Mission di RiMateria: importare rifiuti per decenni

· Inserito in Teoria e pratica

PIOMBINO 6 giug­no 2018 — In data 30 Mag­gio 2018 è sta­ta richi­es­ta la VIA (Val­u­tazione Impat­to Ambi­en­tale) per la nuo­va dis­car­i­ca che vogliono costru­ire a Ischia di Cro­ciano a Piom­bi­no. La dis­car­i­ca pro­pos­ta da Rima­te­ria, dati i volu­mi, non è pro­porzion­a­ta e final­iz­za­ta a chi­ud­ere il ciclo dei rifiu­ti indus­tri­ali a liv­el­lo locale né alle boni­fiche del SIN di Piom­bi­no.
E questo è un dato di fat­to!!!
Par­liamo infat­ti di una dis­car­i­ca molto più grande di quel­la attuale(ex-ASIU), che si riem­pirà di rifiu­ti spe­ciali, di orig­ine anche indus­tri­ale, prove­ni­en­ti dal mer­ca­to nazionale ed oltre. Come si potrebbe altri­men­ti gius­ti­fi­care una nuo­va dis­car­i­ca di 2,5 mil­ioni di metri cubi?
Inoltre la nuo­va dis­car­i­ca occu­perebbe un’area dema­niale in con­ces­sione a RiMa­te­ria con­fi­nante con gli attuali impianti. Tale scelta indus­tri­ale fa capire come il “vero” cen­tro del­l’at­tiv­ità di RiMa­te­ria diver­rà importare rifiu­ti nei decen­ni a venire. Attiv­ità che del resto han­no fat­to anche fino ad oggi.
Per costru­ire la nuo­va dis­car­i­ca sull’area dema­niale chia­ma­ta LI53aR, ques­ta deve essere lib­er­a­ta da cir­ca 200mila metri cubi tra PAF (polveri­no di alto­forno) e scorie siderur­giche. Una parte di tali rifiu­ti, attra­ver­so un impianto mobile, sarà trasfor­ma­ta in iner­ti e mis­to cemen­tizio da uti­liz­zare in loco per la tombat­u­ra del­l’area stes­sa. Un’ altra parte, non rici­cla­bile, andrà a rialzare la dis­car­i­ca ex-Luc­chi­ni fino a for­mare un uni­co altopi­ano di 32 metri con la ex-ASIU ed il cono rovescio, un’altra ver­so dis­cariche esterne.
Infine passer­an­no a costru­ire la nuo­va dis­car­i­ca sul­l’area che han­no appe­na “tombato”. Pec­ca­to che men­tre tol­go­no 200mila metri cubi di rifiu­ti spe­ciali , ci met­ter­an­no 2,5 mil­ioni di metri cubi di rifiu­ti prove­ni­en­ti da fuori SIN!
Quin­di a cosa serve ques­ta discarica…non cer­to alle boni­fiche. Infat­ti, l’am­pli­a­men­to del­la ex-ASIU e il cono
rovescio sareb­bero sta­ti più che suf­fi­ci­en­ti ad accogliere tut­ti i cumuli abban­cati del nos­tro SIN. Invece
han­no accolto rifiu­ti spe­ciali prove­ni­en­ti dal mer­ca­to e non han­no rici­cla­to un solo chi­lo di scorie del­la
nos­tra zona. Abbi­amo ahimè spre­ca­to preziosi spazi di dis­car­i­ca.
Par­lano inoltre, nei doc­u­men­ti pre­sen­tati alla Regione, di impianti mobili per inter­venire sul­la Li53aR ed effet­tuare in loco il rici­clo delle scorie, lavori da com­mis­sion­are a ditte esterne. Se abbi­amo ben capi­to non uti­lizzer­an­no quin­di la TAP che RiMa­te­ria già possiede… un impianto che non sarà mai rimes­so in fun­zione nem­meno in ques­ta occa­sione.
Per noi, anche ques­ta scelta, con­fer­ma la volon­tà di fare solo attiv­ità di dis­car­i­ca ed affi­dare alle ditte appal­tate la “tombat­u­ra” che non è una bonifi­ca!
Dei rifiu­ti che pro­dur­rà Jin­dal è del tut­to pre­maturo par­larne e questo nuo­va­mente non è min­i­ma­mente rap­por­ta­to al piano indus­tri­ale di RiMa­te­ria. È ridi­co­lo gius­ti­fi­care tale piano col­le­gan­do­lo al rilan­cio delle acciaierie.  Anche il pri­mo piano indus­tri­ale di RiMa­te­ria fu gius­ti­fi­ca­to e col­le­ga­to alle boni­fiche e a fare ces­sare l’at­tiv­ità delle cave di Campiglia. Ammes­so che vengano fat­ti i forni elet­tri­ci, la trasfor­mazione delle scorie nere e bianche in materie prime sec­onde, pre­sup­pone un inter­ven­to diret­to del pro­dut­tore di acciaio durante il ciclo pro­dut­ti­vo sia a monte che a valle. Spet­ta a Jin­dal trattare e ren­dere pos­si­bile la trasfor­mazione delle scorie, solo in questo modo tale attiv­ità avrà la nec­es­saria cop­er­tu­ra eco­nom­i­ca.
Non si può pen­sare che tut­to finis­ca in dis­car­i­ca o in cumuli sul ter­ri­to­rio!!!
La ges­tione dei rifiu­ti, che l’even­tuale aria a cal­do che Jin­dal costru­irà, deve essere tema da trattare fra l’im­pren­di­tore e chi il nos­tro ter­ri­to­rio è chiam­a­to a difend­ere da un nuo­vo impro­poni­bile inquina­men­to.
RiMa­te­ria si sta allon­tanan­do sem­pre più dal prog­et­to iniziale.
RiMa­te­ria si pone­va al servizio delle boni­fiche del SIN di Piom­bi­no e, attra­ver­so il rici­clo, vol­e­va evitare l’impiego di materie prime nelle attiv­ità delle costruzioni e delle infra­strut­ture. Quan­to i sin­daci, pro­pri­etari di RiMa­te­ria, tenessero a quan­to pro­pa­ganda­to per fare approvare il prog­et­to, è sta­to tris­te­mente prova­to dai fat­ti.
I Comu­ni, pro­pri­etari di RiMa­te­ria han­no pro­l­un­ga­to la con­ces­sione delle cave di Campiglia, non han­no fat­to le azioni nec­es­sarie per l’accelerazione dell’avvio delle boni­fiche del SIN, nem­meno quelle di com­pe­ten­za comu­nale già finanzi­ate. RiMa­te­ria ha fat­to solo attiv­ità di dis­car­i­ca, con una dis­car­i­ca NONNORMA, dan­neg­gian­do l’am­bi­ente, ren­den­do la vita impos­si­bile a chi abi­ta nelle vic­i­nanze, accoglien­do con il puz­zo insop­porta­bile chi si reca ver­so Piom­bi­no o ver­so la cos­ta Est e non ha fat­to nes­sun tipo di rici­clo.
Sta solo rip­i­anan­do il vec­chio deb­ito Asiu per poi dare il 60% dell’azienda in mano ai pri­vati.

Un grup­po di cit­ta­di­ni di Piom­bi­no

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