Monica Calamai diventa super manager
E’ partita da Follonica e, in poco tempo, pare stia per raggiungere Firenze dopo aver toccato Siena, Arezzo e Livorno. Monica Calamai, direttore generale dell’Asl 6, avrebbe infatti ottenuto la promozione a direttore generale del dipartimento sanità della Regione Toscana, attualmente retto da Edoardo Michele Majno. Un super incarico ai vertici della gestione della salute pubblica nella regione.
La notizia campeggia sui quotidiani locali e finora non è stata smentita. Anzi voci autorevoli la accreditano come un fatto ormai scontato. Fino a pochi giorni fa leggevamo dell’impegno della direttrice generale a rivedere la struttura organizzativa dell’azienda livornese con l’idea di mettere in piedi addirittura una unità operativa complessa che avrebbe dovuto occuparsi dei rapporti con il sindacato. Ed è nelle cronache più recenti la vicenda dell’ospedale di Portoferraio così come, alcune sere fa, il calendario ci ha proposto un incontro della Calamai a Cecina dove i malumori per la gestione della sanità non sono pochi. I ricordi, neanche molto remoti, ci riportano poi alla maglia nera che solo due anni fa l’Asl 6 dovette sopportare dal giudizio del Sant’Anna sulle attività delle aziende sanitarie della Toscana. Una valutazione che il prestigioso istituto pisano ha rivisto nell’indagine di quest’anno nella quale, accanto ad un consistente miglioramento, sono stati ancora evidenziati punti di debolezza. Proprio per queste considerazioni e ovviamente evitando giudizi di merito sulle capacità della Calamai, la scelta della giunta Rossi è arrivata inattesa. Il “Tirreno” riferisce addirittura che l’assessore alla salute Luigi Marroni avrebbe informato, per telefono e solo mercoledì, il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi. I primi cittadini di altre realtà importanti (Piombino, Cecina, Rosignano, Portoferraio) avrebbero invece appreso la notizia dalla stampa. A questo punto non resta a loro (e ovviamente ci associamo) che formulare alla signora Calamai i migliori auguri di buon lavoro nell’interesse di tutti.
All’Asl 6 si parla di un possibile arrivo di Maria Teresa De Lauretis, oggi a capo dell’azienda sanitaria di Massa. L’ipotesi è comunque tutt’altro che scontata e non è da scartare la possibilità che la giunta Rossi riservi nuove sorprese.
La notizia è di quelle che fanno tremare. Se la Dottoressa Calamai è riuscita a tagliare servizi e prestazioni a livello locale, ora il suo potere si amplia su di una platea regionale, comportando un’ulteriore aggravamento della situazione sanitaria. In questi anni abbiamo potuto apprezzare l’operato della massima responsabile dell’ASL6, che è stato sicuramente percepito dagli utenti con valutazioni non sempre entusiasmanti, ma molto probabilmente in Regione c’è qualcuno che non la pensa come i cittadini. La salute dei cittadini non è una merce e un bilancio economico favorevole non può certo essere una scusante valida per poter premiare chi lo ha conseguito. Confidando in un cambio di rotta da parte della Regione Toscana, auguriamo buon lavoro alla neo Supermanager e al tempo stesso auspichiamo clemenza nell’applicare i decreti.
Gli attacchi speculativi ai titoli sovrani Italiani hanno determinato la crisi finanziaria gettando il paese sull’orlo del default allarmando così i nostri creditori, cioè le banche tedesche e francesi .
Questo ha determinato la crisi politica della scorsa stagione risolta con il colpettino di stato guidato dal Presidente della Repubblica (in una notte un perfetto sconosciuto senza alcuna legittimazione popolare è stato nominato prima senatore a vita e dopo presidente del consiglio dei ministri, tutto questo alla faccia dello stato di diritto e della costituzione materiale).
Il Governo Tecnico ha operato con il solo obiettivo di garantire la solvibilità dello Stato italiano; l’esecutore fallimentare Monti, nominato e sostenuto da enti sovranazionali portatori di interessi estranei a quelli del popolo italiano, sta così raggiungendo i suoi obiettivi attraverso drammatiche campagne di tassazione e un rapido smantellamento dello Stato sociale e dei servizi.
In questo quadro la falcidia della sanità pubblica ha potuto essere operata con facilità grazie al supporto fornito da tutti i partiti politici e sindacati insieme ai loro diretti protetti come appunto questi pseudo manager pubblici, remunerati con privilegi feudali i primi e benefit assolutamente ingiustificati i secondi, come appunto avviene nel caso della Dr.ssa Calamai.
L’unico merito riconoscibile a questi personaggi è solo quello di essere fedeli all’agenda Monti e la capacità di far digerire ai cittadini scelte inique e immorali, come l’introduzione di balzelli sulle prestazioni sanitarie: una per tutte i 10 euri sulla radiologia che anche i pazienti oncologici terminali sono costretti a pagare.
Non c’è niente di esaltante o di socialmente utile nel lavoro di questi “pubblici dirigenti” i quali in queste drammatiche contingenze economiche e sociali paiono ancor più gravitare su orbite distanti anni luce dalla quotidianità vissuta dalle persone normali; irrita soprattutto la nebulosa e la mancanza di chiarezza riguardo alle rendicontazioni che devono fare a chi li paga cioè ai cittadini utenti; ad esempio non si dice apertamente che l’aumento dei tickets stimato in un 40% in minima parte influisce positivamente sui bilanci delle ASL o della Regione, infatti il loro scopo occulto è quello di scoraggiare i cittadini ad accedere ai servizi pubblici della diagnostica o della medicina ambulatoriale specialistica.