Meno giovani, più anziani, meno lavoratori
PIOMBINO 17 agosto 2016 — Alcuni indicatori, solitamente utilizzati dalla stessa Istat, mostrano che la popolazione della Val di Cornia è caratterizzata da alcuni squilibri:
- la prevalenza della popolazione anziana,
- l’elevato grado di invecchiamento,
- il forte carico sociale ed economico sulla popolazione attiva,
- la difficoltà a mantenere costante la capacità lavorativa,
- l’elevato livello di invecchiamento della popolazione in età lavorativa.
Sono squlibri molto forti superiori a quelli presenti in provincia di Livorno, in Toscana ed in Italia.
Struttura della popolazione per età e età media
La struttura della popolazione della Val di Cornia è regressiva. La popolazione giovane (da 0 a 14 anni) è minore della popolazione anziana (oltre 65 anni). Lo è molto di più della provincia di Livorno, della Toscana e dell’ Italia.
Lo testimonia anche l’andamento dell’età media (età media della popolazione detenuta a una certa data espressa in anni e decimi di anno) che negli ultimi anni aumenta più che nella provincia di Livorno, della Toscana e dell’ Italia.
Vecchiaia
L’indice di vecchiaia, che misura il numero di anziani presenti in una popolazione ogni 100 giovani permettendo di valutare il livello d’invecchiamento degli abitanti di un territorio, mostra valori molto superiori a 100 che indicano una forte presenza di soggetti anziani rispetto ai molto giovani.
Molto di più della provincia di Livorno, della Toscana e dell’ Italia.
L’indice di vecchiaia negli ultimi anni aumenta più in Val di Cornia che nella provincia di Livorno, in Toscana ed in Italia.
Ricambio della popolazione attiva
È il rapporto percentuale tra la popolazione di età compresa tra 60–64 anni e la popolazione di età compresa fra 15–19 anni.
In altri termini è il rapporto percentuale tra la popolazione potenzialmente in uscita dal mondo del lavoro e quella potenzialmente in entrata. Valori distanti dalla condizione di parità indicano una situazione di squilibrio: indici molto al di sotto di 100 possono indicare minori opportunità per i giovani in cerca di prima occupazione, mentre valori molto superiori a 100 implicano anche una difficoltà a mantenere costante la capacità lavorativa di un paese.
In Val di Cornia è presente una difficoltà a mantenere costante la capacità lavorativa, superiore a quella della provincia di Livorno, della Toscana e dell’Italia.
Il fatto che nel corso del tempo l’indice diminuisca è dovuto all’invecchiamento della popolazione ed al minor numero della popolazione attiva.
Dipendenza strutturale
L’indice di dipendenza strutturale rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0–14 anni e 65 anni e più) su quella attiva (15–64 anni). In altre parole quanti percentualmente sono in età non lavorativa rispetto a quelli che lo sono. La situazione della Val di Cornia parla di una forte dipendenza superiore a quella della provincia di Livorno, della Toscana e dell’ Italia
Anche l’indice di dipendenza strutturale aumenta nel tempo più in Val di Cornia che nella provincia di Livorno, in Toscana ed in Italia.
Struttura della popolazione attiva
Questo indicatore offre un quadro sintetico del livello di invecchiamento della popolazione in età lavorativa. Indica il grado di invecchiamento della popolazione attiva rapportando le generazioni più vecchie (ancora attive) alle generazioni più giovani che saranno destinate a sostituirle. Un valore contenuto dell’indice evidenzia una struttura per età più giovane della popolazione potenzialmente lavorativa e quindi maggiori possibilità di dinamismo e di adattamento al lavoro.
L’indice di struttura della popolazione attiva è il rapporto percentuale tra la popolazione in età 40–64 anni e la popolazione in età 15–39 anni.
La situazione della Val di Cornia è caratterizzata da un forte grado di invecchiamento della popolazione attiva.
Una situazione che nel corso del tempo è peggiorata anche rispetto alla provincia di Livorno, della Toscana e dell’ Italia.
- Le tabelle precedenti sono una rielaborazione dei dati Istat (http://demo.istat.it).
(Foto di Pino Bertelli)
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