MoltI benefici con l’antica coltivazione della canapa
CAMPIGLIA 21 marzo 2015 — La coltivazione della Canapa è stata particolarmente florida nel nostro Paese a tal punto da permettere di classificarci come primi produttori al mondo per qualità e secondi per quantità di produzione, tuttavia tale coltivazione è andata man mano estinguendosi sul territorio nazionale per il sopravvento di altre materie prime.
Ebbene, grazie ad investimenti sia in ambito privato che regionale ma anche europeo tramite cospicui finanziamenti (che dobbiamo iniziare a conoscere e a richiedere per poter promuovere importanti progetti) questo tipo di coltivazione potrebbe nuovamente essere praticato nel nostro Paese, sia in termini di eco-compatibilità, sia per le possibilità di sviluppo economico ed occupazionale che essa potrebbe offrire.
In particolare, in ambito europeo, l’applicazione di tale progetto è fortemente sentita dal momento che si prospetta di inserirla nelle aree di interesse ecologico (Efa), in modo che i produttori possano accedere agli aiuti diretti della politica agricola comune dell’unione europea (Pac).
Aiuti economici diretti, quindi, tramite consistenti finanziamenti a chi si impegna nel settore, affiancati da associazioni a livello nazionale che coordinano la gestione organizzativa della semina.
Ma quali sono i reali benefici della coltivazione della canapa? Toccano vari aspetti: da quello agricolo (favorisce l’estrazione dal terreno di agenti inquinanti come la diossina e i metalli pesanti contribuendo all’eliminazione di CO2 dall’aria) a quello tessile passando per l’ edile (con prodotti per l’edilizia, pannelli isolanti, vernici, resine ecc. tutto a base di canapa, valida alternativa all’impiego di sostanze altamente tossiche come amianto e materiali inerti da cave ), quello farmaceutico, agro-alimentare e infine quello cartario ( con i derivati della canapa si potrebbe contribuire a preservare quel che resta del vitale patrimonio forestale).
Proprio perché la coltivazione della canapa risulta un toccasana per la purificazione dei terreni, dovrebbe essere al primo posto in territori come la nostra Val di Cornia che per anni è stata incentrata sull’attività della Lucchini, esattamente come è successo a Taranto dove ci sono progetti in via di sviluppo per tale coltivazione nei terreni circostanti l’Ilva.
Ecco perché il Movimento 5 Stelle chiede alla giunta che, riconoscendone l’importanza, si impegni a studiarne l’applicabilità a livello locale, anche per l’ impulso tutto positivo che questo tipo di coltivazione contribuirebbe a dare in termini di ripresa in settori produttivi specifici.
MOVIMENTO5STELLE CAMPIGLIA