Mentre Piombino attende, Rebrab investe ovunque
PIOMBINO 22 gennaio 2016 - Piombino non è solo, anzi è in ottima compagnia. I progetti nel mondo di Cevital, già abbondanti e variegati, crescono di settimana in settimana. Se si ha la pazienza di sfogliare i giornali, algerini ma non solo, gli incontri con il patron Issad Rebrab sono frequentissimi per non dire pressoché quotidiani. Può colpire solo che, in tanta messe di notizie, quasi mai, per non dire proprio mai, capita di leggere dei progetti del patron in terra toscana. Puoi sentire di iniziative in Africa, in America Latina, in mezza Europa ma l’Italia e quindi Aferpi, sembrano oggetti sconosciuti ai media stranieri. Da questo rilievo non si possono certo derivare previsioni per il futuro industriale di Piombino ma appaiono, senz’altro, giustificate le preoccupazioni circa la possibilità che il gruppo algerino riesca a gestire tutto senza individuare priorità col rischio magari che Piombino, con tutti i suoi problemi, non sia proprio una priorità nei business internazionali di Cevital.
Non esistono dubbi sulla consistenza del gruppo di Béjaïa. Forbes, nelle sue classifiche degli industriali più potenti e facoltosi ha inserito Rebrab, primo algerino nella storia di questo tipo di graduatorie, all’ottavo posto tra gli uomini più ricchi dell’Africa. Il giornale Financial Afrique, da due anni, considera il patron di Cevital nel gruppo dei cento imprenditori che hanno fatto progredire il continente. Nel mezzo della bagarre con il governo algerino, Rebrab si è visto gratificare dal presidente degli industriali, Ali Haddad, con una frase che è finita sulle prime pagine dei giornali locali: “Rebrab è il benvenuto nella Fce”, ovvero nel forum della confindustria algerina. E lo stesso giornale “L’expression”, spesso poco tenero con l’attività di Cevital, ha parlato, in un fondo sul 2015, come dell’ ”Anno dei capitani d’industria”, categoria di rilevante importanza politica in Algeria della quale Rebrab è l’esponente di maggior rilievo.
Desta invece almeno curiosità l’intraprendenza dei vertici di Cevital. Era passata da poco la burrasca francese per l’acquisizione dell’industria di elettrodomestici Fagor Brandt (“Manterremo le fabbriche presenti in Francia e Spagna e ne apriremo una in Algeria”) quando già Rebrab si è mosso in Brasile.
Folhamax, testata diffusa nello stato del Mato Grosso, ha raccontato, un mese fa, di un progetto per la produzione di etanolo da mais nel Comune di Vera (750 milioni di dollari di investimento con una previsione di 3000 posti di lavoro tra diretti e indotto). Ed anche del completamento dell’iniziativa con un impianto per il trattamento della soia, la lavorazione del mais e un mangimificio”.
A definire la notizia, il 13 gennaio scorso, ci ha pensato “Agencia Parà” che ha titolato nel suo sito “Gigante algerino del settore agroalimentare realizza una fabbrica nel comune di Barbarena”. L’investimento nello stato del Parà, confinante col Mato Grosso, è indicato in 250 milioni per 700 occupati ed un impegno di 36 mesi per iniziare l’attività.
Intanto El Watan, giornale algerino di buona diffusione, ha scritto di attività in Sudan e parallelamente l’agenzia nord africana Tsa ha informato del viaggio in Gabon dove Rebrab ha incontrato il presidente, il primo ministro e i ministri dell’industria e dell’agricoltura ricevendo consensi e promesse di aiuti per investimenti nel settore petrolchimico. E la stessa fonte ha indicato anche colloqui, nei medesimi giorni, col primo ministro della Guinea Equatoriale sempre per i progetti legati a petrolio.
Cevital, mentre ha allargato i propri orizzonti, non si è dimenticata della natia Algeria dove il gruppo comunque sta, da tempo, incontrando ostacoli dal governo. Rebrab lamenta, infatti, l’impasse su un progetto per trattare semi oleosi di frantumazione, depositato oltre dieci anni fa, e le attese, per ora vane, delle autorizzazioni per un’enorme attività nel settore petrolchimico che, secondo “Financial Afrique” “potrebbe, di per sé, far nascere circa 3000 piccole e medie imprese e creare 600–900 mila posti di lavoro”. Una enormità che si stenta perfino a credere.
Comunque, mentre attende permessi e autorizzazioni, Cevital non sta con le mani in mano. Oltre al monopolio nel settore della commercializzazione dello zucchero, il gruppo si muove con Oxxo Algerie, una fabbrica di finestre e porte finestre in pvc ad alto isolamento che “Al Huffington Post” aveva previsto in attività da settembre scorso, che il direttore generale Khaled Bouali, nella recente fiera di materiali da costruzione di Orano, ha indicato come attiva a dicembre e che invece parte ora a Bordj Bou Arréridj, con 3000 operai e con una produzione annua di 2,1 milioni di pezzi.
In casa Rebrab si muove anche il giovane Omar, amministratore delegato di Hyundai Motor Algerie, che il 7 gennaio scorso, sul giornale di famiglia Liberté, ha offerto all’intervistatore la notizia della creazione di un impianto di assemblaggio per autovetture, autobus, rimorchi e mezzi pesanti del marchio sud coreano.
Infine l’ultimo progetto annunciato in un intervento del patron al campus dell’Università di Bejaia, in Cabilia dove Rebrab è di casa e dove gode di stima incontrastata. La riferisce in prima pagina il giornale “Le jour d’Algerie” con un titolo, tra virgolette, che da solo completa la notizia: “Investiremo nella dissalazione dell’acqua del mare sfruttando l’energia solare”.
E Piombino…