Maggiore attenzione alle parole ed anche ai ruoli
SUVERETO 7 novembre 2015 — Lo sfregio con le scritte fatto ai giardini pubblici di Suvereto ha comportato uno scenario incredibile di prese di posizione verbali, sulla stampa e su facebook, velenose oltre misura, compreso denunce eclatanti alle forze dell’ordine, per una cosa che pur brutta e sciocca, non poteva certo definirsi atto vandalico. Nelle affermazioni fatte, anche dal sindaco ho trovato una vena poliziesca davvero pesante che non mi sembra abbia albergo nella cultura della tolleranza, della solidarietà e dell’educare a rispettare ogni cosa pubblica o di altri. Debbo dire che sono rimasto meravigliato perché tanta verve non l’ho trovata mai nelle passate vicende, che hanno visto offendere persone e portare sfregio anche al patrimonio pubblico. Tra l’altro possiamo ringraziare le forze dell’ordine che hanno scoperto i “vandali” ed invece in quelle occasioni non ci sono mai riusciti, dimostrazione che la fortuna non batte sempre alla stessa porta.
Tra l’altro sulla stampa è stato detto che i responsabili erano giovani minorenni e un maggiorenne, la cosa che mi viene subito alla mente è che chi ha figli sarebbe intelligente che non prendesse mai una posizione così dura verso i giovani che sbagliano, perché sarebbe sufficiente ricordarsi di quando eravamo noi giovani e soprattutto ricordare che i nostri figli sono in piazza come gli altri.
Ma al di là di questo ognuno è libero di pensare e fare quello che vuole, basta si ricordi che la sua libertà finisce la dove inizia quella degli altri e soprattutto che il patrimonio pubblico e privato deve essere rispettato sempre. È questa una condizione essenziale per avere rispetto verso noi stessi.
Gli errori, come quello delle scritte fatte ai giardini, non sono atti vandalici, sono sciocchezze che debbono essere corrette senza la durezza della pena esemplare, ogni cosa deve essere misurata al fatto e soprattutto a chi lo compie e in quale contesto. La prima cosa che viene alla mente è che la pulitura delle scritte doveva essere addebitata ai responsabili, e per questo non sento davvero il bisogno di ringraziare chi ha pulito perché non ha consentito un atto di giustizia e di scuola comportamentale, per la quale sono certo che le famiglie sarebbero state molto contente di correggere i loro figli anziché vederli derisi (anche se i nomi non sono pubblici tutti lo sanno) come se si trattasse di un clamoroso negativo evento che ha distrutto chi sa cosa.
L’azione della pubblica amministrazione deve puntare appunto ad aiutare le famiglie a correggere errori di comportamento, a danno del pubblico patrimonio o di quello privato, ma lo dovrebbe fare costruendo una forte alleanza con le stesse famiglie, perché sono certo che nessun genitore prepara i propri figli ad atti vandalici, tutt’altro, tutti sono sicuramente impegnati a raccomandare un giusto comportamento che poi fuori di casa, prevale la voglia di fare bravate che non denotano affatto un carattere delinquenziale.
Se la mano pubblica scende invece nella ricerca delle pene esemplari dà solo segno della propria debolezza e della propria incapacità di aiutare il mondo a migliorarsi.
Walter Gasperini