LA SECONDA RELAZIONE SU LUCCHINI IN AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA

Nardi: perché la risoluzione del contratto Cevital

PIOMBINO 21 novem­bre 2017 – Lo spie­ga Piero Nar­di, com­mis­sario stra­or­di­nario del­la ex Luc­chi­ni, per quale moti­vo occorre andare alla risoluzione del con­trat­to di ven­di­ta del­la ex Luc­chi­ni a Cevital/Aferpi. Lo fa nelle ultime dod­i­ci righe del­la “Sec­on­da Relazione peri­od­i­ca ex art. 40 c. 1bis D.Lgs. 270/99 1° Semes­tre 2017 Piom­bi­no, 9 novem­bre 2017” su cui il Comi­ta­to di Sorveg­lian­za di Luc­chi­ni SpA in Ammin­is­trazione Stra­or­di­nar­ia ha espres­so il suo parere favorev­ole:

«La Pro­ce­du­ra ha avvi­a­to il proces­so di con­tes­tazione rite­nen­do i doc­u­men­ti inviati non idonei a sod­dis­fare gli obb­lighi assun­ti con l’addendum e, in par­ti­co­lare, l’obbligo di “indi­vid­uare una part­ner­ship per la parte siderur­gi­ca del Prog­et­to Piom­bi­no, alter­na­ti­va­mente e/o con­giun­ta­mente di natu­ra indus­tri­ale, finanziaria o di for­ni­tu­ra a lun­go ter­mine di semi­prodot­ti e di sot­to­por­la all’approvazione degli organi del­la Pro­ce­du­ra entro il 31.10.2017”. Nes­suno dei doc­u­men­ti alle­gati alla let­tera con­tiene impeg­ni di natu­ra vin­colante tali da munire del­la nec­es­saria con­cretez­za e affid­abil­ità le ripetute promesse e i piani indus­tri­ali che, ad oggi, sono “rimasti solo sul­la car­ta” sen­za essere mai sup­por­t­ati dal­l’indi­cazione di fonti di finanzi­a­men­to adeguata­mente doc­u­men­tate. “In tale situ­azione, fer­mi i gravi (e già denun­ciati) inadem­pi­men­ti delle soci­età del Grup­po Cevi­tal al con­trat­to pre­lim­inare di ces­sione del 9.12.2014, al suc­ces­si­vo atto notar­ile del 30.6.2015 e all’Ad­den­dum, si è con­tes­ta­to for­mal­mente anche l’inadempimento allo speci­fi­co obbli­go pre­vis­to dal­l’art. 3.1 del­l’Ad­den­dum di cui sopra, ris­er­van­do­ci di agire nelle com­pe­ten­ti sedi per la tutela dei dirit­ti delle scriven­ti Pro­ce­dure”».

In altre parole tut­to ciò che Cevi­tal si era impeg­na­ta a real­iz­zare fin dal 9 dicem­bre 2014 non è sta­to fat­to e così pure quel­lo che era pre­vis­to nell’addendum del 30 giug­no 2017 e cioé

  1. la pre­sen­tazione di un piano degli approvvi­gion­a­men­ti e con­seg­na di blu­mi e bil­lette che con­sen­tisse la riparten­za dell’attività pro­dut­ti­va dei lam­i­na­toi e ne garan­tisse la con­ti­nu­ità nel tem­po,
  2. il riavvio, in agos­to, del­la pro­duzione del treno rotaie,
  3. indi­vid­uare una part­ner­ship per la parte siderur­gi­ca del Prog­et­to Piom­bi­no, alter­na­ti­va­mente e/o con­giun­ta­mente di natu­ra indus­tri­ale, finanziaria o di for­ni­tu­ra a lun­go ter­mine di semi­prodot­ti e di sot­to­por­la all’approvazione degli organi del­la Pro­ce­du­ra entro il 31.10.2017.

Cevi­tal, infor­ma sem­pre il com­mis­sario, «il 25 otto­bre ave­va invi­a­to al Min­istro una sin­te­si delle linee del piano siderur­gi­co, già illus­trate nel cor­so dell’incontro del 20 otto­bre al MiSE, che prevede la costruzione di un nuo­vo forno elet­tri­co da 1 M/ton, il revamp­ing e la riparten­za dell’altoforno per una pro­duzione di acciaio di 2,5 M/ton uti­liz­za­ta per la pro­duzione di prodot­ti piani attra­ver­so un nuo­vo impianto con colag­gio dell’acciaio liq­ui­do e lam­i­nazione in con­tin­uo (tipo ESP, end­less strip pro­duc­tion). La sca­den­za più impor­tante era quel­la del 31 otto­bre, data entro la quale dove­va essere pre­sen­ta­to il part­ner per lo svilup­po del­la prog­et­to siderur­gi­co; alla data sono sta­ti recap­i­tati tre mem­o­ran­dum of under­stand­ing che non com­pren­dono tutte le linee di piano di cui sopra».

In con­clu­sione solo parole che sono, per la ver­ità, solo la con­tin­u­azione di quelle prive di con­tenu­ti cred­i­bili, ma non per questo meno apprez­zate, esposte e ripetute fin dall’ 8 set­tem­bre 2014.
Ma, come si Sto arrivan­do!, le parole sono pietre e dunque non pote­vano non affon­dare nelle sab­bie mobili, scom­par­ire e las­cia­re alla visione le sab­bie mobili che le han­no ingoiate.
Le sab­bie mobili che le han­no ingoiate, però, non sono le stesse, sono adesso molto più peri­colose per­ché col pas­sare del tem­po si sono allargate ed appro­fon­dite tan­to che evi­tar­le oggi è molto più dif­fi­cile di quan­to lo fos­se, e lo era, tre anni fa.

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