Monnezza contrabbandata per ecobusiness

· Inserito in Lavoro e lavori, Lettere
pervenuta in redazione

PIOMBINO 9 mag­gio 2018 — Jin­dal: con­tin­ua il bal­let­to delle indis­crezioni. Siamo alla fir­ma. No, i legali devono anco­ra limare le par­ti dell’accordo. Ma gli osser­va­tori (chi? Car­lo Cal­en­da e Enri­co Rossi?) si aspet­tano la fir­ma in ques­ta set­ti­mana. Sicu­ra­mente, alla fine qual­cuno ci azzec­cherà e potrà fare la figu­ra del “ve l’avevo det­to…”.
Tut­ti, tranne i lavo­ra­tori. Il min­istro Cal­en­da forse pen­sa, in vista del­la (molto) prossi­ma sca­den­za elet­torale, di rifar­si una verginità pre­sen­tan­dosi come quel­lo che ha chiu­so due grossi prob­le­mi per il gov­er­no PD; sta di fat­to che, dalle sue dichiarazioni, sem­bra asso­lu­ta­mente dis­in­ter­es­sato alle con­seguen­ze delle ven­dite: non si par­la più di piani indus­tri­ali (sì, poi ver­ran­no pre­sen­tati) né di garanzie occu­pazion­ali (tan­to ci sono gli ammor­tiz­za­tori… purtrop­po sicuri solo a fine 2018!).
I lavo­ra­tori non pos­sono accettare: vogliamo che pri­ma del­la stip­u­la del con­trat­to il piano indus­tri­ale e finanziario ven­ga dis­cus­so e approva­to o respin­to da lavo­ra­tori e cit­ta­di­ni. La fir­ma DEVE essere con­dizion­a­ta a questo. Un piano indus­tri­ale coer­ente, che par­ta dal­la ripresa delle lam­i­nazioni, ma che anche fis­si i ter­mi­ni per la costruzione di una acciaieria con forno elet­tri­co, con tem­pi cer­ti di real­iz­zazione e con penali su ritar­di o mod­i­fiche in cor­so d’opera. Un piano indus­tri­ale e finanziario che ci dica a quale uti­liz­zo sono des­ti­nate le aree retro-por­tu­ali, quali sono gli ind­i­rizzi di ven­di­ta, quali e quante sono le risorse finanziarie messe in cam­po
Sul piano dell’occupazione e dei dirit­ti dob­bi­amo avere le stesse garanzie che i sin­da­cati chiedono per ILVA: piena occu­pazione per lavo­ra­tori diret­ti e indi­ret­ti, assun­zione in con­ti­nu­ità, man­ten­i­men­to dei liv­el­li salar­i­ali e dei dirit­ti sin­da­cali mat­u­rati negli anni (il che per Piom­bi­no sig­nifi­ca annullare la “mora­to­ria con­trat­tuale” recu­peran­do quel salario e quei dirit­ti ai quali i lavo­ra­tori ave­vano accetta­to di rin­un­cia­re in cam­bio di… NIENTE), rotazione per l’inevitabile peri­o­do di tem­po nec­es­sario a real­iz­zare gli inves­ti­men­ti.
La stes­sa log­i­ca deve valere per la Mag­o­na, per la quale si par­la di ces­sione obbli­ga­to­ria impos­ta dal­la Com­mis­sione Euro­pea: piano indus­tri­ale e finanziario approva­to dai lavo­ra­tori, salario e dirit­ti sin­da­cali garan­ti­ti, rotazione per i tem­pi nec­es­sari.
Con­sid­e­ri­amo infine il lun­go peri­o­do di tem­po nec­es­sario affinché nel ter­ri­to­rio si river­beri­no gli effet­ti dei nuovi inves­ti­men­ti, non solo in siderur­gia, ma per una diver­si­fi­cazione dei set­tori pro­dut­tivi gesti­ta e ind­i­riz­za­ta dalle ammin­is­trazioni locali, dai sin­da­cati, dalle asso­ci­azioni di cat­e­go­ria e da quelle del­la soci­età civile: sono indis­pens­abili stru­men­ti di sosteg­no al red­di­to per tutte le cat­e­gorie in sof­feren­za, a par­tire dai lavo­ra­tori non cop­er­ti da ammor­tiz­za­tori sociali, per arrivare ai gio­vani in cer­ca di pri­ma occu­pazione, pas­san­do per com­mer­cianti, arti­giani, liberi pro­fes­sion­isti che si sono visti ridurre in povertà.
Sem­bra che i nos­tri ammin­is­tra­tori, espres­si tut­ti da un’unica forza polit­i­ca, vogliano ridurre il ter­ri­to­rio di Piom­bi­no a divenire uni­ca­mente un polo di trat­ta­men­to rifiu­ti, con dis­cariche più o meno in sicurez­za e di cui si pro­pone più del rad­doppio del vol­ume attuale, con impianti “sper­i­men­tali” che ven­gono sis­tem­ati­ca­mente rifi­u­tati da altri siti, con imp­rese più o meno finanziari­a­mente solide che si lan­ciano nel cosid­det­to “ecobusi­ness”. È una scelta inac­cetta­bile: vogliamo una diver­si­fi­cazione pro­dut­ti­va che sia vera­mente di svilup­po eco­logi­co, ma nel sen­so di ridurre al mas­si­mo la pro­duzione di inquina­men­to. Per questo sol­leciti­amo stru­men­ti eccezion­ali per real­iz­zare le indis­pens­abili boni­fiche di un ter­ri­to­rio che per trop­po tem­po ha subito vio­len­za, con lo sver­sa­men­to incon­trol­la­to di rifiu­ti indus­tri­ali in ter­ra aria e acqua, molti dei quali poten­zial­mente peri­colosi.
Abbi­amo abban­do­na­to lo spolveri­no, non riem­piamo­ci di mon­nez­za! Non sven­di­amo il nos­tro ter­ri­to­rio, accogliamo attiv­ità che creino posti di lavoro e non ric­chez­za per pochi!

Coor­di­na­men­to Art. 1 – Camp­ing CIG

Commenta il post