Magma il museo che poteva essere a Piombino
PIOMBINO 14 settembre 2013 — Il 29 giugno è stato inaugurato il museo Magma di Follonica (dedicato alle arti in ghisa della Maremma). Un progetto simile sarebbe dovuto nascere anche a Piombino nell’ambito della città Futura; la redazione di StileLibero è andata a visitarlo per capire di cosa si tratta. Chi va a visitare il Magma di Follonica aspettandosi di trovare una pletora di reperti “imbachecati” e classificati in ordine cronologico si sbaglia di grosso. Infatti in questo coinvolgente museo il visitatore è subito avvolto dai suoni e dalle immagini di fiamme e vapori proiettati sui muri del forno San Ferdinando che attraverso uno squarcio nella parete e un’istallazione artistica sembra di essere all’interno della fornace. E’ questo il primo impatto entrati al Magma (Museo delle Arti in Ghisa nella MAremma) e sembra che i progettisti abbiamo proprio voluto dare un’ impronta, un marchio, un timbro emozionale a questo museo che si sviluppa su tre piani:
al primo, l’arte, sono esposte e documentate le numerose opere prodotte da questa fonderia e l’alto livello artistico raggiunto, al secondo, la storia, un percorso a ritroso nel tempo, partendo dalle origini etrusche delle attività estrattive fino alla creazione della fonderia che ha dato vita alla città di Follonica.
Infine il seminterrato, le atmosfere luminose della parte espositiva lasciano spazio ad ambienti più cupi con luci tenue: si entra nell’ Ade della produzione della Ghisa.
La sensazione che si ha percorrendo le stanze dell’ edificio è che il museo sia stato progettato non solo per raccontare al visitatore-turista le origini della città e l’attività di lavorazione del ferro, ma anche per un fine didattico per un pubblico meno adulto: i reperti in ghisa e in legno nella parte storico-artistica del museo sono intervallati da touchscreen e da contributi multimediali pensati per attrarre l’attenzione del visitatore. Infine, nel seminterrato, dedicato alla produzione, la passerella ci trasporta dalla bocca del forno San Ferdinando fino alle testimonianze video di chi ha lavorato nello stabilimento raccontando episodi di vita nella fabbrica come un nonno farebbe con il nipote.
Un museo, quindi che oltre ad essere una raccolta di reperti è anche luogo di racconto della nascita di una comunità e della sua identità.
Frutto del lavoro dei progettisti Marco Del Francia e Barbara Catalani e dello storico Tiziano Arrigoni, con la collaborazione Claudio Casini e Marica Pizzetti e la supervisione di Miria Magnolfi, direttore della Biblioteca della Ghisa, è stato realizzato con fondi europei. Grazie a un Piano di sviluppo urbano sostenibile (PIUSS) della Regione Toscana il museo dedicato alle arti della Ghisa e del Ferro è inserito in un progetto più ampio del Comune di Follonica di valorizzazione di tutto l’ex complesso industriale Ilva.
Per info: magmafollonica.it