Ma sulle cave il Comune di Campiglia tace
CAMPIGLIA 7 aprile 2014 — Da anni lamentiamo che a Campiglia vi sia un deficit di informazione da parte di coloro che governano il nostro Comune.
La Provincia di Livorno ha adottato a gennaio il piano provinciale delle attività estrattive ignorando totalmente le scadenze del 2018 e 2020, rispettivamente per la cava di Monte Calvi e quella di Monte Valerio, stabilite nei piani di gestione del territorio approvati da questa amministrazione, arrivando a dichiarare il nostro Comune il “distretto regionale delle attività estrattive”. Nessuna parola, di approvazione o meno, è stata spesa da questa Amministrazione.
Il piano provinciale, di durata decennale, di fatto prorogherebbe le scadenze al 2024, una data decisamente troppo lontana. Si prosegue senza particolari disposizioni sulla destinazione dei materiali, sugli obblighi disattesi per i ripristini ambientali e sulle criticità che talune cave generano nel rapporto con altre attività o con beni comuni. Per la cava di Monte Calvi non si dice come garantire l’utilizzo del calcare per l’industria siderurgica piombinese, mentre per gli evidenti conflitti con il parco archeominerario di San Silvestro ci si limita a scrivere che esiste una “rinnovata necessità di compatibilizzazione” con il sistema dei parchi, ma non si dice come. Non c’è nessuna indicazione su come progettare una riconversione delle cave per puntare di più sul riciclo e riuso dei materiali di scarto (presenti in grande quantità nella nostra zona) che darebbero anche maggiori garanzie in ambito occupazionale.
Il Comune non ha ancora espresso un parere relativamente ai contenuti del piano provinciale adottato; ci auguriamo che il Consiglio Comunale sostenga le ragioni alla base del nostro ordine del giorno, allo scopo di inviare un messaggio chiaro alle altre istituzioni: i piani del Comune di Campiglia devono essere rispettati, le nostre colline hanno già pagato un prezzo altissimo ed è ora che si guardi ad una nuova economia.
Daniele Scafaro, Comune dei Cittadini