Mi ribellerò sempre all’arroganza del potere
PIOMBINO 14 giugno 2016 — Intervengo di nuovo sulla questione Poggio all’Agnello perché dopo le dichiarazioni di ieri del sindaco non posso non farlo.
È importante che il Comune abbia vinto la causa: il contrario avrebbe significato una vera e propria tragedia per il bilancio pubblico. Usciamo però dall’ipocrisia che il percorso della variante non è stato impostato in modo tale da essere subordinato alla vicenda giudiziaria, perché i fatti e gli atti del Comune parlano chiaro.
Resta in piedi la questione della crisi dell’azienda e della volontà di aiutare questa realtà così importante. Ho sempre pensato che fosse giusto farlo, ma penso che sarebbe stato più opportuno e utile guardare a tutto tondo alle aziende turistiche del territorio e concepire una norma generale capace di dare una risposta alle situazioni più critiche o ingessate. Non mi pare di aver detto nulla di così sconvolgente.
Se vogliamo dirla tutta, però, e non mi stancherò mai di ripeterlo, bisognerebbe aggredire il tema che le aziende sane, turistiche e non, che vogliono investire per creare lavoro hanno posto a più riprese all’amministrazione, quello di mettere le mani al Regolamento urbanistico del Comune di Piombino.
Un pacchetto di misure a sostegno dell’occupazione da portare in Consiglio comunale che modifichi il Regolamento urbanistico: questa sarebbe stata, è e continuerà a essere la vera priorità per aiutare chi rischia di chiudere e chi invece vuole e può creare lavoro.
Confesso, invece, che non trovo le parole per commentare il pesante attacco che il sindaco ha deciso di rivolgermi. Certo che se il fatto di esprimere un’opinione su una decisione dell’amministrazione, scatena una reazione così violenta, c’è da essere preoccupati. E lo dico sul serio.
Comunque, se questo attacco volesse essere un tentativo di umiliarmi pubblicamente credo che la mia storia personale e il mio modo di essere bastino a difendermi. Se invece volesse essere un modo per intimidirmi e spingermi a stare zitta, il risultato che ottiene è esattamente l’opposto.
Non rinuncerò mai a dire quello che penso.
Mi ribellerò sempre all’arroganza del potere.
E lotterò, fino in fondo, per cambiare le cose che non trovo giuste.