Morani: altri quattro mesi per piano industriale JSW
PIOMBINO 13 febbraio 2020 — La sottosegretaria al MiSE, Alessia Morani, rispondendo ad una interrogazione della deputata Gloria Vizzini ha dichiarato che la richiesta di JSW di una proroga di quattro mesi per la presentazione della cosiddetta fase 2 del piano industriale, ossia quella per la produzione di acciaio basata su tecnologie sostenibili, per la complessità degli investimenti e lo stato di avanzamento degli impegni previsti per la prima fase poteva essere accolta favorevolmente.
Francamente sarebbe stata necessaria una risposta un po’ più articolata ma ci rendiamo conto che la sottosegretaria, come lei stessa ammette, si occupa da poco della vicenda.
Rimane però il fatto che è meglio chiarire un po’ le cose, visti i precedenti dei tanti accordi sindacali e istituzionali firmati negli ultimi quindici anni a Piombino perlopiù disattesi.
Ci è d’aiuto la stessa lettera inviata da JSW il 23 gennaio 2020.
Era il 16 gennaio 2020, al termine di una riunione al Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) del gruppo di coordinamento e controllo dell’area di crisi industriale complessa di Piombino, a cui avevano partecipato la Regione Toscana, la Provincia di Livorno, il Comune di Piombino, l’Autorità portuale, Invitalia, Anpal, RFI e Terna, lo stesso Ministero dello Sviluppo Economico faceva sapere che “nei prossimi giorni verrà convocato il tavolo relativo allo stabilimento siderurgico JSW nel corso del quale l’azienda illustrerà il nuovo piano industriale”.
Passarono sette giorni e il 23 gennaio 2020 JSW Steel Italy fece sapere a tutti che si sentiva impegnata secondo quanto contenuto nel Piano Industriale allegato all’Accordo di Programma (AdP) firmato il 24 luglio 2018 ed in particolare che “aveva dato avvio e ampio seguito all’attività di implementazione della cd Fase 2 del Piano Industriale, ovverosia, principalmente allo Studio di Fattibilità per la nuova produzione siderurgica da Acciaieria elettrica”.
Il bello è che
- il Piano Industriale allegato all’ AdP non è mai stato reso noto e si ha addirittura l’impressione che anche alcuni dei firmatari, ad esempio l’allora sindaco di Piombino, nemmeno l’abbiano visto né tantomeno portato in Comune dopo la firma a Roma,
- se una delle parti più importanti di quel Piano Industriale (la cosiddetta fase 2, ndr) rimanda tutto ad uno Studio di Fattibilità vuol dire che non era un Piano Industriale come Dio comanda,
- dal 24 luglio 2018 tutti, dai rappresentanti sindacali a quelli istituzionali, hanno sempre parlato di un Piano Industriale allegato all’ Accordo di Programma e di un Piano industriale (quello della fase 2) da presentare entro 18 mesi ma JSW invece parla di uno Studio di Fattibilità (per la verità in coerenza con quanto comunicato il 18 maggio 2018 dalla stessa JSW al National Stock Exchange of India).
Oggi la sottosegretaria torna a parlare di Piano Industriale che sarà presentato tra quattro mesi, ma JSW parla di altro. Queste le parole esatte: “La scrivente propone alle Amm.ni in indirizzo di presentare nel termine di 4 mesi dalla data della presenta, e solamente nella forma preliminare che la mancanza dei parametri di attuazione ed esecuzione degli impegni di cui sopra inevitabilmente ci impone, un Piano Industriale iniziale condizionato all’ottemperamento dei suddetti adempimenti, ai quali chiediamo agli Enti Pubblici di provvedere nel termine ulteriore di 4 mesi dalla data della presentazione del Piano preliminare medesimo”.
La chiarezza non manca.
Ma quali sono gli adempimenti di cui JSW denuncia la mancanza?
Dice JSW che quello Studio di Fattibilità non l’ha potuto presentare
- perché non ha ottenuto dalle istituzioni pubbliche l’agevolazione del costo di approvvigionamento di energia elettrica,
- perché sempre le istituzioni pubbliche non hanno individuato il sito e la sua utilizzazione per lo smaltimento delle scorie e dei refrattari provenienti dalla produzione della fase 2,
- perché non ha avuto decisioni prese sempre dalle istituzioni pubbliche sul rilascio della concessione demaniale marittima e la riduzione del canone della concessione,
- perché non è stato raggiunto un accordo per la realizzazione di un collegamento ferroviario dedicato,
- perché non gli sono state erogate le agevolazioni finanziare previste nell’Accordo di Programma.
E così si arriva alla farsa, dato che
- sul costo dell’energia elettrica il Vice Capo di Gabinetto del MiSE aveva detto essere stato risolto il problema,
- sull’individuazione del sito per lo smaltimento dei rifiuti nessun impegno sta scritto nell’ Accordo di Programma che anzi autorizza JSW a sceglierselo dentro lo stabilimento,
- il rinnovo delle concessioni demaniali marittime è subordinato alla presentazione del Piano Industriale (oggi declassato a Studio di Fattibilità),
- del raccordo ferroviario non pare esserci traccia nell’ Accordo di Programma,
- le agevolazioni finanziarie pubbliche possono essere concesse presentando progetti, non certo preventivamente, anche se è pur vero che tutte quelle nazionali e regionali previste dai vari Accordi di Programma hanno avuto una ben misera attuazione.
Come si vede la situazione è un po’ più complicata di quanto fa intravedere la sottosegretaria il cui compito primo, se vuole risolvere, come noi crediamo, quella che chiama “la crisi che da troppo tempo grava sul secondo polo siderurgico italiano”, è in primis di portare un po’ di chiarezza su tutta la vicenda.
Interrogazione a risposta in commissione presentata da Gloria Vizzini
Al Ministro dello sviluppo economico.— Per sapere – premesso che:
il polo siderurgico di Piombino (ex Lucchini) riveste un’importanza fondamentale per il tessuto industriale italiano, per il capitale umano che è impiegato negli impianti e per il territorio del Comune di Piombino. L’acciaieria, seconda in Italia per dimensioni solo all’Ilva di Taranto, dà lavoro a quasi duemila dipendenti;
dopo l’accordo per l’acquisizione del polo siderurgico di Piombino al gruppo algerino Cevital nel 2015 erano emerse gravi criticità e inadempienze nella garanzia di immissione di capitali per assicurare la liquidità, nelle garanzie sul contratto per la fornitura del forno elettrico nonché nello stato di avanzamento del programma di demolizione dei vecchi impianti e di bonifica dell’area. Tutto questo ha portato il Ministero dello sviluppo economico alla messa in mora di Cevital;
la crisi ha avuto una soluzione parzialmente positiva grazie al recente passaggio definitivo del polo siderurgico di Piombino da Cevital a Jindal Steel West (di seguito Jsw), grande impresa internazionale che si colloca tra i leader mondiali nella produzione del settore dell’acciaio, coordinato dalla regia del Ministero dello sviluppo economico, ridando la speranza a migliaia di lavoratori. Il gruppo Jindal starebbe valutando il ritorno alla produzione di acciaio costruendo due forni elettrici per una produzione di almeno due milioni di tonnellate. Un investimento di oltre un miliardo di euro;
la Jsw ha espresso la necessità di almeno 18 mesi per la presentazione dei progetti di costruzione dei nuovi forni e per la transizione gestionale del polo siderurgico e proprio per questi motivi lo scorso anno è stato confermato il ricorso agli ammortizzatori sociali;
è di questi giorni la notizia che Jindal avrebbe richiesto la proroga di altri quattro mesi per la presentazione del piano industriale. Il cronoprogramma, condiviso con il Ministero dello sviluppo economico, prevedeva come termine ultimo per «svelare» le carte il 24 gennaio 2020;
lo scorso autunno presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali è stato firmato il rinnovo per ulteriori 12 mesi della cassa integrazione in deroga per le aree di crisi industriale complessa. I lavoratori del polo siderurgico sono arrivati a considerare lo sciopero della fame, pur di avere chiarezza sul proprio futuro che appare fosco alla luce di questo ulteriore rinvio;
il Ministro interrogato, intervenendo questa settimana in Senato, ha dichiarato che si sta organizzando un ulteriore incontro con Jindal –:
se ritenga, in occasione del prossimo incontro con il gruppo Jsw Steel, di indicare una data ultima, questa volta vincolante, per la presentazione della seconda fase del piano industriale per evitare ulteriori proroghe pretestuose e dannose per i lavoratori del gruppo e per il settore industriale italiano dell’acciaio.
Risposta della sottosegretaria al MiSE, Alessia Morani
Comunicato del Coordinamento art. 1 Camping CIG
Il Coordinamento art. 1 Camping CIG ribadisce il suo forte invito alla popolazione piombinese perché faccia sentire la propria voce sotto le finestre del MISE a Roma, per martedi’ 18 febbraio, in occasione dell’ incontro tra azienda JSW , sindacati e istituzioni coinvolte nell’ Accordo di Programma del 24 luglio 2018; incontro atteso da tempo e molto importante per il futuro non solo della siderurgia piombinese, ma per lo sviluppo diversificato di tutta la zona.
Lo sciopero della fame, promosso dal Camping CIG per rompere l’immobilismo a cui i tempi lunghi e i rinvii di Jindal ci inchiodano e per dare visibilità nazionale al “caso Piombino”, chiedeva una mobilitazione unitaria della città, in difesa della occupazione, dell’ambiente, della salute e sicurezza di lavoratori e cittadini, per un nuovo sviluppo diversificato moderno ed ecocompatibile . L’iniziativa ha ricevuto testimonianze di solidarietà da parte di tutte le forze politiche locali, di un ampio fronte di forze sindacali , di numerose associazioni e singoli cittadini. A loro ci rivolgiamo, perché, nell’ interesse generale di tutte le categorie sociali e in coerenza con quelle espressioni di solidarietà, organizzino una presenza significativa a Roma. Noi ci saremo comunque.
Hanno espresso solidarietà per lo sciopero della fame di Paolo Francini e Ugo Preziosi:
Francesco Ferrari (Sindaco), Giuliano Parodi (Vice Sindaco), Sabrina Nigro (Assessore Lavoro), Carla Bezzini (Assessore Ambiente), Luigi Coppola (Coord. Gruppi Consiliari di maggioranza), Daniele Pasquinelli ( M5S), Davide Anselmi (Lega), Monica Bartolini e Riccardo Gelichi ( Ascolta Piombino), Lorenzo Fusco (Uilm), Claudio Lucchesi (Uglm), Paolo Cappelli e Fausto Fagioli (Fim Cisl), Carli e David Romagnani (Fiom Cgil), Massimo Lami (Usb), Giancarlo Chiarei (Slai Cobas), Federico Giusti (SGB).
Inoltre Eliana Como (portavoce nazionale della Opposizione CGIL), Fabrizio Callaioli (PRC), Rino Checcoli (PRC), Rinaldo Barsotti (ex capogruppo PD, Simone De Rosas (segretario di Federazione PD), Aldo Montalti (PCL), Lino Parra (CARC), Adriano Bruschi (Legambiente), Alberto Guerrieri (associaz. “Diritto alla Vita Dignitosa”), Mario Giannullo (ANPI), Roberta Degani (Comitato Salute Pubblica ), rappresentanti dell’ ARCI Cotone e de “La Croce del Sud”, il giornale on-line “L’Etrusco”.
Comunicato di Opposizione Cgil
L’Opposizione Cgil appoggia l’iniziativa lanciata dal Camping Cig.
Dopo il mega striscione all’ingresso di Piombino, lo sciopero della fame, gli attivisti del Camping Cig propongono alla città di Piombino di mobilitarsi per l’incontro del giorno 18 febbraio al MiSE tra Jsw, organizzazioni sindacali, Comune, Regione Toscana ed Autorità portuale a seguito della richiesta di rinvio di 4 mesi per la presentazione del piano industriale da parte della multinazionale indiana.
Come Opposizione Cgil abbiamo sempre appoggiato le iniziative del Camping Cig ed anche in questa occasione vogliamo dare il nostro sostegno ad una vertenza che si trascina da ben 6 anni con conseguenze economiche nefaste per i lavoratori, le loro famiglie e i territori della Val di Cornia e delle Colline Metallifere.
Nella mattina della manifestazione/presidio a Roma sarà presente la Portavoce Nazionale dell’Opposizione Cgil Eliana Como, la quale fa parte del direttivo nazionale Cgil e Fiom.