Merci Giuliani, ma le telefonate non bastano
PIOMBINO 7 aprile 2017 — Finalmente, dopo due anni di accettazione passiva della prepotenza di un imprenditore inadempiente, le RSU di Aferpi, su pressione dei lavoratori nelle assemblee, hanno alzato il tiro delle mobilitazioni.
Dal 6 aprile, a fronte dell’ulteriore rinvio dell’incontro al MiSE, è stata occupata la sala consiliare del Comune di Piombino per ribadire quello che è sempre stato l’obiettivo fondamentale della lotta: TUTTI AL LAVORO e PIOMBINO DEVE TORNARE A COLARE ACCIAIO.
Come sempre succede in questi casi, dal momento che i lavoratori si muovono e acquistano consapevolezza della loro forza, assistiamo al tentativo di coloro che ora vogliono negare le loro responsabilità passate nei confronti di quei lavoratori e di questa comunità. Loro per due anni ci hanno lasciato in balia del “salvatore della patria”; ultimamente a Piombino si è consolidata la tradizione di sindaci supereroi in stile Marvel (quello di X‑men, per capirci): l’uno che balza spericolatamente sui tetti dei capannoni (e quel balzo lo catapulta direttamente nella sala del Consiglio Regionale…); l’altro, di oggi, che con il suo super telefono contatta addirittura membri del governo (anche se vice…) e poi, eroicamente, abbandona il calore del focolare per vigilare all’addiaccio che i lavoratori siano difesi.
Merci Giulianì!
L’amministrazione locale, quella regionale (con la pervicacia del governatore Rossi che continua a dare fiducia a chi ha ampiamente dimostrato di non meritarla), il governo (presente oggi con i suoi vice Bellanova e Velo) ed il partito che li esprime devono assumersi le loro responsabilità. Loro hanno sponsorizzato fino alla nausea Rebrab e la sua Cevital, loro hanno permesso dilazioni su dilazioni, loro hanno abbandonato Piombino e la Val di Cornia per non essere stati mai capaci di elaborare politiche economiche degne di questo nome. Anche i sindacati devono assumersi oggi le loro responsabilità: per non aver vigilato, per essere stati subalterni al governo e all’imprenditore, per non aver voluto dare credito a quei lavoratori che fin dall’inizio hanno sollevato dubbi ed obiezioni (oggi rivelatisi tutti giusti!).
Quello che invece concretamente il sindaco dovrebbe fare è muoversi immediatamente per rendere concreta la decisione del consiglio di procurarsi la documentazione relativa all’atto di vendita a Cevital, contratto ed allegati, comprese tutte le parti secretate, che serviranno ai lavoratori per meglio comprendere la loro attuale situazione.
Con l’occupazione della sala del consiglio comunale sino al 19 aprile si apre una nuova fase di mobilitazione. Questa occupazione deve diventare un’assemblea permanente dei lavoratori, nella quale si discutano E SI VOTINO quotidianamente le iniziative da prendere, ma anche si avvii un dibattito fatto di proposte per uno sviluppo armonico del nostro territorio, coinvolgendo tutte le categorie sociali e produttive.
L’obiettivo immediato, in vista dell’incontro, è quello di mettere in campo iniziative forti, capaci di rendere nota la nostra lotta in ambito nazionale, capaci quindi di raccogliere intorno a noi un movimento di solidarietà ampio. NON VANNO PIÙ TOLLERATI RITARDI: a Roma il 19 l’incontro deve aver luogo con un ruolo determinante delle RSU e deve sciogliere il nodo: o Rebrab ha fatto il miracolo e porta le centinaia di milioni che servono per avviare i lavori, assieme ad un cronoprogramma ma anche ad un piano industriale credibile, certificato e soprattutto completo (siderurgia, logistica, agroinduatriale) o il governo annulla il contratto e riprende il controllo della produzione a Piombino, garantendo i fondi per la ripresa della produzione.
Questa è l’unica soluzione possibile e immediata; i vari sceicchi, fondi di investimento ultramiliardari, acciaieri indiani che compaiono all’ultimo minuto sono solo fuffa, sono solo tentativi di affossare la lotta dei lavoratori e dei cittadini di Piombino.
Coord. Art. 1 — Camping CIG