Prima di tutto mettere a norma la discarica
PIOMBINO 29 marzo 2018 — Esprimiamo ferma e partecipe solidarietà ai dipendenti di RiMateria, che lottano per il sacrosanto, costituzionale diritto al lavoro e al salario, come anche ai cittadini che rivendicano l’ irrinunciabile diritto di vivere normalmente e non esposti a insani miasmi, con rischi per la salute.
Lavoratori e cittadini sono vittime innocenti di decennali e pesanti errori politico-amministrativi, quando non di vera malagestione e/o sprovvedutezza. Le radici del pesante esito della vicenda vengono da lontano: la voragine debitoria dell’ Asiu, l’ esclusione del tema dei flussi di materia dagli accordi di programma per la siderurgia, i catastrofici ritardi delle istituzioni, anche locali, nell’ avvio concreto delle bonifiche del SIN di Piombino. Responsabilità pesanti: responsabilità della politica e delle amministrazioni dei Comuni della Val di Cornia che convergono nella vicenda RiMateria, facendo pagare il prezzo finale a lavoratori e cittadini.
La missione di RiMateria era di gestire la discarica in funzione delle esigenze di bonifica del SIN di Piombino, principalmente nell’ ottica del riciclo e non in quella di riempire nuovi spazi con rifiuti di qualsiasi provenienza. Non si può parlare di RiMateria se non nel quadro dei processi di bonifica, riciclo e conferimento dei rifiuti industriali del SIN di Piombino. In quest’ottica deve essere impostato il consiglio comunale aperto previsto a Piombino sull’ argomento.
Le forze politiche dominanti e le istituzioni pubbliche creino le condizioni, anche con eventuali interventi finanziari pubblici ad hoc, per ricondurre al più presto RiMateria nel binario del risanamento del territorio di Piombino. Ciò è possibile solo a partire dalla immediata messa a norma della discarica e con il sollecito avvio materiale delle bonifiche dei territori inquinanti. È necessario un intervento pubblico straordinario che segni una forte discontinuità politico-amministrativa col passato, con la parallela rivalsa sui responsabili di inquinamenti e dissesti finanziari. Solo in quest’ottica si può difendere l’ occupazione connessa al ciclo rifiuti e renderla funzionale e non di ostacolo alla diversificazione economica.
La pesante situazione debitoria ereditata dal passato non deve tradursi in ostacolo al risanamento dei nostri territori inquinati. Deve trovare altre vie di soluzione che non siano l’ accettare conferimenti di rifiuti speciali di qualsiasi provenienza.
La magistratura deve calibrare i suoi doverosi interventi tenendo conto che comunque ora è necessario lavorare per mettere a norma la discarica, pena il peggioramento delle condizioni di lavoro, delle condizioni ambientali e di vita. In ogni caso i dipendenti devono essere messi al sicuro dal rischio di trovarsi a breve senza lavoro e senza alcuna forma di ammortizzatore che possa coprire eventuali periodi di trapasso nell’assetto aziendale. Per questo abbiamo portato la nostra solidarietà ai presidi organizzati dai dipendenti di RiMateria e continueremo a sostenerli.
Coordinamento Art 1 – Camping CIG
(Foto di Pino Bertelli)