Meglio le macroaree al posto delle province

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Legam­bi­ente non vuole entrare nel mer­i­to del­la legit­tim­ità o cor­ret­tez­za del­la deci­sione del­l’am­min­is­trazione comu­nale di Piom­bi­no di far parte del­l’am­min­is­trazione provin­ciale di Gros­se­to o di altri comu­ni che stan­no facen­do altre scelte.
Capi­amo che prob­a­bil­mente a breve le province saran­no super­ate e si for­mer­an­no delle macro — aree, più o meno ampie. Cre­di­amo che le scelte e le spinte locali deb­bano con­frontar­si dialet­ti­ca­mente in ambito regionale, sul­la base delle ragioni del rias­set­to ammin­is­tra­ti­vo locale e sulle fun­zioni asseg­nate.
Incred­i­bile pen­sare che comunque si trat­ti sola­mente di accor­pare alcune province e accapigliar­si su quale deve essere la cap­i­tale di queste nuove macro — aree, come se si trat­tasse di un gio­co di potere.
Occorre dibat­tere e definire i cri­teri e le com­pe­ten­ze per cui si dovreb­bero for­mare nuovi ambiti ammin­is­tra­tivi (come, per­ché e a cosa ser­vono).
Otti­mo esem­pio del­la definizione dei cri­teri è il lavoro che sta facen­do la Regione Toscana e in par­ti­co­lare l’asses­so­ra­to all’ur­ban­is­ti­ca del­la Mar­son, nel­l’am­bito del­l’e­lab­o­razione del Piano pae­sag­gis­ti­co regionale con pro­poste di ambiti omo­genei, elab­o­rati in col­lab­o­razione con il Cen­tro interuni­ver­si­tario di Scien­ze del ter­ri­to­rio (che esprime la comu­nità sci­en­tifi­ca delle Uni­ver­sità toscane).
Ambiti omo­genei defin­i­ti sul­la base di geo mor­folo­gia dei suoli, risorse comu­ni (acqua e baci­ni imbriferi, sis­tema dei parchi…), pae­sag­gio, sto­ria e cul­tura, attiv­ità eco­nomiche, col­lega­men­ti nei trasporti, e altro.
Dalle car­tine illus­trate dal­l’asses­sore Mar­son, giovedì scor­so, in un’assem­blea pub­bli­ca a Rosig­nano, anche se non era­no indi­cati pre­cisa­mente i con­fi­ni e i nomi dei comu­ni, la Val di Cor­nia dovrebbe rimanere com­pat­ta e l’area omo­ge­nea ide­ale dovrebbe inte­grare altri comu­ni che insistono sul­la valle del Cor­nia come ad esem­pio Mon­tero­ton­do, allargar­si alla valle del fiume Pec­o­ra come ad esem­pio Mas­sa Marit­ti­ma e Fol­loni­ca e com­pren­dere anche l’El­ba.
Noi di Legam­bi­ente cre­di­amo che qual­si­asi nuo­vo asset­to isti­tuzionale, che si chi­a­mi macro — area o altro deb­ba rispettare i con­fi­ni nat­u­rali e cul­tur­ali del ter­ri­to­rio e non dividere le aree omo­ge­nee indi­vid­u­ate nel nuo­vo piano pae­sag­gis­ti­co regionale.
È altresì nec­es­sario in un per­cor­so di comu­ni­cazione e parte­ci­pazione, orga­niz­za­to dal­la Regione, che ind­i­rizzi la dis­cus­sione fuori dai cam­panil­is­mi e dalle facili dem­a­gogie local­is­tiche e affron­ti i temi dei cri­teri e delle com­pe­ten­ze ammin­is­tra­tive locali.

Legam­bi­ente Val di Cor­nia

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