Ma la Val di Cornia non è la Silicon Valley
PIOMBINO 4 maggio 2016 — Lo ha deciso la giunta regionale toscana con una deliberazione del 27 aprile 2016.
Saranno riaperti i termini dal 17 maggio 2016 fino al 30 giugno 2016 per la presentazione, sul bando chiamato “Protocolli di insediamento”, delle domande per avere un aiuto finanziario per investimenti produttivi, limitatamente ai Comuni di Piombino, Campiglia, San Vincenzo e Suvereto.
I protocolli di insediamento sono uno degli strumenti più in linea con le ambizioni che i Comuni sintetizzano di solito col termine innovazione dato che finanziano
a) ricerca industriale, sviluppo sperimentale,
b) investimenti materiali e immateriali, se destinati alla creazione di un nuovo insediamento o all’ampliamento di uno stabilimento esistente,
c) investimenti finalizzati alla creazione o all’ammodernamento di infrastrutture di ricerca.
Purtroppo le ambizioni sono state smentite dalla realtà dato che il finanziamento regionale previsto inizialmente in 12 mliioni e successivamente ridotto a 4 milioni rischia di non essere speso.
La riapertrura dei termini scaturisce proprio dal fatto che le domande complessivamente pervenute dall’area di crisi di Piombino, attualmente in istruttoria di valutazione, non esauriscono le risorse disponibili.
Ma non solo.
C’è anche un problema di scadenze per l’ultimazione dei lavori e la rendicontazione alla Regione tant’è che quest’ultima avverte che i programmi di investimento saranno da rendicontarsi entro il 31 luglio 2017 e dunque essere completati alcuni mesi prima.
Del resto che ci fossero problemi si capiva anche leggendo l’elenco delle domande non ammesse tra le quali figura quella di CREO S.R.L.. La motivazione è esplicita:”Non in possesso di affidabilità economico-finanziaria per mancanza dati sul patrimonio. Carente la documentazione amministrativa a supporto della cantierabilità”. Si ricorderà che fu molto propagandato quel progetto per il biocarbone: in solo otto ore i rifiuti vegetali (sfalci e rifiuti organici dei cassonetti marroni) si trasformano in lignite (carbone) e in un liquido sterile contenente acqua e sostanze fertilizzanti. Il progetto era collegato all’insediamento industriale in loc. Colmata, la zona Apea che, nonostante l’approvazione del piano per gli insediamenti produttivi, è ben lontana da poter ospitare industrie o quant’altro. Anche di qui la mancanza del requisito della cantierabilità, cioè della certezza che quell’investimento si sarebbe tramutato in uno stabilimento vero e funzionante.