Nella vicenda Lucchini le piccole imprese soffrono

· Inserito in Lettere, Vicenda Lucchini
pervenuta in redazione

PIOMBINO 8 mag­gio 2014 — Per quan­to riguar­da la ces­sione del­la Luc­chi­ni, questi con­tinui slit­ta­men­ti sul pro­gram­ma di ven­di­ta non pos­sono che portare ulte­ri­ori effet­ti neg­a­tivi. Più si allun­ga il tem­po e più la pos­si­bil­ità di far ripar­tire l’altoforno si allon­tana defin­i­ti­va­mente.
Sui para­metri con cui bisogna val­utare le pro­poste di offer­ta bisogna dare pri­or­ità al man­ten­i­men­to dell’area a cal­do e sul tipo di inves­ti­men­ti da real­iz­zare, sia dal pun­to di vista ambi­en­tale, in ter­mi­ni di rap­por­to tra la fab­bri­ca ed il ter­ri­to­rio, sia dal pun­to di vista tec­no­logi­co per il man­ten­i­men­to del polo siderur­gi­co di Piom­bi­no strate­gi­co e com­pet­i­ti­vo nell’ambito nazionale e inter­nazionale.
Bisogna poi rap­i­da­mente, uti­liz­zan­do gli stru­men­ti che già ci sono “bas­ta la volon­tà polit­i­ca”, inserire all’interno dell’accordo quadro un appen­dice per agevolare i finanzi­a­men­ti alle pic­cole e medie imp­rese che sono sen­za ossigeno o peg­gio al col­las­so. Questo medi­ante l’utilizzo del­la cas­sa deposi­ti e presti­ti e attra­ver­so la strut­tura regionale di FIDI Toscana per met­tere in pie­di, a sup­por­to del cred­i­to alle pic­cole e medie imp­rese, accor­di con le banche per garan­tire la liq­uid­ità nec­es­saria affinché questo accor­do quadro sia sosteni­bile. Altri­men­ti si rischia che le imp­rese, se non tro­vi­amo un mec­ca­n­is­mo effi­cace che gli per­me­t­ta di attin­gere al cred­i­to, non ce la faran­no in caso di ripresa ad aggan­cia­r­la, e di fat­to a quel pun­to non potran­no che chi­ud­ere.
Altro pun­to pri­or­i­tario riguar­da la ricon­ver­sione e la riqual­i­fi­cazione del ter­ri­to­rio dal pun­to di vista indus­tri­ale. Occorre che la Regione met­ta in cam­po rap­i­da­mente delle forme di preparazione pro­fes­sion­ale per quan­to riguar­da sia i dipen­den­ti Luc­chi­ni, sia per quan­to riguar­da i dipen­den­ti dell’indotto; vale anche per le imp­rese, affinché queste abbiano le nec­es­sarie cer­ti­fi­cazioni per essere inserite a pieno tito­lo in questo nuo­vo proces­so che prevede l’accordo quadro.
Con­clu­do ricor­dan­do che l’intervento del Gov­er­no e del­la Regione, ed è un mes­sag­gio che invio diret­ta­mente al pres­i­dente Rossi, deve prevedere l’inserimento, all’interno delle ristrut­turazioni ed appalti che si stan­no real­iz­zan­do al por­to, clau­sole che com­pren­dano l’utilizzo di imp­rese locali.
Ad oggi non c’è nes­suna impre­sa locale, e quin­di nes­suna ricadu­ta degli inves­ti­men­ti sul nos­tro ter­ri­to­rio dal pun­to di vista eco­nom­i­co. Intorno a questi pro­ces­si c’è molto dis­or­dine, e mol­ta super­fi­cial­ità e pres­s­ap­pochis­mo. Non vor­rem­mo che il tut­to sia gen­er­a­to da una filosofia polit­i­ca final­iz­za­ta alla cam­pagna elet­torale.

Fab­rizio Pieri­ni, can­dida­to sin­da­co del­la Lista Civi­ca «L’Al­ter­na­ti­va»

 

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