Nella vicenda Aferpi prima euforici oggi fatalisti
PIOMBINO 20 luglio 2016 — Ci preme di esternare il nostro disappunto nei confronti della nuova linea “fatalista” dell’amministrazione comunale in merito agli sviluppi AFERPI . Prima il vicesindaco Ferrini afferma che per Rebrab sarebbe stato più facile aspettare la scadenza dell’obbligo di mantenimento del personale, anziché rimodulare il piano industriale fortemente al ribasso, poi il Sindaco riprende le affermazioni di Ferrini nella lettera di risposta a Mauro Faticanti (responsabile nazionale per la siderurgia FIOM ) e aggiunge anche: “noi non abbiamo mai gridato vittoria”. Alla luce di queste affermazioni, ci sentiamo di suggerirgli di andare a rileggere le affermazioni dell’On. Velo, di Gianni Anselmi e del segretario Fabiani dopo la firma del preliminare di acquisto dell’acciaieria elettrica, allora parlavano di gran giorno per i lavoratori, di gufi e di Cassandre. Qualcosa è cambiato all’interno del PD se, come risulta evidente, più che ad un cambio di rotta abbiamo assistito ad un’inversione di marcia a 180°. Non possiamo che ribadire ciò che affermiamo da tempo:
- È indubbio che la complessità, gli sviluppi alternativi, le prospettive occupazionali, nonché l’impegno finanziario prospettato nel piano industriale Cevital, sono state parte dirimente per l’assegnazione ed hanno contribuito a far ritirare dalla trattativa l’altro competitor: Jindal SW;
- È inacettabile che un ridimensionamento così sostanzioso di quanto presentato al MISE all’atto della firma non sia ridiscusso nelle sedi opportune. Un’acciaieria elettrica da 1 milione di tonnellate è sparita di netto e mancano all’appello 600 posti di lavoro. È normale venirlo a sapere leggendo fra le pagine della richiesta di assoggettabilità a VIA? Quando e in quali documenti è stata certificata questa riduzione e soprattutto con chi è stata concordata? Il MISE è al corrente? Ha accettato la riduzione?
- Da mesi chiediamo maggiori garanzie, soprattutto avevamo proposto di legare le concessioni sulle aree portuali (che l’azienda chiede per 50 anni) a stati di avanzamento del piano industriale. Chiaramente la proposta è stata rispedita al mittente, ma adesso occorre, con estreme onestà intellettuale, chiedersi se AFERPI sarà mai in grado di avere le risorse per ultimare, anche nella versione 2.0, il piano industriale e soprattutto se ha il mercato per stare a galla in un settore estremamente globalizzato come la siderurgia. Sarebbe conveniente, a quel punto, concedere larga parte della principale risorsa del territorio per 50 anni? O sarebbe più opportuno ricercare la pluralità di imprese operanti? Forse il fatto che, in mancanza di investimenti privati, non ci sono i fondi per ultimare quella parte del PRG portuale influisce sulla scelta? E’ oggettivo che ad oggi non esista un piano B, ma è stato fatto qualcosa per crearlo?
Se l’unica prospettiva sarà attendere il corso degli eventi, questo rappresenterà la morte della politica piombinese. Il fatalismo appartiene a maghi e santoni, non a chi ha chiesto i voti dei cittadini per programmare il loro futuro.
MoVimento 5 Stelle Piombino