Ministro Calenda, non parli solo con Piombino
SUVERETO 26 ottobre 2017 — Spett.le Ministro Calenda,
ormai mancano pochi giorni alla scadenza di ottobre, Aferpi è stata inadempiente già con la scadenza di agosto, senza ripresa della produzione dei treni laminatoi e la situazione dello stabilimento è nota.
Credo sia necessario ed urgente, come ho sempre detto in questi anni da quando seguo la vicenda da vicino, a fianco dei lavoratori in ogni battaglia, che al tavolo di trattativa non può più essere presente il solo Comune di Piombino, ma anche tutti gli altri sindaci della Val di Cornia e delle Colline metallifere.
La crisi dello stabilimento ed il fermo degli impianti ha avuto ricadute economiche non solo sulla città di Piombino ma anche nei Comuni limitrofi.
Già il 19 aprile scorso chiesi di essere presente al tavolo al MISE, ma non ci faceste partecipare e con gli altri sindaci restammo in piazza con le bandiere e gli striscioni a fianco degli operai e dei sindacati.
Lo Stato deve smettere di temporeggiare e di giocare a scacchi sulla pelle di tutti noi.
Lo Stato deve dire chiaramente se crede nel polo siderurgico di Piombino e nella rinascita del nostro territorio.
È necessario che lo Stato, perché solo lui può farsi carico, stanzi in maniera concreta i miliardi di euro necessari a bonificare i siti di Piombino. Solo attraverso le bonifiche il nostro territorio potrà avere prospettive future e concrete di sviluppo anche alternative alla industria pesante.
Impensabile pensare all’industria del turismo fin quando Piombino resterà un SIN (sito interesse nazionale) da bonificare e sarà un puntino rosso sulla carta delle zone altamente inquinate. Il nostro territorio ha potenzialità ricettive alte ma è necessario un intervento di bonifica reale.
Lancio un appello anche al sottosegretario all’ambiente Silvia Velo, che questo territorio conosce bene, avendo anche fatto il sindaco di Campiglia Marittima: lo Stato deve stanziare i miliardi e progettare il futuro della Val di Cornia di concerto con tutte le amministrazioni locali, altrimenti abbia il coraggio di dire che non gli interessa questa porzione di Toscana e che ci condanna ad un impoverimento ed a una morte lenta, tra degrado e futuro zero per i nostri figli.
Questa lettera aperta non è solo un appello simbolico, non vuole essere un canto del cigno, mi auguro si trasformi, nei prossimi giorni, in un atto ufficiale di convocazione al MISE di tutte le amministrazioni locali, ma sul quel tavolo il Ministro deve mettere, non solo la buona volontà , ma i fondi realmente necessari alla bonifica ed al rilancio dell’economia di Piombino e del suo territorio.
Se lei, ministro Calenda rifiuta di percorrere questa strada auspico che tutti i cittadini prendano coscienza, al di là dell’appartenenza politica, che lo Stato ci ha abbandonato e personalmente intraprenderò qualsiasi tipo di azione necessaria per far accendere i riflettori su questa vicenda e il suo tragico epilogo, perché è inaccettabile in uno Stato democratico e di diritto che una parte di cittadini italiani siano condannati a non avere futuro, per inerzia dallo stesso.
*Giuliano Parodi è il sindaco di Suvereto