Nel PD di Campiglia non è cambiato nulla

· Inserito in Spazio aperto

CAMPIGLIA MARITTIMA 16 giug­no 2019 — I fat­ti, solo i fat­ti con­tano. E i fat­ti dicono che i proposi­ti di cam­bi­a­men­to espres­si pri­ma del 26 mag­gio sono già con­seg­nati ai riti del­la cam­pagna elet­torale. A tre set­ti­mane dalle elezioni Campiglia non ha anco­ra una Giun­ta e quan­do sarà nom­i­na­ta non sarà più quel­la del­la coal­izione vota­ta dai cit­ta­di­ni. Il PSI si è dis­so­ci­a­to dal­la mag­gio­ran­za nel­la pri­ma sedu­ta del Con­siglio Comu­nale adducen­do il man­ca­to rispet­to degli accor­di che prevede­vano l’assegnazione a quel par­ti­to di un asses­sore. Anco­ra più gravi sono sta­ti i rime­di immag­i­nati dal PD e dal­la sua Sin­da­ca per non far saltare la coal­izione: offrire al PSI la pres­i­den­za del­la SE.FI o un pos­to nel CdA del­la soci­età Parchi. Una pras­si anti­ca che denun­cia come la coal­izione tra PD, PSI e Agorà si basasse più su logiche spar­ti­to­rie che sul­la con­di­vi­sione del pro­gram­ma. A questo ser­vi­va l’attesa del bal­lot­tag­gio di Piom­bi­no per­ché, in caso di vit­to­ria del PD, sarebbe sta­to più facile garan­tire posti nel con­siglio di ammin­is­trazione del­la soci­età Parchi che, come noto, è parte­ci­pa­ta da tut­ti i Comu­ni del­la Val di Cor­nia. Cosa di per sé grave, ma anco­ra più grave è il fat­to che la spar­tizione pre­fig­u­ra­ta dal PD sia sta­ta immag­i­na­ta sen­za la min­i­ma con­sid­er­azione delle com­pe­ten­ze nec­es­sarie per ottenere migliori risul­tati in quelle soci­età. La SE.FI. ha mostra­to lim­i­ti e sprechi con la clam­orosa sot­touti­liz­zazione dei padiglioni fieris­ti­ci e quest’anno anche con il fal­li­men­to del­la fiera di mag­gio, ormai ridot­ta ad una pic­co­la fiera comu­nale con costi ecces­sivi per gli espos­i­tori. La soci­età Parchi ha bisog­no di un forte rilan­cio, sia per il vas­to pat­ri­mo­nio stori­co e nat­u­ral­is­ti­co anco­ra da val­oriz­zare, sia per la cul­tura d’impresa che è ormai scom­parsa nel­la mis­sione di quel­la soci­età. Il PD dimostra di non aver capi­to che solo con una pro­fon­da dis­con­ti­nu­ità e con vere com­pe­ten­ze nei CdA quelle soci­età pos­sono tornare ad offrire al ter­ri­to­rio diver­si­fi­cazione eco­nom­i­ca, sosteg­no alle imp­rese, util­ità sociali e occu­pazione qual­i­fi­ca­ta. Ques­ta dis­con­ti­nu­ità deve par­tire dai Comu­ni e dal­la fine delle logiche spar­ti­to­rie che han­no carat­ter­iz­za­to la  ges­tione di quelle e di altre soci­età pub­bliche. Siamo solo all’inizio, ma è già accadu­to quan­to bas­ta per capire che nel PD nul­la è cam­bi­a­to. A cam­biare sono sta­ti invece gli equi­lib­ri di potere nel­la zona. Ci auguri­amo che nel­la dialet­ti­ca delle diver­sità si pos­sano inver­tire fini e pras­si, pen­san­do pri­ma di tut­to ai risul­tati e all’­ef­fi­cien­za delle ges­tioni. Questo è il cam­bi­a­men­to che serve. Il resto è stuc­chev­ole retor­i­ca.

Grup­po 2019

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