Monte dei Paschi: il M5S tradisce se stesso
PIOMBINO 18 aprile 2019 — Nel tardo pomeriggio di giovedì scorso, 11 aprile, gli iscritti del M5S ricevono un messaggio di Luigi Di Maio dal titolo: “Aiutaci a portare il cambiamento in Europa!”.
Più o meno alla stessa ora, in assemblea MPS, il maggiore azionista della banca, cioè il governo giallo – verde, nella persona del delegato del Ministero del Tesoro, vota NO alla richiesta di azione di responsabilità nei confronti degli attuali e degli ex vertici. Il governo ha votato sorprendentemente NO a quello che avrebbe voluto e potuto essere un percorso di chiarezza e trasparenza a tutela dei cittadini, degli investitori e dei risparmiatori! Eppure solo il 5 aprile scorso lo stesso Di Maio aveva dichiarato: “Nei prossimi giorni valuteremo anche a livello di Governo tutto quello che si dovrà fare all’assemblea. E’ chiaro ed evidente che per me è giusto che chi ha ridotto quella banca in quelle condizioni debba pagare”.
E come scordare anche tutti gli altri portavoce del Movimento, a partire dallo stesso Grillo, che dal 2012 sono passati spesso e ben volentieri a Siena, non solo alle assemblee del MPS ma anche ai fortunati eventi organizzati dal gruppo Siena 5 Stelle, brandendo l’immagine dell’apriscatole con cui avrebbero liberato il Paese, e la banca, dal branco di squali che stavano spolpando l’uno e l’altra?
Devono aver cambiato idea, perché uno dopo l’altro si sono dileguati tutti. Assente ingiustificato – ma questa è solo una conferma – anche il portavoce alla Camera eletto nel collegio elettorale di Siena.
Insomma, non c’era nessuno del M5S “certificato” a metterci la faccia nel momento in cui il governo, come riportato anche dai media nazionali, assumeva esattamente la stessa posizione dei governi Gentiloni e Renzi, tradendo nei fatti e senza alcuna spiegazione persino la parola data solo pochi giorni prima dallo stesso Vicepresidente del Consiglio e Capo Politico del maggior partito italiano.
Paragone ha provato a chiamare in causa il “cattivo” Tria, come se M5S e Lega fossero soggetti estranei all’attività di governo, replicando involontariamente lo stesso atteggiamento ipocrita rimproverato per anni al PD di “lotta e di governo”, ma a Siena ricordiamo troppo bene come sia la Lega sia il M5S abbiano delegittimato gli attivisti storici di entrambi gli schieramenti per credere che sia solo colpa del fedifrago Ministro dell’Economia.
Per questo non ci sorprendono le dure critiche di tanti politici locali e non solo (molti dei quali farebbero meglio a tacere per decenza, come hanno fatto negli ultimi 20 anni, ma questo è un altro discorso); c’è chi si domanda se sia ragionevole il sospetto che la mancata certificazione del Movimento 5 Stelle di Siena per le Elezioni Comunali del 2018 sia dovuta proprio al suo attivismo sul tema MPS, alla propria libertà di pensiero, all’indisponibilità a subire condizionamenti o diktat dall’alto. In altre parole, per la fedeltà ai principi del Movimento in merito all’autonomia dei territori e alla democrazia dal basso.
Oggi ci viene rinfacciata, anche in modo strumentale, l’incoerenza e il tradimento degli impegni dichiarati sul caso MPS, e non solo. Critiche difficili da smontare, perché purtroppo la dinamica dei fatti e le vicende del 2018 hanno lasciato stupiti e amareggiati soprattutto noi. L’unica residua speranza è che si tratti di un ultimo episodio infelice, dal quale possa finalmente scaturire una forte reazione per un ritorno ad un Movimento genuino e rispettoso dei suoi principi fondanti, quelli che segnarono la sua nascita quasi 15 anni fa.
Siena 5 Stelle