Maggiore integrazione e maggiore tranquillità

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pervenuta in redazione

CAMPIGLIA 18 mag­gio 2015 — Riportare la com­p­lessità di un fenom­e­no come l’immigrazione dal­la dimen­sione glob­ale a quel­la locale impli­ca un con­fron­to doloroso e una respon­s­abil­ità dif­fusa nel rispet­to dei val­ori di sol­i­da­ri­età e accoglien­za che fan­no parte del­la nos­tra cresci­ta civile. La crisi del Mediter­ra­neo è un tema europeo da Mare nos­trum a Tri­ton, gli Sta­ti han­no le loro respon­s­abil­ità storiche e politiche, i flus­si migra­tori sono in costante cresci­ta, accogliere tut­ti è impos­si­bile così come sot­trar­si ai nos­tri doveri. Sarebbe ipocri­ta pen­sare di non ledere la sen­si­bil­ità di alcu­ni cit­ta­di­ni, ma noi dob­bi­amo com­portar­ci con grande respon­s­abil­ità e non perdere il sen­so delle isti­tuzioni. Questo com­por­ta atten­dere con sof­feren­za i tem­pi nec­es­sari per infor­mare, mai con lo scopo di dis­in­for­mare come talu­ni affer­mano ma per evitare di creare con­fu­sione in nome di una fret­tolosa chiarez­za e non cedere a sti­moli di tipo pop­ulista con pre­sen­ze inop­por­tune, stra­da che invece altri han­no imboc­ca­to. Le reazioni a mez­zo stam­pa di questi giorni ci fan­no riflet­tere su quan­to poco vogliamo essere infor­mati e non di quan­to siamo poco infor­mati. La Val di Cor­nia ospi­ta da anni rifu­giati politi­ci, tema su cui le ASL, le Ammin­is­trazioni e il tes­su­to asso­cia­ti­vo han­no coop­er­a­to per anni insieme. Sem­bra che con i fat­ti del­la stazione di Campiglia, vicen­da mon­i­tora­ta, si sia sve­la­to il mis­tero che l’immigrazione sia cosa di tut­ti e di tut­ti i giorni. Poco abbi­amo saputo delle tragiche sto­rie di quelle per­sone, se effet­ti­va­mente pos­sono comu­ni­care con noi, par­lar­ci di loro, far­ci capire cosa han­no sof­fer­to e che nem­meno desider­a­no stare in Italia. Quan­to ci inter­es­sa tut­to questo? Qual­cuno si è forse pre­oc­cu­pa­to di ripor­tar­lo? Chi si è avval­so del pri­ma­to di par­lare con il grup­po di cit­ta­di­ni del­la stazione, forse ave­va una pri­or­ità che non è la nos­tra. Abbi­amo segui­to le fasi, tal­vol­ta com­pli­cate, che la Prefet­tura ha mes­so in atto per fron­teggia­re l’emergenza e orga­niz­zare l’accoglienza sul ter­ri­to­rio, ovvi­a­mente stan­do a quelle che sono le nos­tre com­pe­ten­ze. La nos­tra atten­zione sarà comunque costante, cercher­e­mo di assi­cu­rare la mag­giore inte­grazione e la con­seguente tran­quil­lità per col­oro che l’hanno per­sa. Intan­to, nei pres­si del­la stazione di Campiglia Marit­ti­ma, nei luoghi dell’accoglienza, giorni dopo le conci­tate ore dell’arrivo dei profughi, si può par­lare, vedere e capire, fare un po’ di chiarez­za, quel­la che con­ta. In set­ti­mana ci sarà l’incontro pub­bli­co con Sin­da­co e Prefet­to”.

Jacopo Bertoc­chi, vicesin­da­co di Campiglia

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