Marosi aumentano. Regione e Comune silenti
PIOMBINO 24 maggio 2019 – C’è voluta l’ultima esternazione di Vincenzo Onorato, presidente del Gruppo Moby, pubblicata il 24 maggio nella cronaca di Livorno del Tirreno, per avere la prova provata che le banchine e le aree interessate alla realizzazione del terminal auto sono proprio quelle, forse non solo quelle, date in concessione (in realtà non è ben chiaro se si è ancora arrivati all’atto di concessione da parte dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale) a Piombino Industrie Marittime (PIM) per la realizzazione di un impianto industriale per l’attività di demolizione e riciclaggio, refitting e costruzione di mezzi navali. Onorato ricorda che “il 9 settembre 2016, cioè 2 anni e mezzo fa, l’allora Autorità Portuale di Piombino sigla con la Piombino Industrie Marittime srl un atto di sottomissione propedeutico alla realizzazione di un impianto di demolizione navale controllata” e si chiede dove sono «le opere previste dal piano industriale di Pim approvato con delibera commissariale 25/16 del 17 febbraio 2016” e se “l’Authority ha vigilato sull’esecuzione del piano industriale fino ad oggi». Definisce poi “assai singolare” quell’iniziativa perché “tutti gli operatori del settore sanno che il business della demolizione in Italia, per le normative europee vigenti, è economicamente impraticabile: le demolizioni avvengono in Turchia e India”. E poi ancora: “noi non abbiamo preteso l’area eludendo le normative ma abbiamo semplicemente depositato il 10 marzo scorso un’istanza di concessione in conformità al Codice della navigazione al suo regolamento e alla legge 84/94” e dunque bastava «pubblicare l’istanza e avviare il normale procedimento amministrativo».
Ma allora è solo un problema di procedure lente o rallentate da parte dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale?
Non è così.
Ognuno ricorderà con quale enfasi Comune di Piombino e Regione Toscana e Autorità portuale di Piombino sostennero la tesi insostenibile che il porto di Piombino potesse e dovesse smantellare la Concordia e con quale forza hanno esaltato il progetto di demolizioni navali addirittura prima che PIM presentasse il suo progetto. E ricorderà anche quanti, dal presidente del Consiglio Matteo Renzi al sottosegretario alla Presidenza del consiglio Luca Lotti, già nel febbraio del 2015, esaltarono lo stanziamento di 20 milioni per la riqualificazione del porto per lo smantellamento delle navi. E il sindaco di Piombino, Massimo Giuliani, assicurava: “A questo punto si può davvero cominciare a parlare di rottamazione e refitting delle navi militari”.
Ma del resto non stava scritto nell’accordo di programma firmato nell’aprile 2014 anche dall’allora sindaco di Piombino, Gianni Anselmi, un capitolo dedicato al “Potenziamento produttivo delle attività industriali portuali volte allo smantellamento, alle manutenzioni e refitting navale” con relativa disponibilità di navi militari?
E chi non ricorda i vaticini falliti del consulente del presidente della Regione Toscana, Gianfranco Simoncini, che nell’aprile 2016 assicurava che nel dicembre l’impianto di demolizione navi sarebbe entrato in funzione, rassicurato dal Commissario straordinario per il porto di Piombino, Luciano Guerrieri, che spostava di poco l’evento al gennaio 2017?
E poi nel tempo quante conferenze stampa e presentazione di progetti si sono sprecate?
Del passato Stile libero Idee dalla val di Cornia ha scritto ampiamente, ma ciò che è successo recentemente è forse ancor più curioso.
Regione e Comune hanno firmato con Manta Logistics (Moby Ars New Terminal Auto Logistics controllata alla pari dal Gruppo Onorato e da Ars Altmann) un protocollo di intesa per lo sviluppo di un terminal auto nel porto di Piombino (a questo punto è chiaro il contrasto con il progetto PIM) nell’aprile 2019 dopo che, nel novembre 2018, avevano già firmato con PIM un protocollo per il cantiere navale di demolizioni, costruzioni e logistica nel porto di Piombino e che il Comune di Piombino aveva rilasciato nel dicembre 2018 l’autorizzazione a PIM per la realizzazione di un impianto industriale sul porto di Piombino, su un’area già individuata nell’atto di sottomissione sottoscritto tra PIM e Autorità portuale di Piombino il 9 settembre 2016, nelle more del rilascio di una concessione per area demaniale marittima.È l’atto di sottomissione di cui parla lo stesso Onorato.
Un problema di scarsa efficienza della sola Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale o piuttosto sogni impossibili, strategie inesistenti, decisioni improvvisate, retromarce non motivate pubblicamente come modo normale di gestione della cosa pubblica da parte di Comune e Regione?
I fatti parlano chiaro.