Mobilitazioni senza precludere alcun tipo di azione

· Inserito in Spazio aperto

PIOMBINO 3 giug­no 2019 — Sono ormai pas­sati otto giorni dalle elezioni europee ma anco­ra non arri­va la data di con­vo­cazione al MiSE sul­la situ­azione Afer­pi. Questo silen­zio ci pre­oc­cu­pa moltissi­mo per­ché il count­down ver­so il 30 set­tem­bre — data di sca­den­za del­l’at­tuale CIG — con­tin­ua inesora­bile e non è così scon­ta­to che Jin­dal ne chie­da il rin­no­vo per tre motivi: il pri­mo è lega­to alla sca­den­za di fine anno quan­do la multi­nazionale indi­ana potrebbe (dato che nul­la la vin­co­la sot­to il pro­fi­lo tem­po­rale) decidere di non dare segui­to alla pos­si­bil­ità dei forni elet­tri­ci e dei nuovi treni di lam­i­nazione ren­den­do inutile la pre­sen­za di cir­ca 1000 dipen­den­ti,  l’al­tra lega­ta alle inadem­pien­ze del gov­er­no che per ben otto mesi ha obbli­ga­to l’azien­da ad antic­i­pare la CIG ai lavo­ra­tori per ritar­di buro­crati­ci dovu­ti all’in­erzia dei min­is­teri inter­es­sati nonché il cos­to ener­geti­co che anco­ra non è sta­to allineato a quel­lo ottenu­to dalle acciaierie del Nord Italia. In ques­ta situ­azione è inac­cetta­bile il silen­zio dei sin­da­cati con­fed­er­ali che restano pas­sivi in atte­sa del­l’in­con­tro men­tre anche in fab­bri­ca non man­cano prob­le­mi in mer­i­to alla sicurez­za come l’esten­sione del­la sper­i­men­tazione sug­li acciai al piom­bo che a giro per il mon­do nes­suno vuole fare causa prob­le­mi ambi­en­tali e di salute, il man­ca­to rispet­to del­l’ac­cor­do sulle rotazioni, la man­can­za di sicurez­za e di manuten­zione sug­li impianti, oppure sul piano strate­gi­co las­cia forte­mente per­p­lessi il nuo­vo accor­do regionale di pro­gram­ma sul­la tem­pra di acciai par­ti­co­lari che rende dif­fi­cile la pos­si­bil­ità che la nuo­va pro­duzione di acciaio avven­ga lon­tano dal­la cit­tà.
Siamo inoltre pre­oc­cu­pati  dalle dimis­sioni del­l’am­min­is­tra­tore del­e­ga­to  di Afer­pi; ricor­diamo che le dimis­sioni del­lo stes­so nel peri­o­do di Rebrab furono l’an­tic­i­pazione del fal­li­men­to del prog­et­to, così come ci las­cia dub­biosi la nuo­va inseg­na JSW agli ingres­si del­lo sta­bil­i­men­to che fa segui­to ad indis­crezioni che Jin­dal stia val­u­tan­do la cos­ti­tuzione di una terza soci­età nel quale far con­fluire i lavo­ra­tori in pro­duzione men­tre restereb­bero in Afer­pi i lavo­ra­tori attual­mente in CIG, pre­lu­dio ad una” bad com­pa­ny” che di fat­to indi­viduerebbe gli even­tu­ali esuberi. Anche su questi pun­ti vor­rem­mo una rispos­ta chiara dalle orga­niz­zazioni sin­da­cali alle quali chiedi­amo per l’en­nes­i­mo vol­ta di iniziare un per­cor­so di mobil­i­tazione con assem­blee e man­i­fes­tazioni, che recu­peri un rap­por­to di fidu­cia ormai lac­er­a­to, per arrivare all’in­con­tro di Roma con la deter­mi­nazione nec­es­saria per far emerg­ere la ver­ità e garan­tire la riparten­za del sito di Piom­bi­no, una Piom­bi­no in sof­feren­za anche nel­l’al­tra grande fab­bri­ca del ter­ri­to­rio la Mag­o­na d’I­talia Arcelor Mit­tal cedu­ta dal grup­po fran­co-indi­ano a British Steel che ad oggi non ha anco­ra pre­sen­ta­to il piano indus­tri­ale che fac­cia chiarez­za sul futuro di cir­ca 1000 lavo­ra­tori tra diret­ti ed indi­ret­ti con­tribuen­do  all’in­certez­za e alla pre­ca­ri­età un intero ter­ri­to­rio che va ben oltre Piom­bi­no ma si riflette su tut­ta la Val di Cor­nia e le Colline Met­al­lif­ere.
L’Op­po­sizione Cgil chiede un net­to cam­bio di pas­so nel pre­tendere da gov­er­no ed azien­da il rispet­to degli accor­di sot­to­scrit­ti da entrambe le par­ti altri­men­ti — anche a fronte dei molti sol­di con­fluiti in ammor­tiz­za­tori sociali in questi cinque anni — si dia segui­to alle parole spese dagli attuali due vice pre­mier in cam­pagna elet­torale a Piom­bi­no facen­do inter­venire la mano pub­bli­ca per il rilan­cio del sito pro­dut­ti­vo di Piom­bi­no, a par­tire dalle boni­fiche del ter­ri­to­rio che da anni sono ferme. In assen­za di tut­to questo le orga­niz­zazioni sin­da­cali devono con­tribuire alla pre­sa di coscien­za del­la grav­ità del­la situ­azione da parte dei lavo­ra­tori e iniziare un per­cor­so di mobil­i­tazioni sen­za pre­clud­ere nes­sun tipo di azione pos­si­bile. Il tem­po ormai sta sca­den­do e una soluzione deve essere trova­ta!

Oppo­sizione Cgil Piom­bi­no

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