or­di­nar­ia, dovrà chi­ud­ere. Questo è l’u­ni­co dato cer­to.
Intan­to alcu­ni dipen­den­ti dell’indotto stori­co sono a casa, altri a breve seguiran­no la stes­sa sorte, sen­za dimen­ti­care altre aziende, come la SOL, che da mesi ora­mai han­no dovu­to pres­sochè chi­ud­ere i bat­ten­ti, purtrop­po per loro, nel dis­in­ter­esse gen­erale delle isti­tuzioni.
Pre­tendi­amo che sia reso pub­bli­co da Cevi­tal subito non solo il piano indus­tri­ale in tut­ti i suoi det­tagli, ma anche il crono­pro­gram­ma di quel­la che sarà la sec­on­da fase del piano siderur­gi­co, che prevede entro il 2019 l’at­ti­vazione di un sec­on­do forno elet­tri­co, di un nuo­vo treno a rotaie e la real­iz­zazione del polo agroidrus­tri­ale e logis­ti­co, per capire se ci saran­no davvero i tem­pi nec­es­sari al rein­te­gro degli altri lavo­ra­tori.
Ques­ta par­ti­ta è fon­da­men­tale per Piom­bi­no ma anche per tut­ta la Toscana.
E ci bat­ti­amo affinchè sia gesti­ta nel migliore dei modi.
Così rispon­do alla let­tera che mi è arriva­ta da un grup­po di lavo­ra­tori, ai quali esp­ri­mo la mas­si­ma sol­i­da­ri­età. Spero che mart­edì prossi­mo si rag­giun­ga un accor­do dig­ni­toso tra azien­da e sin­da­cati chia­mati in pri­ma fila a pro­teggere pro­prio gli inter­es­si dei dipen­den­ti.
Ma la Regione deve svol­gere il suo com­pi­to fon­da­men­tale, e per questo riman­go a dir poco per­p­lesso che la fir­ma del­l’ac­quis­to defin­i­ti­vo sia fis­sa­ta pro­prio al 31 mag­gio.

Gio­van­ni Lamioni

Commenta il post