Mandare a casa gli amministratori di Campiglia

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CAMPIGLIA 2 set­tem­bre 2017 — Il Movi­men­to 5 Stelle (M5S) e il Comune dei Cit­ta­di­ni (CdC) han­no denun­ci­a­to in maniera cir­costanzi­a­ta l’ul­ti­mo (solo in ordine di tem­po) atto di sot­tomis­sione del­l’am­min­is­trazione comu­nale  di Campiglia ai voleri dei pro­pri­etari del­la Soci­età Cave di Campiglia S.p.A..
È inutile quin­di ripetere le critiche già espresse dal M5S e dal CdC  che sono leg­gi­bili anche sul sito del Comi­ta­to.
È inutile con­tin­uare a sot­to­lin­eare che i pro­pri­etari delle cave non han­no bisog­no di fare comu­ni­cati per spie­gare le loro ragioni, per­ché ci pen­sa il sin­da­co a dare subito voce ai loro prob­le­mi, come ha fat­to por­tan­do in adozione quest’ul­ti­ma vari­ante al piano strut­turale e al rego­la­men­to urban­is­ti­co per far vivere all’in­fini­to la cava di Monte Calvi, dimen­ti­can­dosi tut­to quel­lo che ave­va affer­ma­to.
È inutile dire che siamo di fronte ad una vera e pro­pria “legge ad per­son­am”.
È inutile ricor­dare che sul prob­le­ma cave è vano sper­are in un atteggia­men­to più propos­i­ti­vo e meno cor­po­ra­ti­vo dei sin­da­cati.
È inutile ricor­dare che negli stes­si doc­u­men­ti por­tati in adozione si evi­den­ziano tut­ti i rischi per il sis­tema idro­ge­o­logi­co del ter­ri­to­rio, fino al ris­chio di met­tere in crisi quel sis­tema ter­male del quale l’am­min­is­trazione comu­nale si fa bel­la con un sedi­cente prog­et­to di par­co ter­male farci­to di spec­u­lazioni edilizie, di real­iz­zazione a risparmio di una estem­po­ranea area fit­ness che non si sa chi man­ter­rà, di per­mute di ter­reni che fan­no scom­par­ire trat­ti di per­cor­si stori­ci per ottenere lot­ti uni­tari sen­za noiosi intral­ci.
Vogliamo invece sot­to­lin­eare alcu­ni aspet­ti che dovran­no essere pre­si in con­sid­er­azione da chi ritiene come noi che gli ulti­mi ven­ti anni di ammin­is­trazioni campigliesi vedono una tetrag­o­na dife­sa delle cave mal­gra­do i tem­pi si siano evo­lu­ti a favore di una mag­giore tutela e pro­mozione del­l’am­bi­ente e del pae­sag­gio, vero tesoro eco­nom­i­co di questo ter­ri­to­rio.
Se ven­ti anni fa le cave di Campiglia garan­ti­vano il riforn­i­men­to delle acciaierie di Piom­bi­no e rap­p­re­sen­ta­vano un strut­tura pro­dut­ti­va emer­gente nel con­testo, oggi ormai tut­to ciò è scom­par­so: le acciaierie non esistono prati­ca­mente più, i posti di lavoro nel­la cava di Monte Calvi sono sta­bi­liz­za­ti da anni su 40 unità (vedi sito del­la soci­età) men­tre sono nate altre strut­ture pro­dut­tive che dan­no più posti di lavoro delle cave di Campiglia e che da esse rischi­ano di essere grave­mente dan­neg­giate . Tra tutte citi­amo ad esem­pio le Terme di Cal­dana che dan­no lavoro a più di cinquan­ta per­sone e che potreb­bero essere messe a ris­chio dalle mod­i­fiche idro­ge­o­logiche con­seguen­ti all’at­tiv­ità di cava.
L’al­tro aspet­to vera­mente inqui­etante del­la vicen­da è la acqui­escen­za del­la Regione Toscana ad una vari­ante al piano strut­turale e al rego­la­men­to urban­is­ti­co come quel­la adot­ta­ta dal Comune di Campiglia per per­me­t­tere di con­tin­uare a scav­are a Monte Calvi. Infat­ti tut­ta la legge regionale 35/15 sulle cave è imposta­ta sul cri­te­rio di ridurre le attiv­ità estrat­tive, di priv­i­le­gia­re il riu­so e di dare ter­mi­ni net­ti di dura­ta delle con­ces­sioni sen­za pos­si­bil­ità di pro­roghe se non eccezional­mente di due anni. L’ac­cettare invece ques­ta vari­ante vuol dire accettare che in realtà si può dare un tem­po inde­ter­mi­na­to di attiv­ità estrat­ti­va (e quin­di di rinat­u­ral­iz­zazione) e che quel­lo che con­ta non sono le date di sca­den­za dei piani ma le quan­tità con­cesse di mate­ri­ale estraibile, cri­te­rio asso­lu­ta­mente non pre­vis­to in nes­sun pas­so del­la legge 35/15.
Il così det­to “tavo­lo di crisi” che ha per­me­s­so di pre­sentare un tale scem­pio urban­is­ti­co nelle forme e nei con­tenu­ti, sen­za che si siano pretese con­tropar­tite come la chiusura o riduzione del­la cava in una data cer­ta e inval­i­ca­bile, la rinat­u­ral­iz­zazione in date altret­tan­to certe e piani di ricol­lo­cazione del per­son­ale addet­to, rap­p­re­sen­ta un prece­dente che servirà sicu­ra­mente ad altri pro­pri­etari di cave in tem­pi più o meno bre­vi, non solo in Val di Cor­nia ma in tut­ta la Toscana,  ai quali non si potrà più dire di no.
Tut­ta ques­ta sto­ria ci dice che a Campiglia qualunque ammin­is­trazione dovrà fare i con­ti con il prob­le­ma cave e che non c’è da sper­are che i par­ti­ti che com­pon­gono l’at­tuale mag­gio­ran­za comu­nale, PD in tes­ta, pos­sano e vogliano fare scelte che dan­neg­gi­no anche min­i­ma­mente gli inter­es­si dei pro­pri­etari di cave. È chiaro che l’u­ni­co stru­men­to per mod­i­fi­care una situ­azione incan­creni­ta, è man­dare a casa ques­ta gente che in ven­ti anni non ha mai volu­to par­lare di cave e toc­care gli inter­es­si di pochi in nome del­la dife­sa di posti di lavoro che però, non crescen­do mai, dimostra­no che la cava è una attiv­ità a ter­mine e che non crea alcun indot­to.
Se siamo d’ac­cor­do con i con­tenu­ti dei comu­ni­cati del Movi­men­to 5 Stelle e Comune dei Cit­ta­di­ni, non pos­si­amo che mal­in­coni­ca­mente pren­dere atto che servi­ran­no a nul­la fino a che si con­tin­uerà, per scelta o impos­si­bil­ità, a man­ten­er­si oppo­sizioni sep­a­rate. Fino a quan­do non si rius­cirà a costru­ire un pro­gram­ma comune ed un can­dida­to sin­da­co comune, non ci sarà alcu­na pos­si­bil­ità di scar­dinare l’at­tuale sis­tema di poteri ammin­is­tra­tivi lega­to ai poteri eco­nomi­ci for­ti e con­sol­i­dati del ter­ri­to­rio. Le oppo­sizioni con­tin­uer­an­no in con­siglio comu­nale ad essere umil­i­ate da sin­daci sup­po­nen­ti, non demo­c­ra­ti­ci e per nul­la inter­es­sati a essere sin­daci di tut­ti e a conoscere le esi­gen­ze di quel 70% di cit­ta­di­ni che non li ha votati, ma pron­ti a minac­cia­re querele e denunce a chi crit­i­ca i loro com­por­ta­men­ti politi­ci. Non c’è alcun futuro nel man­ten­er­si sep­a­rati quan­do si han­no molti pun­ti di pro­gram­ma in comune. Con­tin­uan­do così al mas­si­mo qual­cuno potrà accon­tentar­si del­l’ap­provazione di qualche pro­pos­ta su temi che di fat­to il sin­da­co e la giun­ta riten­gono del tut­to irril­e­van­ti.
In prat­i­ca quel che l’am­min­is­trazione Sof­frit­ti oggi, come quel­la Velo ieri, per­me­tte alle oppo­sizioni è di met­tere a pos­to i cen­tri­ni sui tavoli­ni del­la sala delle feste, men­tre loro por­tano il Titan­ic al suo des­ti­no.

Comi­ta­to per Campiglia

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